Le assolate giornate d'estate trascorrevano lente, interminabili. Tutti i casa a quell'ora del pomeriggio dormivano. Solo lei, giocava, sola come sempre. con i piedini nudi camminava sui sassi che delimitavano le aiuole circolari dei gerani rossi, ricordo ancora quel profumo: acre e buono. Buono forse perchè ora vedo un tempo in cui tutto era in divenire e la vita poteva essere ancora plasmata come la creta. Mi tenevo in equilibrio, con le braccia aperte. Trascorrevo un tempo incalcolabile a girare in tondo. coglievo qualche foglia di quei profumati gerani. Erano leggermente vellutate, l'ideale per usare come ombrellino alle bambole di pezza, che da sola mi confezionavo. Perchè tanta solitudine?......ma la risposta la conosco e la conoscevo anche allora: la povertà che allontana e discrimina, che isola e svilisce, ma nella quale ho coltivato tanto amore, si, amore. L'amore , anche e soprattutto egli si può coltivare nei cuori. Prolifera e si fortifica nelle privazioni e nell'abbandono.