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Nell’Antico Testamento l’incenso è citato molte volte.
Il libro dell’Esodo narra che Dio ordinò a Mosè di costruire un altare speciale riservato all'incenso per il culto divino (30,1-10).
Dallo stesso libro si apprende che l'incenso veniva bruciato ogni mattina e ogni sera come sacrificio di lode (Esodo 30,7-8).
Il profumo d'incenso simboleggia la preghiera del credente: questa, simile al fumo, sale verso il cielo, dove c’è Dio.
Salmo 141, 2: “La mia preghiera stia davanti a te come incenso, le mie mani alzate come sacrificio della sera”.
Giuditta prima di tagliare la testa ad Oloferne, personificazione simbolica del male, invocò l'aiuto del Signore “nell'ora in cui nel Tempio di Dio veniva offerto l'incenso della sera” (Giud 9,1).
L'incenso si usava anche per i riti di espiazione: a Gerusalemme, nella ricorrenza annuale dell'Espiazione (Yom Kippur), il sommo sacerdote, dopo aver oltrepassato il velo del tempio, entrava con l'incensiere nel Santo dei Santi per bruciarvi “due manciate d'incenso aromatico fine…” (Levitico 16,12-13).
Uno dei peccati fondamentali del popolo d'Israele fu il peccato d'idolatria: consisteva nel bruciare incenso alle divinità pagane: “Sulle terrazze si offriva incenso a Baal e si facevano libagioni agli altri dèi per provocarmi” (Ger 32, 29; 11,12; 18,15; 44, 2-3). La stessa denuncia profetica è frequente nei libri storici, in particolare nei libri dei Re e delle Cronache, che accusano i re d'Israele di idolatria, peccato che contagiava anche il popolo: “Egli bruciò incenso nella valle di Ben-Innòm.... Sacrificava e bruciava incenso sulle alture, sui colli e sotto ogni albero verde (2 Cr 8,3-4; cfr. 1 Re 12,13; 2Re 12,4).
Nei libri sapienziali l'incenso è uno dei sette profumi che descrivono la Sapienza (Sir 24,15).
Il profeta Isaia (60, 6) annuncia che “… tutti verranno da Saba, portando oro e incenso…”. Questo versetto fu ripreso nel Nuovo Testamento dall’evangelista Matteo, che scrisse: I Magi “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra” (Mt 2, 11).
Anche nel Vangelo di Luca è citato l’incenso: “Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso (1, 8 – 11).
Comunque per quanto riguarda i profumi il libro più citato è il “Cantico dei cantici”, in cui due innamorati si cercano e si attraggono “sopra i monti degli aromi” e nel terzo poema viene citato anche l’incenso: “Chi sta salendo dal deserto / come una colonna di fumo, / esalando profumo di mirra e d’incenso / e d’ogni polvere di mercanti? (3, 6).
Nel nostro tempo l’incenso viene ancora usato nelle chiese per alcune funzioni liturgiche, in particolare nelle messe solenni.