Mister Blue ha scritto
Dipende qual'è la tua definizione di Spirito Santo.
Cosa ci può essere di non vero nel citare lo spirito santo come il legame profondo che unisce a Dio?
Indipendentemente dalla fede professata o dalla rappresentazione del proprio Dio, un legame profondo con la spiritualità non dipende dal credo. La preghiera, in qualsiasi sua forma, è uno strumento di ricerca e di amore verso il prossimo, non un credo cieco, ripetitivo e ottuso.
Buon pomeriggio Mister.
Per me lo “Spirito Santo” è soltanto un componente della immaginaria triade: “Padre, Figlio e Spirito Santo.
Secondo il mistero trinitario della fede cristiana, ognuna delle tre Persone è totalmente Dio: Padre Dio, Figlio Dio (Gesù Cristo) e Spirito Santo Dio.
Purtroppo per la Chiesa tutto ciò che non si riesce a spiegare (perché assurdo) diventa mistero, come il “mistero trinitario”, sul quale ha apposto il “sigillo” del dogma. Si deve credere senza discutere, altrimenti si è fuori dalla Chiesa.
Nel passato essere scomunicato era una tragedia, nel nostro tempo è una celia. Infatti la Chiesa cattolica ha smesso di emettere scomuniche.
Comunque il sostantivo “trinità” non è di origine biblica. La parola fu scelta perché considerata la migliore per far riferimento al Dio unico, che “ha rivelato se stesso” nei testi “sacri” come Padre, Figlio e Spirito Santo.
Ovviamente c’è chi non crede a questa dottrina.
So bene che senza la “Trinità” molte affermazioni bibliche perderebbero di significato e le tre religioni abramitiche superflue.
Il contributo essenziale dell’Antico Testamento alla dottrina della trinità è la sua insistenza sull’unicità di Dio. Dio non è uno tra i tanti (Esodo 20, 2 - 3). Egli è il solo, l’unico: “il Signore” (Deuteronomio 6:4).
Per quanto riguarda la spiritualità, credo che sia cosa diversa dal cosiddetto “Spirito Santo”.
Nel nostro tempo con spiritualità s’intende il rapporto con il sacro, la natura, l’universo.
La connessione con Dio, per chi crede in Dio, è importante, ma una tra le tante possibili, peraltro piuttosto macchinosa nella sua formulazione e persuasività.
Religione e spiritualità hanno entrambe come meta la ricerca dell'Assoluto o di Dio o con qualsiasi altro nome Lo si voglia chiamare.
La differenza fondamentale:
la religione indica un tipo di ricerca esteriore, formale; tramite preghiere, riti e rituali,
invece la spiritualità tende a cercare l’Assoluto all'interno di sé.
Un'altra connotazione tipica della spiritualità rispetto alla religione è la convinzione che esistano diversi percorsi spirituali, e che pertanto non esista alcuna verità oggettiva o assoluta in base alla quale decidere quale percorso sia meglio seguire; poiché ogni persona è diversa dalle altre, la scelta è spesso lasciata all'individuo, alla sua sensibilità e al suo discernimento.
Col Cristianesimo lo Spirito viene accostato alla nozione di Santo ("pneuma to agion") e connotato di universalità.
Come “Spirito Santo” viene fatto diventare la terza Persona della Trinità divina, la quale si riflette nella tripartizione evangelica fatta dal primo teologo del cristianesimo, Paolo di Tarso, che distingueva, nell'uomo, il corpo, l'anima e lo spirito: “Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo” (prima lettera ai Tessalonicesi, 5, 23). Questo versetto paolino evidenzia che l’essere umano è composto di tre parti. Ma questa tripartizione creò dibattiti, finché nei Concili di Costantinopoli dell'869-870 e dell'879-880 venne affermata l'unicità dell'anima umana, alla quale si attribuivano sue proprie qualità spirituali, escludendo la presenza di una parte superiore intellettiva priva di unione diretta con quella carnale.