Autore Topic: UNA RAGAZZA “LIBERA”. (Si consiglia la lettura ad un pubblico adulto). 06.  (Letto 876 volte)

victor

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Lo scambio.

Nel gruppo di mia sorella c’erano diverse coppie, ma mi resi rapidamente conto che c’era anche molta “apertura mentale”. Un sabato sera, uno di quelli che primeggiava mi chiamò in disparte e mi fece il seguente discorso:

- Domani mattina sei libera?

- Sì, perché?

- Ci vediamo?

- Noi due?

- Sì, noi due, soli.

- E facciamo cosa?

- Andiamo a casa mia. I miei hanno una villa in collina.

- E facciamo sesso?

- Si … lo sapevo che tu sei molto sveglia …

- E la tua ragazza? – lui fece un’alzata di spalle – Non credo sia giusto lasciarla a bocca asciutta.

- Cosa intendi dire?

- Quanti letti ci sono in questa tua casa?

- Ci sono quattro stanze da letto.

- Bene. Andiamo tutti e quattro. Io vengo a letto con te, mentre la tua ragazza va a letto con il mio ragazzo.

- La proposta non è male … - disse dopo un attimo di riflessione.

- Allora, tu parla con la tua ragazza, io parlo con il mio … Se siamo tutti d’accordo si può organizzare.

- E se qualcuno non è d’accordo?

- Non se ne fa niente.

Gli voltai le spalle e rientrai nel gruppo. Feci un cenno al mio compagno prima con gli occhi e poi col capo e ci allontanammo.

- Domattina hai impegni? – chiesi.

- No.

- Allora ci vieni con lui e la sua ragazza – e li indicai, nel posto in cui erano già in disparte a parlare.

- Dove?

- Nella sua villa, in collina.

- A fare cosa?

- A fare sesso. Io lo faccio con lui e tu con la sua ragazza.

- Ma …

- Quali sono i nostri patti? Te li sei scordati? …

- E … la sua ragazza ci sta?

- Non vedi … stanno discutendo proprio di questo … Ho bisogno di sapere se tu ci stai?

- Hai organizzato tu?

- No. Me lo ha proposto lui.

- E tu cosa dici? – e nel frattempo guardava loro due che discutevano, o forse guardava la ragazza che era molto bella.

- Come cosa dico? Se te lo sto proponendo, vuol dire che per me va bene.

- Se tu dici così …

Nel frattempo i due si mossero e vennero verso di noi. Io con i miei occhi “spazzolavo” il volto di tutti e tre. Il mio ragazzo e la sua ragazza si scrutavano con attenzione e interesse. Quando fummo vicini nessuno parlava. Fui sempre io a rompere il silenzio.

- E allora?

- Per noi va bene. – disse il ragazzo che mi aveva fatto la proposta e guardò la sua ragazza che confermò con un cenno del capo.

- Anche per me va bene – dissi io, poi guardando il mio ragazzo chiesi – va bene anche per te?

- Sì, sì – confermò

- Allora ci vediamo qui, domani alle dieci. – dissi io.

Quello non fu l’unico incontro. Ne seguirono altri quattro.

« Ultima modifica: Maggio 11, 2021, 15:32:32 da victor »
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victor

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Il gioco.

Nel nostro gruppo le notizie circolavano velocemente, specialmente se si trattava di gossip. Si sparse velocemente la voce che nella villa di XXX noi avevamo giocato allo scambio di coppie.

Un sabato pomeriggio, mentre io e il mio ragazzo eravamo in disparte a chiacchierare si avvicinò a noi una coppia.

- So che siete stati nella villa di XXX. – disse lui.

- Sì – risposi.

- Quante camere da letto ci sono?

- Quattro.

- Potrebbe essere utilizzata per una riunione?

- Si adatta molto bene, c’è anche un salone grande con un tavolo al centro, oltre al camino e la cucina … inoltre ogni stanza ha il suo bagno privato …

- Fantastico! Bisognerebbe fare la proposta a XXX. Glie la fai tu? – disse rivolto a me.

- No, glie lo diciamo tutti e quattro assieme. – Mi girai e mi diressi verso XXX che in quel momento parlava con la sua ragazza e li portai dai tre che erano rimasti ad aspettare e dissi:

- Vorremmo chiederti una cosa.

- Dite.

- Pensavamo alla tua villa per fare una riunione, una riunione di gruppo – il fatto che si trattasse di una riunione di sesso era evidente.

- Non ci sono problemi – disse e guardò la sua ragazza che acconsentì con un cenno del capo. – Cosa avete pensato?

- Pensavamo di andare in quattro coppie.

- E chi?

- Tre coppie saremmo noi qui presenti, la quarta la scegli tu che sei il padrone di casa.

- Mi va bene. E quando pensate di fare questa riunione.

- Decidi tu. Organizza tutto, come e quando, e ce lo fai sapere.

- Va bene. – Ma subito aggiunse, rivolto verso di me – Tu mi devi aiutare ad organizzare.

- Non c’è problema.

Fu deciso che la riunione sarebbe stata fatta un sabato pomeriggio e ci saremmo trattenuti per la notte. Avremmo fatto cena alla villa e poi per decidere la formazione delle coppie si sarebbe fatto il gioco con i dadi che io avevo proposto, ma che non volli rivelare in cosa consistesse. Mi riservai di provvedere a tutto l’occorrente e comunicare le regole all’inizio del gioco.

La sera della riunione, finita la cena e sparecchiata la tavola misi su un lato di questa otto sedie, due file di quattro, e altre otto dal lato opposto con la stessa disposizione. Le prime file sarebbero servite per sederci, quelle dietro per sistemarci i vestiti. Poi invitai i convenuti a prendere posto: i ragazzi da una parte e le ragazze dall’altra.

In pratica fui a decidere il lato delle ragazze scegliendo il mio posto e di conseguenza l’altro lato restava per i maschi. Mentre tutti erano seduti io ero rimasta in piedi, tirai fuori da una scatola due bicchieri di cuoio molto ben rifiniti e due coppie di dadi. Poi cominciai a spiegare.

- La disposizione iniziale è questa, i ragazzi da una parte e le ragazze dall’altra, i partecipanti devono essere delle coppie, ma il numero delle coppie può variare dipende dalle stanze disponibili. In genere si tira a sorte chi deve aprire il gioco, ma questa volta propongo che cominci il padrone di casa. – tutti approvarono. – Colui o colei che inizia il gioco prende in mano un bicchiere con una coppia di dadi e sceglie sul lato opposto l’avversario con cui vuole giocare. – Avvicinai i due bicchieri con i dadi al padrone di casa e gli dissi di scegliere la ragazza con cui voleva giocare. Lui scelse me. Dissi che almeno nei primi giri era meglio che io restassi esclusa dal gioco. Così scelse un’altra ragazza.

- Ora tirate i dadi lasciandoli coperti con il bicchiere, poi scoprite il bicchiere contemporaneamente, colui o colei che ha il punteggio più alto vince e ordina a chi perde di togliersi un indumento. Se si fa pari si tirano i dadi una seconda volta. Poi i bicchieri e il gioco passano nelle mani di chi ha perso. – Tirarono i dadi e perse la ragazza. Le fu ordinato di togliersi la camicetta e rimase con il reggiseno, un reggiseno di raso rosso fuoco. Risatine di compiacimento accolsero il suo décolleté. Già da questo inizio si cominciò a capire come sarebbe andato avanti il gioco. Avvicinai i bicchieri con i dadi alla ragazza e le dissi di scegliere con chi voleva giocare. Scelse il padrone di casa.

- No, non si può scegliere l’avversario con cui si è appena giocato, per questo giro ne devi scegliere un altro. – Lo scelse e tirarono i dadi. Perse nuovamente la ragazza. L’avversario le disse di togliersi la gonna, per cui rimase soltanto con il reggiseno e le mutandine anch’esse di raso rosso fuoco. Il suo spogliarello fu accolto con un applauso e con le risate generali.

- Il gioco resta ancora nelle tue mani devi scegliere un altro avversario. Ora, se vuoi, puoi scegliere quello precedente. – Invece la ragazza ne scelse uno diverso. Tirarono i dadi e stavolta la ragazza vinse ed ordinò al ragazzo di togliersi i pantaloni. I bicchieri con i dadi passarono al ragazzo.

- Ritengo che avete capito come va avanti il gioco – dissi – anche le scarpe e le eventuali calze fanno parte degli indumenti che si possono far togliere a chi perde. L’unico indumento che non si può far togliere sono le mutandine (sia ai maschi che alle femmine). Quando un ragazzo o una ragazza resta solo con le mutandine esce dal gioco e si porta in camera il partner o la partner che si sceglie. A questo punto posso sedermi e partecipare al gioco. Se sorgerà qualche dubbio lo chiarirò.

Il ragazzo volse gli occhi in giro e si fermò su di me. Chiese se mi poteva scegliere come avversaria, risposi di sì. Tirammo i dadi e lui vinse. Mi ordinò di togliermi la camicetta. Rimasi a seno nudo (non portavo mai il reggiseno). Scoppiò un fragoroso applauso e grida generali. Un ragazzo protestò.

- Non è giusto! Voi donne siete avvantaggiate!

- Ascoltate: l’ho fatto per dimostrare con i fatti quello che si può fare. Se lo avessi detto a parole non avrebbe avuto lo stesso effetto. E poi sta a voi maschi quando avete il gioco in mano scegliere quale ragazza volete fare spogliare e se volete godervi lo spettacolo del mio seno nudo lasciatemi qui fino alla fine!

- Certo che hai un seno che è uno spettacolo! – Disse un altro.

I dadi passarono nelle mie mani. Scelsi il padrone di casa, vinsi io e gli feci togliere la camicia. Restò anche lui con il petto nudo: aveva un bel torace muscoloso. Io lo sapevo perché ero già andata a letto con lui e volevo che le altre ragazze lo ammirassero.

Toccò a lui scegliere la ragazza e il gioco andò avanti. Quando i dadi tornarono ad un maschio questo scelse me. Fui io a perdere. Mi ordinò di togliermi la gonna. Salii con i piedi sulla sedia, sbottonai il gancio all’altezza della cintura, e la feci scivolare ai miei piedi. Avevo indossato uno slippino bianco tenuto da fili sottili che con il suo triangolino copriva appena il mio sesso. I fischi e gli applausi dei maschi si sprecavano. Le femmine ridevano nascondendosi la bocca con la mano. Alzai uno alla volta i piedi per prendere la gonna ed evidenziare che mi restavano addosso solo le due scarpe.

Il gioco andava avanti sia i maschi che le femmine venivano costretti a spogliarsi in misura quasi pari. Il ragazzo che aveva proposto di fare questa riunione non smetteva di guardare il mio seno, e lui piaceva anche a me. Quando i dadi arrivarono a lui, scelse me. Giocammo e vinse. Mi fece togliere una prima scarpa. A questo punto scelsi il mio ragazzo che non aveva ancora giocato, vinsi e gli feci togliere la camicia.

Lui giocò con la ragazza del padrone di casa, cioè quella con cui aveva già fatto sesso. Avevo già notato che si trovavano uno di fronte all’altra e per tutta la serata non avevano smesso di guardarsi. Vinse e poiché la ragazza era già senza camicetta anziché farle togliere la gonna le ordinò di togliere il reggiseno.

La ragazza scelse un ragazzo e perse nuovamente. Le fu ordinato di togliere la gonna. Aveva uno slip di merletto traforato, ma sopra aveva messo i collant. Toccava a lei scegliere nuovamente e scelse il ragazzo che aveva proposto la riunione, quello che non mi toglieva gli occhi da dosso. Il ragazzo perse e le fu ordinato di togliersi una scarpa in quanto era già in mutande.

I dadi passarono a lui che scelse me. Tirammo i dadi e vinsi io. Gli ordinai di togliersi l’altra scarpa. A questo punto doveva uscire dal gioco scegliendo una ragazza con cui passare la notte. Disse che voleva scegliere me ed era quello che io desideravo. Ma si poneva il problema della prosecuzione del gioco. Tutti guardarono me e mi interrogavano con lo sguardo. Mi alzai e parlai.

- Ascoltate, non c’è alcun problema. Lui ha perso ed è rimasto con le sole mutande pertanto deve uscire, e non può giocare. Ha scelto me per questa notte e devo andare con lui. È necessario decidere chi deve riprendere il gioco. Qui c’è carta e penna. Uno alla volta tirate i dadi e segnatelo. Chi fa il punteggio più alto riapre il gioco. Se sono in due ad avere il punteggio più alto tirano nuovamente i dadi. Buona prosecuzione.

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