Virgilio e Francesca, quei particolari monolocali...
Virgilio tornò a casa in mattinata. Aveva da subito avvisato, genitori e suoceri della nascita, più tardi al lavoro l’assenza per la novità come necessita di alcuni giorni di ferie per organizzarsi al meglio a casa. Aveva lasciato Francesca con Eugenio accanto, in compagnia di Beatrice, la sorella gemella di Lei e novella zia subito arrivata appena saputa la notizia. Vide subito davanti casa l’auto dei propri genitori, tutto era aperto, sui fili in giardino steso quanto era sul letto sporco del parto di poche ore prima, ora lavato e messo ad asciugare. Trovò i responsabili di questo insperato aiuto in cucina, Umberto, il padre e la madre Alda erano seduti al tavolo. Quest’ultima preparò subito una tazzina di caffè anche per Lui. “Allora cosa si prova?” Domando il padre a bruciapelo. “Anche tu sei nato in casa lo sai?, Non c’era ancora l’ospedale se non a oltre quaranta chilometri …”. “Non so descriverlo, è successo tutto talmente in fretta, papà.” Virgilio oltre che felice, era stanco, lo si vedeva. “Vai a dormire, ti ho preparato il letto nella camera degli ospiti (Non lo sarebbe stata per molto per subentrati motivi pratici NdA)”. Aggiunse la madre. Nel primo pomeriggio, Virgilio era nuovamente in ospedale. Francesca era intenta ad allattare il piccolo quando entrò in camera. “Che appetito!” Esclamò.”Sei sempre il solito, quando cambierai Virgi, nemmeno l’essere fresco padre ti ferma, ma se non fossi così, non ti riconoscerei.” Apostrofò la donna. Un paio di giorni dopo, Francesca con Eugenio nell’ovetto, rientrò a casa. Virgilio con l’aiuto del fratello maggiore Giosuè, aveva dato gli ultimi ritocchi alla cameretta del bimbo, dipinta tutta bianca e azzurra. Entrambi però notarono nella camera accanto, vicino al letto matrimoniale, una bella vecchia culla, tutta di vimini. Chiese Francesca, Virgilio la riconobbe subito, dove aveva dormito neonati anche Lui e il fratello. Lei quando lo seppe, ebbe un sussulto prima, una sorta di riconoscenza poi, infine, andò a prendere il completo e paracolpi per finirla. Ringraziò nei pensieri la futura suocera del bel intimo e partecipato pensiero. La cerimonia fu semplice e duplice, parenti stretti e pochi amici/che veri di entrambi nella chiesa del quartiere, in quel pomeriggio di luglio, nello stesso giorno in cui si scontrarono per ben due volte al supermercato. Il parroco e amico di Virgilio, non fece troppe storie o domande davanti a Dio, con un matrimonio e un battesimo nella stessa cerimonia. Francesca in completo giacca e gonna lunga color pesca, Virgilio con lo stesso completo della oramai conosciuta serata in pizzeria, entrambi non amavano l’etichetta, una conferma insomma. Giosuè e Beatrice a testimoni prima, poi a padrini del piccolo Eugenio. Si concessero come luna di miele a tre, qualche giorno a Venezia, per poi tornare alla normalità concreta che già, grazie al famoso orologio svizzero, sarebbe cambiata da lì a pochi mesi: Ada e Grazia, avevano infatti già occupato i rispettivi “monolocali” nel grembo di Francesca. Questo Virgilio non lo sapeva ancora, nemmeno Lei si accorse da subito. Ma questa è altra storia.
Questo, è l’epilogo, una storia felice. Quanto accaduto, è realtà di fatti raccolti e semplicemente tradotti in scritto.