“Credo che esistano due tipi di leggi, quelle giuste e quelle ingiuste. Tutti noi abbiamo il dovere di obbedire alle leggi giuste e l’obbligo morale di disobbedire a quelle ingiuste. Perché non collaborare col male è un obbligo morale tanto quanto collaborare con il bene. Penso che la differenza sia che quando un uomo disobbedisce ad una legge che ritiene ingiusta, dovrebbe farlo pubblicamente, gioiosamente, amorevolmente, in modo civile e non incivile e dovrebbe farlo con l’intenzione di accettare la pena. Qualunque uomo che accetta una pena che ritiene ingiusta e rimane in prigione per risvegliare la coscienza della comunità riguardo l’ingiustizia della legge, sta esprimendo in quel momento il più alto rispetto per la legge.”
Le parole di Martin Luther King sono ancora attuali, ma ciò che stupisce è che si adattano universalmente ad ogni uomo che ambisce alla libertà, sia essa di idee, di orientamento sessuale o di religione. Libertà dalla povertà o dall’oppressione ma anche dalle convenzioni.
La disobbedienza attuata in questo modo porta in se qualcosa di nobile, ma bisogna individuare quei caratteri distintivi che ne impediscono l’assimilazione alla violazione comune della legge, alla obiezione di coscienza, alla resistenza, alla ribellione e alla rivoluzione, perché, seppur universali, le parole di M.L. King si riferiscono ad un preciso contesto, quello delle leggi razziste e della discriminazione dei neri americani ; lui stesso prende spunto dal saggio di Thoreau del 1849 “Disobbedienza civile” al quale si ispirò anche Gandhi.
In Italia Don Milani espresse il valore della disobbedienza, in questo caso contro il servizio di leva, ne “L’obbedienza non è più una virtù” del 1965, ed in politica Marco Pannella ed Emma Bonino si resero partecipi di campagne per il diritto all’aborto terapeutico, il divorzio e contro il proibizionismo. In particolare Marco Pannella subì vari processi per aver ceduto hashish in occasione di pubbliche manifestazioni negli anni ‘90, i quali si risolsero tutti con una piccola pena pecuniaria.
Possiamo dunque sostenere che delle tre battaglie condotte dai Radicali; aborto, divorzio e legalizzazione delle droghe leggere, due sono state vinte grazie anche alla disobbedienza civile. La terza, che negli ultimi anni ha visto in Rita Bernardini una piccola paladina, appare al momento abbandonata da una politica sorda e in ben altre faccende affaccendata. Rassegnarsi è contro ogni regola morale e civile, e per questo la piccola rivoluzione pacifica diventa quasi strumento di democrazia.