Parole non ostili: regole utili per la comunicazione virtuale e reale.
Nelle conversazioni online capita che il confronto, lo scambio di opinioni degeneri nel cyberbullismo, insulti, minacce, post-verità.
Il termine post-verità, traduzione dell'inglese post-truth, indica quella condizione secondo cui, in una discussione relativa a un fatto o una notizia, la verità viene considerata una questione di secondaria importanza.
Nella post-verità la notizia viene percepita e accettata come vera in base alle proprie emozioni e sensazioni, senza alcuna analisi della effettiva veridicità dei fatti raccontati: in una discussione caratterizzata da "post-verità", i fatti oggettivi, accertati, sono meno influenti nel formare l'opinione pubblica rispetto ad appelli ad emozioni e convinzioni personali.
Il “Manifesto della comunicazione non ostile” in dieci tesi:
1.virtuale è reale: dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona.
2. Si è ciò che si comunica: le parole che scelgo raccontano la persona che sono, mi rappresentano.
3. Le parole danno forma al pensiero: mi prendo il tempo necessario per esprimere meglio quel che penso.
4. Prima di parlare bisogna ascoltare: nessuno ha sempre ragione.
5. Le parole sono un ponte: scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri.
6. Le parole hanno conseguenze: so che ogni mia parola può avere conseguenze.
7. Condividere è una responsabilità: condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi.
8. Le opinioni si possono discutere. Le persone si devono rispettare: non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico
da annientare.
9. Gli insulti non sono argomenti: non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi. Se non sono abbastanza
informato su un argomento o chi parla con me vuole solo litigare, scelgo di tacere.
10. Anche il silenzio comunica: quando la scelta migliore è tacere, taccio.