In questa tua bella parabola laica non accenni alla fede, che da la forza di superare le avversità, per quanto crudeli, della vita.
Può essere una tua scelta, che io rispetto.
La fede fa vedere la vita, a mio parere beninteso, non tanto come una serie di occasioni che bisogna prendere al volo, ma come opportunità per la nostra crescita spirituale e morale.
"Ogni occasione lasciata è persa per sempre" come dici tu, può essere vero da una parte, ma ricorda troppo il motto che taluni personaggi assumono a modello di vita e che recita: "Ogni lasciata è persa" alludendo a ben altro e considerando le persone solo dal punto di vista del piacere puramente materiale, fisico.
E se le persone vengono considerate così, anche le varie contingenze della vita vengono messe a quel livello, generando l'apatia, il vuoto assoluto nei rapporti umani, che invece dovrebbero essere improntati ad un sano altruismo, a una pietas umana, indipendentemente che si creda o no.
Dici anche perchè bisognerebbe tenere conto delle regole del mondo, pastoie per la propria libertà, per la propria voglia e dopo invece, se si rispettano le regole, mettendo da parte egoismi, rabbia e nostalgie dei "tasselli" perduti, se si accettano, si può ricominciare un altro giro, come in una giostra.
Questa morale mi piace, è sana, è giusta, ma mi pare di intuire che l'accettazione delle regole è subordinata solamente a un puro istino di sopravvivenza, per continuare a "godere" nel mondo, come in un parco giochi, senza nessuna aspettativa, nessuna fiducia, nessun reverenziale timore (parlo per me ovviamente) dell' Assoluto, dell' Infinito.
Chiamiamolo anche con il nome che gli uomini gli hanno voluto dare per riconoscerlo: Dio.