Il filosofo e politico inglese
Francis Bacon (1561 – 1626), scrisse:
“Alcuni libri devono essere assaggiati, altri inghiottiti, pochi masticati e digeriti”.Il teologo, poeta e frate domenicano
Tommaso Campanella (1568 – 1639), nella suo sonetto titolato “Anima immortale” immagina l’anima parlante, che considera sé stessa immortale, insaziabile di sapere e volere…
Anima immortaleDi cervel dentro un pugno io sto, e divoro
tanto, che quanti libri tiene il mondo
non sazian l’appetito mio profondo.
Quanto ho mangiato! e del digiun pur moro!
D’un gran mondo Aristarco e Metrodoro
di piú cibommi, e piú di fame abbondo;
disiando e sentendo, giro in tondo;
e quanto intendo piú, tanto piú ignoro.
Dunque immagin sono io del Padre immenso,
che gli enti, come il mar li pesci, cinge,
e sol è oggetto dell’amante senso;
cui il sillogismo è stral, che al segno attinge;
l’autoritá è man d’altri; donde penso
sol certo e lieto chi s’illuia e incinge.
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Le prime due quartine del sonetto pongono il problema della conoscenza, il desiderio di conoscere.
Dominano le coppie antitetiche: “Quanto ho mangiato! e del digiun pur moro” (verso 4), “di più cibommi, e più di fame abbondo” (verso 6), “e quanto intendo più, tanto più ignoro” (verso
.
Una situazione che egli supera riconoscendosi “immagin” di Dio, che “cinge” (= racchiude in sé) gli esseri come il mare i pesci.
La crisi del poeta culmina nel verso conclusivo del sonetto: solo chi in Dio si affida (“s’illuia” neologismo usato da Dante nel cantico dedicato al Paradiso, IX, 73) e di lui si impregna (“incinge” altra citazione dalla Commedia, Inferno, VIII, 45) raggiunge la verità e la felicità.
Campanella approda così , a quel mistero della vita e della fede che lo rende “certo e lieto”, pur se è in una prigione sotterranea nel castello di Sant'Elmo, a Napoli.
Marguerite Yourcenar nel romanzo “
Memorie di Adriano” scrisse:
“
Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che, da molti indizi, mio malgrado, vedo venire. Ho ricostruito molto, e ricostruire significa collaborare con il tempo, nel suo aspetto di "passato", coglierne lo spirito o modificarlo, protenderlo quasi verso un più lungo avvenire; significa scoprire sotto le pietre il segreto delle sorgenti”.L’imperatore Adriano regnò dal 117 al 138.
Il romanzo della Yourcenar ha forma epistolare: immagina l'imperatore Adriano che si rivolge al filosofo e scrittore Marco Aurelio. Questo, su indicazione dell'imperatore Adriano, nel 138 fu adottato dal futuro suocero e zio acquisito Antonino Pio, che lo associò al governo e lo designò come suo successore al trono imperiale.
Per il cardinale Gianfranco Ravasi
"Le biblioteche sono simili a crocevia in cui s’incontrano passato e presente, realtà e sogni, storia e speranza, consenso, dissenso, ma soprattutto senso”. Ed ha aggiunto: Forse aveva ragione lo scrittore Stephen King, quando sbrigativamente suggeriva: “Se tutto il resto sta fallendo, lascia perdere e va’ in biblioteca”.