E' l’alba. Dalla mia finestra vedo l’unico negozio aperto, quello del fornaio, dal quale arriva il profumo del pane appena cotto.
La fragranza mi fa rammentare il forno che era nei pressi della casa dei miei nonni paterni. Dal panificio si spandeva nell’aria l’odore di legna bruciata insieme a quello acre della sansa di oliva,che il panettiere usava come combustibile.
Nella tarda mattinata ci andavano le donne del vicinato per far cuocere il pane preparato da loro. Il fornaio disponeva le forme impastate una ad una su tavole di legno coperte con teli bianchi.
Una delle clienti era la mia nonna. Una volta la settimana lei preparava in casa il pane per la sua famiglia e lo mandava a cuocere nella panetteria.
Farina, acqua, lievito e sale erano gli ingredienti che mescolava nella madia di legno per creare le pagnotte casarecce, che venivano conservate per alcuni giorni nello stipo senza perdere il sapore e la morbidezza. “Il pane di ieri è buono domani” diceva, ripetendo il noto proverbio.
La nonna copriva i suoi capelli con un foulard e cominciava ad impastare fino ad ottenere la massa, spessa e consistente. Poi la copriva con un telo e la lasciava fermentare tutta la notte.
Il giorno successivo aggiungeva altra farina ed acqua tiepida e continuava ad impastare, aiutandosi con i pugni chiusi, fino ad ottenere l’amalgama solido e compatto, poi ne staccava dei pezzi e li modellava con le mani nella forma rotonda.
Li metteva in fila su due tavole e col coltello li incideva nella parte superiore con il segno della croce. Tale incisione serviva per far cuocere meglio il pane ma anche come segno di riconoscimento, per distinguerle dalle altre pagnotte portate a cuocere da altre donne nella stessa infornata.
Per portare al forno i panetti da cuocere, mia nonna li metteva in piccoli cestini, che avevano all’interno un tovagliolo di stoffa per non far attaccare l’impasto.
Io ed i miei cugini, Luigi ed Elisa, che trascorrevamo le vacanze estive nella casa dei nonni al mare, portavamo dal fornaio i cestini col pane. Ne prendevamo due ciascuno, sorreggendoli sotto le braccia, uno per parte.
Poi tornavamo a prendere le pagnotte cotte
Con i miei cugini tagliavamo delle fette di pane casareccio ancora caldo, le spargevamo con l'olio e ci mettevamo pezzi di pomidoro. E per noi era una festa.
Ora rammento con nostalgia quei giorni d'estate e le rondini che si rincorrevano nel cielo sereno. Tutto passa. Rimangono i ricordi !