Autore Topic: Suviana  (Letto 649 volte)

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Suviana
« il: Aprile 11, 2024, 20:48:00 »
Il rumore delle ambulanze riempie l’aria tranquilla del primo pomeriggio, guardo fuori non capisco da dove arrivi il suono se è un’ambulanza che arriva o che sta trasportando qualcuno.
Il rumore si spegne e torna il silenzio.
Esco, come sempre, per la solita riunione, mentre penso che qualcuno sia ferito da qualche parte, talvolta alcuni vanno verso il lago con le moto, incuranti dei possibili automobilisti che potrebbero incontrare dall’altra parte della carreggiata.
L’auto va quasi da sola mentre i pensieri vagano, il paesaggio inizia a cambiare, la primavera lascia segni sempre più evidenti, gli Iris adornano le cunette, mentre i rusticani hanno colorato tutti i rami spogli degli alberi, alcuni Cercis Siliquastrum, inondano il paesaggio di un rosa acceso.
La natura si risveglia, mentre mi avvicino alla sala dove abbiamo l’incontro sento il rumore di un elicottero che vola molto basso.
Continuo per la mia strada, scendo dall’auto, vado alla riunione, incontro le colleghe che come sempre hanno un’aria affaticata, mentre accendo il computer per registrare l’evento, arriva una delle colleghe che con enfasi annuncia che c’è stato un incidente, un incidente alla centrale. La calma dei minuti precedenti viene turbata da questa notizia.
La centrale si trova a pochi chilometri da noi, ma non è possibile visualizzarla.
Lei racconta di ambulanze e vigili del fuoco, non sa bene cosa è successo, parla di un incendio. Iniziamo subito una ricerca frenetica sui media, la notizia è confermata, è avvenuta un’esplosione in profondità, la centrale è situata in fondo al lago, e gli impianti si trovano a una quarantina di metri di profondità.
I volti si fanno preoccupati, un ‘esplosione all’interno di un edificio situato a quelle profondità è un evento tremendo.
Le prime notizie parlano di persone ustionate, che sono state le prime ad essere soccorse.
Le notizie si susseguono senza sosta, udiamo il rumore di altre ambulanze, la riunione diventa difficile, inizio a scrivere la breve relazione, ma con difficoltà, le mani sembra non vogliano piaggiare i tasti.
Arrivano altre notizie, le peggiori, hanno ritrovato tre persone prive di vita, non oso immaginare cosa hanno provato in quei terribili attimi, quando ti rendi conto che qualcosa di spaventoso sta accadendo che là finisce, la vita quella di ogni giorno, tuo figlio che chiede una merendina, un nipote che vuole essere preso in braccio, cosa mangiare, cosa indossare, lamentarsi del traffico, del caldo del freddo, dell’aumento della benzina. Il nulla, ti avvolge, ti brucia i polmoni e l’attimo è là, infinito, quando il sangue defluisce, ti lascia, l’aria si ferma, i tuoi occhi fissano l’ultimo istante, l’immagine che è rimasta là dentro la memoria del tuo ultimo attimo.
Tre persone hanno perso la vita, in quel momento capiamo quanto l’incidente è stato grave, mancano le parole, proviamo a occuparci delle solite inezie, trovare un documento che era incompleto.
Come ragnatele invisibili i nostri pensieri sono intricati, chi pensa all’amico che forse era là quel giorno, chi alza la voce forse solo per sentirsi vivo, chi si allontana dal gruppo cercando un attimo di silenzio.
Le notizie arrivano senza sosta, quattro persone sono disperse, la situazione è tremenda, un solaio è crollato investendo il nono piano sotterraneo, e i locali sono stati invasi dall’acqua, come nei peggiori film catastrofici l’immagine di quelle persone là sotto a quelle profondità mi suscita un profondo sgomento, perché, è la domanda che ci poniamo, la vita, i sentimenti, l’essenza di un essere umano, spazzati via senza un perché.
Il moloch sanguinario richiede sempre più vite è diventato esigente, presenta il conto a questa umanità persa spesso in facezie. La linfa vitale risucchiata, in mille modi, di guerre dichiarate e non, di altre combattute per dare un futuro ai figli, o anche solo per dire di esserci.
Non bastano guerre, malattie, a flagellare gli esseri umani, esistono migliaia di modi per soffrire, ma ognuno cerca di aggrapparsi a quel ramoscello sperando che le forti correnti non li porti via.
Sembra che non ci sia pace, che per ogni regalo ricevuto si debba pagare un prezzo molto alto, quali imperscrutabili disegni divini ci riserva l’ignoto, o forse è già tutto scritto e nulla possiamo fare per evitare quello che ci attende, la lotta non ha eguali, per avere un pezzo di cielo in terra a cui ogni persona aspira.