Autore Topic: Dissoluzione progressiva  (Letto 694 volte)

Doxa

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Dissoluzione progressiva
« il: Giugno 15, 2019, 17:59:18 »
Dissoluzione progressiva di questo forum, come accade nella “sinfonia degli addii” di Franz Joseph Haydin (1732 – 1809),  dove gli orchestrali se ne vanno uno alla volta, oppure come nel famoso giallo di Agata Christie, titolato “Dieci piccoli indiani”,  dove i convitati muoiono in rapida successione e alla fine non rimane più nessuno.

La Sinfonia n. 45 in Fa diesis minore, nota anche come "Sinfonia degli addii",  fu scritta nel 1772 dal compositore austriaco Franz Joseph Haydn per il principe Nikolaus Esterházy, durante la sua permanenza estiva nella residenza di Eszterhaza, a Fertod, in Ungheria.  

È detta "sinfonia degli addii" perché nell'esecuzione dell'adagio finale i musicisti a turno smisero di suonare, spensero la candela del loro leggio e lasciarono la sala, e l'esecuzione venne conclusa solo da due violini con sordina, suonati rispettivamente da Haydn e dal primo violino, l’italiano Luigi Tomasini.  Con questo finale il compositore  volle indicare  in maniera allusiva al principe il desiderio dei musicisti di ritornare a casa ad Eisenstadt, dalle loro famiglie, perché  quell’anno il soggiorno ad Eszterhaza venne prolungato oltre il  previsto.


Franz Joseph Haydin

Il musicologo Gabriele Oliveti su quell'evento ha scritto un articolo titolato:  “Ecco cosa si cela dietro una delle più belle sinfonie della storia della musica, quella degli addii di Joseph Haydn”.

Oliveti narra che la  settecentesca residenza estiva del principe Nikolaus Esterházy, imita per bellezza e grandiosità lo stile del palazzo del re di Francia a Versailles.

Quella di Eszterhaza ha 126 stanze, saloni, ettari di parco, un teatro per l’orchestra di corte…Ma nonostante la grandezza il principe non voleva ospitare anche le famiglie dei musicisti, le quali, durante il periodo estivo, dovevano rimanere presso la residenza invernale di Eisentad, distante una sessantina di km da Vienna. Oltretutto il principe  non sopportava le urla dei  bambini.

In quell’estate del 1772 solo i quattro musicisti più importanti ebbero il permesso di invitare i propri familiari. Tra questi fortunati ovviamente c’era  Franz Joseph Haydn, trentottenne stimato compositore di corte, il quale preferì non abusare della munificenza del principe…, ma anche perché lavorava meglio da solo: aveva un rapporto conflittuale con la moglie, Maria Anna.

Quell’anno il periodo di vacanza ad Esterhaza  si protrasse più del solito. Gli orchestrali e i cantanti volevano tornare dalle loro famiglie. Haydin pensò ad una possibile soluzione, senza mancare di rispetto al principe Nikolaus con richieste esplicite.  E compose una sinfonia sorprendente, inusuale, che agli orecchi colti ed attenti del principe non sarebbe certo passata inosservata.

Dopo un primo movimento energico e drammatico (nello stile sturm und drang dell’epoca), la sinfonia n. 45 di Haydin si apre  un adagio in cui i violini con sordina alternano frasi distese, ora serene ora più malinconiche, a “singhiozzi”, ottenuti da appoggiature su crome puntate.

Ma le vere stranezze iniziano con il minuetto: l’ostica  tonalità di fa diesis maggiore provoca un’intonazione poco sicura, dà l’impressione di disagio.  La melodia principale, affidata ai corni, evoca l’incipit gregoriano delle “Lamentazioni di Geremia”. Il finale, veloce, intenso, ritmico, sembra condurre al termine della composizione, invece accade l’impensabile: dopo un accordo dominante inizia un adagio in 3 ottavi in cui gli strumentisti, ad uno ad uno, cominciando dai fiati, si congedano suonando un piccolo  “a solo”, e dopo aver spento la candela del leggio vanno via.

Le sonorità si dissolvono pian piano finché restano soltanto due violini (quella sera il primo violino Luigi Tomasini e lo stesso Haydn) quasi al buio accompagnarono questa sinfonia a spegnersi assieme alla luce delle candele, lasciando la scena vuota.

L’arguto principe Esterházy da questa sinfonia comprese le esigenze degli orchestrali e diede loro il permesso di tornare a casa.

La ‘Sinfonia degli addii’ aveva raggiunto lo scopo. Anche una vertenza sindacale, in mano ad un genio, può diventare un capolavoro.

piccolofi

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Re:Dissoluzione progressiva
« Risposta #1 il: Agosto 16, 2019, 13:25:09 »
Davvero interessante e con una chiusa che è una pennellata maliziosa, in linea con l'argomento trattato.