A cosa penso, mi chiede imperterrito Facebook nonostante siano passati ben due anni dal mio intervento, che vado a riproporvi, poichè la "Parola" come mezzo di comunicazione tra gli umani (e non solo) attende, oggi come allora, alle stesse esigenze: l'informazione. A cosa penso, insiste la pagina ora bianca del mio profilo. Penso (e qui lo scrivo) che siamo davanti ad una emergenza sanitaria di proporzioni certamente non comuni. Penso che il Governo stia facendo il possibile per porvi rimedio. Tuttavia, si tengano presenti alcuni punti, imprescindibili se vogliamo sconfiggere un nemico vecchio quanto il mondo, invisibile e trasformista: dobbiamo unire gli sforzi comuni; dobbiamo attenerci, con scrupolo ed intelligenza, alle prescrizioni sanitarie che sono state diramate, non dobbiamo cadere nella trappola della paura, poiché ci farebbe assumere comportamenti che vanno esattamente al contrario della direzione verso cui dovremmo, invece, andare tutti insieme. E' una lotta comune, senza quartiere, indispensabile, per noi, i nostri cari, le persone più deboli e per la società tutta.
A cosa penso: penso che l'Umanità abbia ancora davanti a sè tanta strada da fare; penso che i virus, in generale, ed il "Coronavirus", nella variante 19 in particolare, siano venuti al mondo milioni di anni prima della cd vita intelligente. I virus, prima, ed i batteri, poi, sono all'inizio dell'evoluzione degli esseri viventi sulla Terra. Hanno dovuto lottare lungamente per sopravvivere e, nel corso delle ere geologiche si sono trasformati ed evoluti, per giungere sino al presente. Chiunque, nel corso della propria vita, è entrato in contatto con virus e batteri, lo sappiamo bene, sono la nostra maledizione e la nostra sopravvivenza, al tempo stesso: ci sono quelli buoni e quelli cattivi, come in tutte le cose e le forme di vita che ci circondano. Alcuni, pertanto, li dobbiamo combattere, altri possono essere nostri alleati, altri ancora, sebbene pericolosi, li usiamo per fare da viatico nelle vaccinazioni, aiutandoci a sconfiggere il "nemico del momento": in questo modo funzionano i vaccini. Il nostro stesso intestino "vive" attraverso colonie di batteri, non tutti patogeni, anzi, sono il mezzo attraverso il quale possiamo garantirci la salute ed un'esistenza serena. A cosa penso: che non siamo immortali, semplicemente. La nostra specie, si sta ancora evolvendo. L'umanità vive in simbiosi con il pianeta Terra, e pur tuttavia, la maggior parte delle volte non ne ha rispetto! Tutto questo vi pare razionale? Le forme di vita reagiscono, si ribellano, si armano per sopravvivere...all'uomo, quando questi non rispetta la regola principale: il rispetto della vita stessa, sotto qualsivoglia forma essa si esprima. Penso che la nostra tracotanza, come specie, abbia superato ogni limite razionale ed accettabile: inquinamento, deforestazione, distruzione di molte (troppe) specie viventi, spesso per puro divertimento, depauperamento delle risorse naturali ecc. Cosa lasceremo alle future generazioni? Un mondo vivibile o cosa?! A cosa penso? Penso che oggi il nemico è un insidioso virus, più insidioso e virulento, rispetto ai precedenti (quelli che ci hanno fatto ammalare di influenza negli anni trascorsi); che occorreranno determinazione, studio e conoscenza per poterlo sconfiggere (ci vorrà necessariamente del tempo per sviluppare un vaccino, almeno 6 mesi o un anno); che ci dovremo attenere a determinate regole comportamentali, pur tuttavia non dovremo dimenticare gli "altri problemi", quelli che abbiamo concorso a creare con i nostri comportamenti irresponsabili o troppo spesso egoistici, se vorremo lasciare un pianeta, la nostra Madre Terra, alle future generazioni. Quelle stesse generazioni che, a parole, vorremmo difendere e tutelare. Si, oggi è a queste considerazioni che volgo il mio pensiero. Mentre sono seduto alla mia scrivania, a casa, scrivendo. Mentre evito di uscire, mentre mi attengo, come la maggior parte dei cittadini, alle prescrizioni che le Autorità hanno impartito: se vogliamo, tutti insieme venirne fuori dall'ennesima epidemia, oggi, pandemia, forse, domani se dovessimo raggiungere quota 6% dell'intera popolazione mondiale. Ma questi sono solo numeri, che spaventano, certamente. La storia, la madre storia, che dovrebbe insegnarci qualcosa, ci racconta di molte pandemie già avvenute e superate, talvolta a caro prezzo in vite umane. Ma ne siamo sempre venuti a capo della crisi, pur con i pochi mezzi che si avevano a disposizione: oggi è certamente diverso, poiché abbiamo le conoscenze, le strutture sanitarie e, presto, anche il vaccino per superare questa particolare influenza. A condizione che si riesca e si voglia davvero fare "squadra!", mettendo da parte atteggiamenti irresponsabili ed egoistici. A questo ho pensato, e ve l'ho partecipato in questo mio profilo social.