Le basiliche cristiane a deambulatorio o circiformi.Nel IV secolo, una variante architettonica della basilica classica paleocristiana fu la basilica con terminazione semicircolare, detta “a deambulatorio” (dal latino “deambulare” = camminare) o “circiforme”, per analogia con lo schema planimetrico del circus dove si disputavano le gare con le bighe e quadrighe guidate dagli aurighi e trainate da cavalli.
pianta del Circo Massimo di Roma
pianta di basilica a tre navate con deambulatorio dietro l’abside
Il deambulatorio permette le processioni all’interno della chiesa: i fedeli dalla navata laterale destra possono girare dietro l’altare maggiore e proseguire verso la navata laterale sulla sinistra.
Il deambulatorio divenne un elemento tipico delle basiliche di pellegrinaggio nei secoli XI e XII, lungo gli itinerari di pellegrinaggio, come il santuario di Santiago di Compostela. Il deambulatorio permette ai pellegrini di girare attorno all'altare maggiore, dove nel passato venivano collocate le reliquie del santo, e di pregare nelle cappelle collocate nel perimetro esterno dell'abside (cappelle radiali), senza disturbare le celebrazioni di culto che si svolgono sull'altare principale.
A Roma, nel IV secolo, nel periodo costantiniano furono costruite
sei basiliche circiformi: la basilica Apostolorum (poi titolata a San Sebastiano) in via Appia Antica; quella dedicata ai santi Pietro e Marcellino, sull'antica via Labicana (ora via Casilina); quella di Sant'Agnese, in via Nomentana; quella di San Lorenzo, prospiciente il piazzale del Verano e adiacente la via Tiburtina; quella di Papa Marco, in via Ardeatina e quella anonima sulla Prenestina, nella cosiddetta “Villa dei Gordiani.
Le suddette chiese erano cimiteriali, costruite nei pressi di catacombe o necropoli, dove la tradizione accreditava la presenza delle spoglie di martiri per la fede cristiana, perciò dette “martyria”.
Gli studiosi ipotizzano che la prima delle sei basiliche circiformi fu quella dedicata a San Sebastiano. Non è citata nel Liber Pontificalis (= Libro dei Papi) tra le basiliche fatte costruire da Costantino I. Tale libro, invece, nella parte riguardante papa Silvestro I, che pontificò dal 314 al 335, attribuisce all’imperatore Costantino I la costruzione di tre basiliche martiriali-cimiteriali nel suburbio di Roma, quella dei Ss. Marcellino e Pietro, quella di S. Lorenzo fuori le mura e quella di Sant’Agnese, delle quali si hanno resti ancora esistenti o riportati in luce da scavi archeologici.
Queste basiliche fungevano anche da cimiteri coperti per i fedeli che desideravano farsi seppellire vicino al santo oggetto di venerazione a cui la basilica era dedicata.
I cristiani credevano che dalle reliquie dei martiri o dei santi si sprigionasse uno spirito salvifico, coinvolgente i corpi dei fedeli sepolti nei pressi, santificandoli e garantendo loro l'unione con Dio.
Numerosi esponenti del clero e delle famiglie aristocratiche convertiti al cristianesimo scelsero di farsi inumare presso la tomba di venerati santi, ed imponenti mausolei vennero affiancati alle basiliche circiformi. Essi pagavano o facevano lasciti alla Chiesa per essere sepolti “ad sanctos”, vicini al santo. Pensavano che tra i martiri e i defunti si stabilisse una sorta di amicizia religiosa, un intimo rapporto inter pares, che qualifica i santi come patroni, intercessori e protettori: essere vicini a loro, essere rappresentati in loro compagnia, significa rompere la barriera tra cielo e terra e porre su un medesimo piano i defunti ordinari e i santi.
Queste chiese, assieme alla basilica vaticana dedicata all’apostolo Pietro e quella dedicata all’apostolo Paolo (fuori le mura urbiche) rappresentano le più importanti manifestazioni monumentali della politica religiosa di Costantino, che diede ai cristiani degli edifici-contenitori funerari per rispondere alla pressante richiesta delle sepolture ad sanctos, presso il santo.
Questa dinamica cultuale e funeraria è evidente a Nola (prov. di Caserta), nel complesso di Cimitile. Nei pressi della tomba del confessore Felice, considerato santo, nel V secolo furono costruite quattro basiliche per lo più funerarie per assolvere la grande richiesta delle sepolture ad sanctos.
Vennero edificati anche un battistero, dei monasteri (in uno dei quali visse Paolino di Nola con la moglie Terasia), cortili, portici, un ospizio per i poveri, un acquedotto per le esigenze di coloro che si recavano in pellegrinaggio nel celebre santuario campano.
L’archeologo e docente Fabrizio Bisconti evidenzia che “le testimonianze letterarie ed epigrafiche illuminano un mondo cristiano lontano, primitivo, dove confluiscono i riti, i culti e, forse, le superstizioni delle culture e delle civiltà del Mediterraneo, ma ci parlano di un'evoluzione dei gesti e degli atteggiamenti di un ‘popolo nuovo’, che ricarica semanticamente le abitudini funerarie del passato, trasformando le usanze in forme di un culto, che genera i fenomeni della intercessione, del culto, della devozione e che avvicina, rompendo ogni barriera, i defunti ordinari, i martiri, i santi, che diventano gli abitanti del mondo dell'attesa, della resurrezione che verrà”.
Nei prossimi post descriverò ognuna delle sei basiliche circiformi sopra indicate.