Autore Topic: Magari funziona  (Letto 642 volte)

sole_ines

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Magari funziona
« il: Dicembre 27, 2020, 12:53:33 »
Copio e incollo l'inizio di un mio vecchio racconto, voglio provare a tirar fuori qualcosa di diverso, non so quello che succederà ma vediamo, magari funziona bene :)


Dopo aver ascoltato per tutto il giorno Frank Zappa e aver letto qualsiasi cosa lo riguardasse mi ero vestita velocemente: gonna a ruota rossa con piccoli fiori blu, maglietta bianca e scarpe senape con tacco medio che mi facevano correre veloce sui marciapiedi del centro. Lei, Irene, era la mia migliore amica, capelli biondi e sguardo di cielo, era la sorella che non avevo avuto, la mia anima gemella al femminile e quel giorno aveva un cappello ridicolo.

– Non andiamo ad una festa per bambini, non so come ti sia venuta questa idea-

– Simpatica, se ti copri ancora un po’ ti scambieranno per una quarantacinquenne-

– Beh, in realtà con queste zampe di galline speravo di confondermi nel pollaio-

– Qual è la via?-

– Via della Camilluccia…il numero non me lo ricordo ma so dov’è –

– Ok, però avvertimi in tempo quando dobbiamo girare, magari non due metri prima –

- Va bene ma stai calma, sono l’unica che può essere nervosa in questa situazione –

– Come sei drammatica, neanche stessimo andando alla festa di fidanzamento del tuo ex che ti ha lasciato disperata sull’altare –

– Ah ah, carina questa, me la scrivo nel taccuino che tengo sul comodino affianco alla sveglia di Winnie The Pooh –

***

– Oh ciao tesoro! Come stai? Ti trovo in splendida forma, avrai perso almeno 3 kg dall’ultima volta che ti ho visto…diglielo anche tu Carlo-

– Sei bellissima come sempre Livia –

Il padre di Luca mi aveva sempre adorato, ed era un’adorazione reciproca, amavo ascoltare i suoi racconti, era un uomo di grande cultura, sagace e sensibile.

– Ciao Marta, grazie mille Carlo – sorrisi – si si, sto bene e voi?- aggiunsi imbarazzata.

– Abbastanza, non possiamo lamentarci –

– Sono contenta, vado a salutare Luca allora, ci vediamo dopo-

– Certo certo, vai pure tesoro-

Mentre raggiungevo il terrazzo passai in rassegna la quantità di cuscini di ogni forma, dimensione e colore che arredavano quella villetta con giardino perfettamente tosato. La cosa che mi stupiva era la quantità di sfumature di beige che esistevano, non riuscivo quasi a contarle, pensai alla mia professoressa di Educazione Artistica delle medie ( Di Cicco, Di Cecco, De Cecco…), anche lei sarebbe rimasta sorpresa; invece di assegnarci tutte quelle tavole con i colori primari avrebbe potuto introdurre qualcosa di nuovo e per nulla ovvio: una tavola con tutte le sfumature del beige ecco.

– Livia!!!-

– Ciao Luca, come stai? Immagino che tu sia un tantino nervoso-

– Beh si, un po’ si, forse lo ero di più con te però-

– Che bello, la prima volta è sempre scioccante, poi ci si abitua- risi.

– Ah ah ah, mi mancava quasi il tuo senso dell’umorismo, ti faccio conoscere Sara, stai buona però-

– Così mi offendi tesoro, sembra tu stia alludendo alla mia mancanza di autocontrollo-

– No, sto alludendo a quando mi hai rigato la macchina con l’ arciere scrivendo le parole di As long as you love me–

– Credevo fosse la tua canzone preferita, la mettevi sempre quando eri in bagno-

– Sara, amore, lei è Livia –

– Ciao, è un piacere conoscerti, Luca mi ha parlato molto di te-

– Immagino, spero ti abbia raccontato dell’arciere, dei Backstreet boys ehehe  – sogghignai – anche per me è un piacere Sara, anche Luca mi ha parlato molto di te, vi auguro davvero il meglio-

– Grazie, sei una donna in gamba, so bene che non è facile essere qui-

– Ah, anche tu sei stata lasciata sull’altare disperata? Guarda le coincidenze –

– Ma no scherzi? Assolutamente no, non volevo dire questo, forse non mi sono spiegata bene, scusami – disse arrossendo.

– Tranquilla, sono passati molti anni, vado a prendere qualcosa da bere così dimentico questi ultimi 30 secondi – sorrisi – scherzo, ci vediamo dopo-

Mi allontanai stampandomi un sorriso fiero in faccia e cercando lo sguardo di Irene mentre il mio sopracciglio sinistro cominciava a tremare vistosamente. Mi ci vollero due Martini per distenderlo.


presenzadiritorno

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Re:Magari funziona
« Risposta #1 il: Dicembre 28, 2020, 08:44:45 »
Funziona, funziona solo che lo trovo a dir poco paradossale!

sole_ines

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Re:Magari funziona
« Risposta #2 il: Dicembre 28, 2020, 19:34:34 »
un po' straordinaria si ma credo anche non così assurda, dipende da quanto tempo è passato e dalle persone

presenzadiritorno

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Re:Magari funziona
« Risposta #3 il: Dicembre 28, 2020, 21:11:31 »
Bah... farebbe sempre un certo effetto specie se la prima, tra il serio e il faceto lascia intendere d'essere stata abbandonata all'altare.

sole_ines

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Re:Magari funziona
« Risposta #4 il: Dicembre 29, 2020, 00:53:05 »
Non è un'affermazione da prendere letteralmente, è un'iperbole  ;)

presenzadiritorno

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Re:Magari funziona
« Risposta #5 il: Dicembre 29, 2020, 15:25:32 »
Certo, nella finzione letteraria tutto è lecito, anche l'iperbole, ma...

sole_ines

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Re:Magari funziona
« Risposta #6 il: Dicembre 30, 2020, 15:04:56 »
Girai in mezzo a quella decina di tonalità di beige per almeno venti minuti, di Irene non c’era neanche l’ombra, sicuramente era con qualcuno chissà dove e mi stupiva, con quel cappello io non le avrei neanche rivolto la parola. Il mezzo litro d’acqua, bevuto per farmi respirare meglio prima di varcare il cancello in ferro battuto all’entrata, mi portò dritta verso la toilette.

Anche lì , per coerenza, padroneggiava il beige, cercai su google gradazioni di marrone, cominciava ad incuriosirmi questa storia, e finalmente, dopo aver dato la giusta denominazione ai colori dell’antibagno (marrone pastello, grano, écru, tanno, qualcosa di cachi…), diedi due belle mandate alla porta, decisa a starmene un po’ sola seduta sulla poltroncina liberty talpa chiaro all’angolo.

Pensai a quei visi che mi erano passati davanti, sfuggiti via come le scene di un vecchio film visto da ragazzina, un déjà vu più lungo ma così famigliare da non farmi credere che erano passati quasi 5 anni. Luca era cambiato molto, era più equilibrato e più sereno, una condizione che veniva fuori dai suoi begli occhi scuri più forti, più decisi, più rugosi; a quel punto sorrisi come una donna che ricorda con nostalgia un vecchio amore spogliandolo di ogni cosa brutta, uno stato di grazia raggiunto dopo tanta rabbia, rancore, litigi e tristezza.

Con Luca avevo passato 15 anni, era stato il mio primo amore, il mio primo fidanzato, avevo condiviso con lui la mia adolescenza ascoltando i Velvet Underground e i Rolling Stones, avevo fatto supposizioni sulla vita extraterrestre e scritto poesie esistenzialiste, mi aveva insegnato a guidare in un parcheggio di un centro commerciale e avevo fatto progetti che ora mi spaventavano quasi, avevo fatto l’amore con lui per la prima volta.

Pensai a lungo e bene, sorrisi come quella donna sopra e mi lavai per trenta secondi le mani con un sapone alla lavanda.

 – Ok, ora basta beige che mi sta dando alla testa – dissi tra me e me controllandomi il trucco e i capelli allo specchio con cornice intarsiata.

– Oh cavolo..mmm…e.. e no…e no – cominciai a ripetere mentre cercavo ostinatamente di aprire quella porta di legno BEIGE.

– Ora ti calmi un attimo, respiri e riprovi con calma, tranquilla- mi dicevo.

Girai per la stanza strofinandomi le mani e guardando il pavimento in cerca di un’idea.

– Ok..c’è qualcosa che non va, non scatta.!! Cavolo, cavolo, cavolo…-

Ecco all’improvviso uno spiraglio di luce: Livia, telefono, Irene, semplice, che idiota.

Sono rimasta chiusa nel bagno del secondo piano, quindi qualsiasi cosa tu stia facendo e con chiunque tu sia, anche con l’uomo della tua vita non m’importa, VIENI A TIRARMI FUORI.

Invio…invio….invio..

– E no, ma perché non prendi? Maledetta Tre, appena esco di qui passo a Vodafone vedrete, vi giocate il mio contratto – dissi con aria minacciosa. Stavo chiaramente impazzendo, dal parlare con me stessa avevo cominciato a parlare con i gestori telefonici.

La questione dignità passò direttamente ai posti bassi delle mie priorità e cominciai a bussare prima piano e poi sempre più forte e disperatamente, confidando che anche qualcun altro avesse avuto l’idea di cercare un bagno lontano dagli ospiti. Un genio.