L’opera d’arte è anche merce.
Il rapporto tra arte denaro è un binomio storico di antica tradizione.
La storica dell’arte Floriana Mauro nella rivista “Input” ha pubblicato un suo articolo titolato “L’economia costruisce l’arte e ne detta le regole ?”
La Mauro evidenzia che ad Atene il politico e militare Pericle ( 495 a. C. – 429 a. C.) poté favorire lo sviluppo delle arti e della letteratura con il denaro della comunità e con i proventi dei “bottini di guerra”. Questa fu la principale ragione per la quale Atene detiene la reputazione di centro culturale dell'Antica Grecia.
Per dare lavoro a migliaia di artigiani e cittadini, Pericle promosse un ambizioso progetto edilizio che portò alla costruzione di molte opere sull'Acropoli (incluso il Partenone) ed abbellì la città. Collaborarono anche noti artisti, come lo scultore Fidia.
Nel Medioevo, a Siena, il pittore Duccio di Boninsegna (1255 circa – 1318 circa) per il duomo realizzò il capolavoro “Madonna in maestà”, pala d’altare dipinta tra il 1308 e il 1311 per sostituire un’icona della Vergine cara ai senesi, perché legata alla vittoria della “Battaglia di Montaperti” nel 1260.
Ricostruzione virtuale del lato anteriore della Maestà.
Ricostruzione virtuale del lato posteriore della Maestà.
La Madonna in trono col Bambino
Questa “Maestà”, costata un’ingente somma, fu realizzata su commissione dell’Opera del duomo. Nel giugno 1311 essa venne trasportata dalla bottega del pittore alla cattedrale al suono delle campane, accompagnata da una processione solenne a cui, oltre al vescovo e a una "magnia e divota compagnia di preti e frati", parteciparono "i Signori Nove e tutti gli uffiziali del Comuno e tutti i popolari" (Cronica anonima).
Il rapporto tra arte e denaro non si limita alla sola interazione tra artista e committente. In epoca rinascimentale le collezioni di tipo antiquariale vennero formate con la compravendita di varie opere di diversa provenienza realizzate nell’antichità, come le sculture rinvenute durante scavi nel terreno.
Con la nascita del collezionismo di antichità venne introdotta sul mercato nuova merce (il pezzo archeologico) ma si affermò come tendenza di moda.
Lo storico Poggio Bracciolini (1380 – 1459) era un amatore d’arte. È ricordato per aver rimesso in circolazione, sottraendoli a secoli di oblio, diversi capolavori della letteratura latina.
Nel 1429 mentre era a Roma acquistò una scultura di epoca romana e scrisse al suo corrispondente: “… anche qui ho qualcosa da spedire a casa. Donatello l’ha visto e ne ha detto un gran bene”.
Non soltanto i soldi di una comunità ma anche quelli di un singolo mecenate sono stati più volte il supporto economico per la nascita di un capolavoro. Tra gli innumerevoli esempi, le cosiddette “Stanze di Raffaello”, in Vaticano, dipinte dal Sanzio e aiuti dal 1508.
Il pontefice Giulio II soddisfatto dei primi saggi del pittore, gli affidò poi la decorazione dell'intera impresa, senza esitare a distruggere tutto il lavoro dei suoi predecessori.
Raffaello morì nel 1520.I suoi aiutanti completarono la decorazione nel 1524 secondo i suoi disegni.
L’opera d’arte è legata al denaro che precede o segue l’attività artistica.
Per secoli gli artisti hanno realizzato i loro manufatti su richiesta di chi desiderava possederli e di chi avrebbe pagato per averli.
Soltanto da tempi relativamente recenti numerosi artisti (benestanti) realizzano le loro opere senza la richiesta da parte di un committente finanziatore e al di fuori del suo controllo in corso d’opera. Comunque da parte dell’artista c’è la previsione o la speranza di un acquirente.
L’affermazione del mercato dell’arte ha indotto all’allestimento di mostre d’arte, dove le opere vengono esposte, osservate, criticate ed anche acquistate.
L’arte in vetrina, iniziata nel XIX secolo, offre spazio alla produzione di molti artisti e alle quotazioni di mercato, inscindibile legame tra arte e denaro. Ma l’opera d’arte è tale perché vendibile ? Oppure perché risultato dell’incontro tra ideazione e fare artistico, tra pensiero e azione ? Sono due facce della stessa medaglia.