Se nell’aldilà avrò il permesso da colui che tutto può sarò un girovago, un “senza fissa dimora”, errante tra il Paradiso, l’Inferno, il Purgatorio e il “Limbo”, come Dante Alighieri nella sua “Commedia”. Ma egli non poté muoversi liberamente in quei luoghi sconosciuti. Ebbe come guida gratuita Virgilio, illustre accompagnatore nel suo viaggio immaginifico, perché “vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole”, disse Virgilio agli spiriti infernali che protestavano al passaggio dei due visitatori.
Nel mio salire e scendere di livello farò soste e brevi vacanze.
Nel Paradiso mi tratterrò non più di una settimana alla volta, anche se l’Eden è un luogo notoriamente piacevole, verdeggiante, panoramico, silenzioso ma purtroppo noioso: si va continuamente in estasi, si hanno visioni beatifiche; per rallegrare gli astanti San Pietro a volte chiama gli angeli musicanti per far cantare e ballare gli ospiti. Lui pensa a tutto e tutto promette a tutti.
Lo scrittore statunitense Mark Twain (1835 – 1910) in un suo aforisma scrisse: “Il paradiso lo preferisco per il clima, l’inferno per la compagnia”.
Farò delle brevi soste anche in Purgatorio. Questo luogo di purificazione, somiglia agli stabilimenti termali dove ci si va per la cura dell’apparato biliare, dell’intestino. Le anime di coloro che muoiono in uno stato di grazia bevono molta acqua minerale per depurarsi e prepararsi per accedere nel Paradiso. Secondo la teologia cattolica è "la condizione di coloro che, morti nella grazia di Dio, non sono ancora perfettamente purificati e devono quindi purificarsi al fine di ottenere la santità necessaria per essere ammessi alla visione di Dio".
Secondo alcuni storici della Chiesa il Purgatorio fu inventato per lucrare ai fedeli il pagamento delle preghiere, destinate ad attenuare le pene cui i penitenti defunti erano sottoposti. In effetti Dante Alighieri sottolinea più volte nella Cantica che i fedeli possono abbreviare la permanenza delle anime nel Purgatorio, ma ciò indipendentemente dal denaro versato o meno alle istituzioni ecclesiastiche.
All’Inferno ci andrò spesso perché è un ambiente vivace. I peccatori sono simpatici, allegri, non hanno rimorsi. Infatti per il malvagio che desidera il male l'inferno non è un luogo penoso ma territorio adatto alla sua natura e ci sta perversamente bene. Per lui il vizio è un premio a se stesso. Invece sarebbe giusta punizione l’acquisizione della consapevolezza del male compiuto, con conseguente orrore, rimorso, non rimediabile.
All’Inferno spero di diventare amico di alcuni suoi inquilini, per esempio di Paolo e Francesca, Insieme leggeremo l’Ars amatoria di Ovidio e il Kamasutra.
Ovviamente prima di accedere nell’inferno propriamente detto mi riposerò nell’Antinferno, area situata tra la porta di accesso nell’Inferno e il fiume Acheronte, che scorre nel mondo sotterraneo dell'oltretomba, attraverso il quale Caronte traghetta nell'Ade le anime dei “trapassati”.
Nell’Antinferno ci sono le anime degli ignavi: essi non meritano di entrare nell'Inferno. Sono colpevoli di viltà: non fecero del bene e neanche il male. Ma si può sostenere che essi furono colpevoli ?
Con loro sono puniti gli angeli che rimasero neutrali nella rivolta di Lucifero contro Dio; essi sono condannati a correre vanamente dietro un'insegna che non rappresenta nulla.
Complanare all’Antinferno c’era il Limbo, ma poi l’hanno tolto perché il costo per il suo mantenimento era troppo elevato. Antinferno e Limbo erano separati dal fiume Acheronte.
Il Limbo ospitava i bambini morti senza battesimo e le anime di quanti non furono cristiani, ma vissero da uomini giusti, perciò non meritarono l'Inferno né il cammino verso Il Paradiso. La loro sorte veniva decisa da Dio…
Il Limbo fu “eliminato” il 20 aprile 2007 dal pontefice Benedetto XVI. Il documento elaborato dalla Commissione teologica internazionale ed approvato dal papa afferma che il tradizionale concetto di limbo - luogo dove i bimbi non battezzati vivono per l'eternità senza comunione con Dio - riflette una “visione eccessivamente restrittiva della salvezza”. Invece la misericordia di Dio “vuole che tutti gli esseri umani siano salvati”. La Grazia ha priorità sul peccato, e l'esclusione di bambini innocenti dal Paradiso non sembra riflettere lo speciale amore di Cristo per “i più piccoli”.
La Chiesa, spiega il documento, ha continuato a parlare del limbo perché, a causa del peccato originale, il battesimo è la via ordinaria per la salvezza e per questo si motiva i genitori a battezzare i figli. Ma, riflettendo sulla misericordia di Dio c’è la speranza che i bambini morti senza battesimo siano salvi e godano della visione beatifica.
Della mancanza del Limbo me ne farò una ragione. Era un’area niente male, seppur senza gioia e senza pena. E’ esistita per secoli. Dante l’ha descritta nella “Divina Commedia”, seppur mai ufficializzata e definita dalla Chiesa. Era una ipotesi teologica provvisoria, durata secoli, in attesa di una soluzione più soddisfacente e, come tale, superabile grazie a una migliore comprensione della parola di Dio.