Ciao, Presenza. A poco a poco vado leggendo i vari Topic e così mi sono imbattuto in questo tuo.
Tu, Presenza, come sempre riesci a inserire argomenti belli e delicati vicino ad altri interessanti ed attuali. E questo è, a mio avviso, un argomento di grande interesse politico e sociale.
Io, intervengo da cittadino che ha a cuore i problemi della Nazione e cerco di dare il mio contributo sperando di non dire “ovvietà” (perdona la brutta parola).
Tu dici che oggi si pecca di tuttologia, io direi che si pecca di presunzione.
Perché oggi tutti si atteggiano a tuttologi?
Perché spesso si parla a vanvera, pur di parlare?
Qualcuno potrebbe cercare di bloccare il mio discorso dicendo che io voglio tappare la bocca alle persone. No io non voglio tappare la bocca a nessuno. Ma dico chiaramente che avrei sommo piacere che le persone parlassero anche molto, ma con cognizione di causa.
A mio avviso questo parlare a vanvera è una questione di cultura. E tu, Presenza, giustamente hai puntato il dito sulla Scuola e sull’Università ed anche sul fatto che su internet è facile trovare tutto ciò che si cerca.
Vedi, Presenza, io ai miei tempi ho frequentato una scuola seria, la scuola dei Gesuiti, e ritengo di avere acquisito solide basi. Ma aggiungo subito che il liceo classico della mia città (che immagino tu sai qual è) era altrettanto serio e rigoroso, in quanto aveva anch’esso insegnanti d’eccellenza.
La maggior parte dei miei coetanei e amici avevano una cultura solida. Ma purtroppo erano pochi quelli che a quel tempo si potevano permettere di frequentare il liceo classico e arrivare alla maturità. Purtroppo c’erano due grossi limiti: le condizioni economiche che non tutti possedevano e le condizioni intellettive che a quel tempo esercitavano una selezione molto severa.
Poi, dagli anni ’60 in poi la scuola si è aperta a tutti. Ma purtroppo il suo livello si è dovuto adattare alla quantità. E tutti sappiamo che nella quantità non ci può essere la qualità.
(Su questo argomento ho scritto una esperienza mia personale, ma non penso di averla pubblicata nella mia passata collaborazione a questo Sito, cercherò di recuperarla tra i miei scritti e se ci sarà l’opportunità la riferirò).
Nel 1923 Mussolini (questa mia affermazione non è una apologia del Fascismo, che ha commesso i suoi gravissimi errori, ma è il riferimento di un fatto storico) chiamò quale ministro della Pubblica Istruzione il filosofo Giovanni Gentile, che collaborato da un altro filosofo Giuseppe Lombardo Radice fece una riforma che è durata quasi 50 anni con i risultati cui ho accennato.
Negli 1953 De Gasperi chiamò come ministro della pubblica istruzione Gaetano Martino professore della facoltà di Medicina della Università di Messina che ho avuto il piacere e l’onore prima di incontrare come studente e poi di conoscere e frequentare.
Martino, persona coltissima, ma laica (sfortunatamente per la scuola), aveva messo mano ad una riforma che aveva come obiettivo una scuola per tutti con indirizzo prevalentemente pubblico. La Chiesa allarmatissima per il futuro delle sue scuole cattoliche intervenne e così Gaetano Martino dopo appena tre mesi fu rimosso dalla Pubblica Istruzione e fu trasferito al ministero degli Esteri.
Da questa sua nuova carica, Martino assieme ad Adenauer (tedesco) e Schumann (francese) creò la CECA (Comunità Europea Carbone e Acciaio) che successivamente diede origine all’Unione Europea.
Altri ministri si sono succeduti alla Pubblica Istruzione e diversi, non so quanti, hanno fatto delle riforme. I risultati sono sotto i nostri occhi.
Io ritengo che una riforma della scuola sia assolutamente necessaria.
Il fatto che la scuola sia diventata per tutti, e quindi di massa, era una necessità assoluta. Ma temo che in Italia siamo stati commessi troppi errori!
La Scuola è come un’azienda. È una grande azienda! Una importantissima azienda! Come tutte le aziende per la sua gestione ha bisogno di un vero Leader (Nella sezione Pensieri e Riflessioni del nostro Sito ho inserito un Topic sull’Arte del Comando). Che figure abbiamo avuto negli ultimi tempi al Ministero della Pubblica Istruzione. Che partiti abbiamo avuto al governo che li hanno generati?
Io credo, correggetemi se sbaglio (parlo da manager, è un lavoro che ho fatto), che una qualunque riforma o ristrutturazione abbia bisogno per prima cosa di un progetto. E questo progetto ha assolutamente bisogno di un obiettivo. E questo obiettivo deve essere semplice, chiaro, esplicito, e condiviso da dirigenti e operatori. È stato fatto tutto ciò in Italia? Temo di no.
Tu, Presenza, che sei dentro la Scuola parlami di essa. Dimmi il tuo parere.
Speriamo che intervengano in tanti. Ciao,
Victor