Autore Topic: Primo amore  (Letto 1786 volte)

Doxa

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Primo amore
« il: Luglio 27, 2016, 12:21:26 »
Il ricordo, a volte malinconico, del “primo amore” che “non si scorda mai” e al quale siamo tutti affezionati, perché rimane nella memoria come l’imprinting o come un piacevole trauma psicologico, se è veramente piacevole e non deludente.

L’età, l’adolescenza, le emozioni,  le gioie e le cocenti delusioni, l’ansia, la felicità, gli ormoni scatenati concorrono a rendere unica ed irripetibile quell’esperienza.

La memoria fa “vedere” la figura di quella compagna di scuola, di quella ragazza conosciuta al mare e della quale ci siamo infatuati, innamorati. Ma quel volto, quel bacio, quella prima volta, quel dolore intenso per la fine di quell’amore, col tempo diventano evanescenti. L’immagine ricordata appare deformata, appartiene ad un passato che non esiste più, come l’acqua del fiume che non torna indietro. 

Ma nel nostro tempo molti innamoramenti adolescenziali o giovanili si sono “riaccesi” fra adulti che ritrovano quella ragazzina, quel ragazzino timido, quell’amore mai espresso, tramite i social network, in particolare Facebook,  e si riannodano i fili dell’esistenza, con l’illusione che si possa vivere per due volte la prima volta.
Basta un clic. Tra nostalgia e curiosità si cerca di scoprire che cosa fa oggi, se è sposato/a, se ha figli, se abita sempre nello stesso posto ecc.. Difficile non domandarsi: “E se oggi funzionasse ?”

Ritrovare il primo amore è fare un salto nel passato, all'epoca dei 15, 16 o 17 anni. Significa dimenticare lo scorrere del tempo e concedersi un’altra possibilità.

Annabel

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Re:Primo amore
« Risposta #1 il: Luglio 27, 2016, 16:01:34 »

Su Facebook ho trovato una mia lontanissima infatuazione. Debbo dire che guardando il suo profilo, le sue foto, mi ha solo riportato con la memoria a quell'atmosfera di tanti anni fa. Non mi ha suscitato nient'altro, anzi, lguardando le sue foto attuali mi sono chiesta come diavolo mai mi fossi infatuata di una figura simile. Ho visto la foto della moglie e l'ho trovata simpatica, mentre è piuttosto  brutta la figlia. Assomiglia a lui, purtroppo per lei.

Mi era venuta la tentazione di contattarlo, ma mio fratello me l'ha vivamente sconsigliato temendo, a ragione, che mi potrebbe mandare a quel paese dato che lo misi un po' in croce prima che la storiella finisse. Tutto sommato debbo dire che sia stato un bene che quella storiella non sia finita in matrimonio.
Penso che, a meno che un amore non sia troncato dalla morte di uno dei due, in quasi tutti i casi, quando ci si lascia il motivo è uno solo: non era la persona giusta.

Doxa

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Re:Primo amore
« Risposta #2 il: Settembre 16, 2017, 08:47:16 »
L’antico filosofo e politico Seneca consiglia:“Danda est animis remissio”: (= Occorre concedere una pausa agli animi); riposati, (i pensieri) rinasceranno migliori e più combattivi”. Seneca: “De Tranquillitate Animi”.

Per alcuni giorni ho concesso una pausa alla mia “anima” ed ora provo a vedere se è vero che nascono pensieri migliori, in fatto di nostalgia.

Per un argomento sulla memoria, nulla è più adatto di una poesia. Pochi versi condensano un discorso e possono svelare il nostro inconscio.

Comincio con un testo del poeta Bruno Dall’Olio:

Lo stesso inganno

Ritornare
sul luogo dei ricordi
per riesumare
le spoglie del passato
è usare
violenza al cuore.

Lo stesso inganno
di chi guarda
la lucciola di giorno
e scopre che è
un insetto nero
che gli cammina goffo
sul palmo della mano.


(Bruno Dall’Olio)

L’attaccamento al passato ci trascina indietro nel tempo come una potente calamita, e quel tempo può essere nostalgia se il ricordo è lieto, oppure rimorso o rimpianto se è doloroso.

Nei ricordi nostalgici prevale l’illusione, la malìa, il miglioramento retrospettivo di quello che è realmente accaduto. Capita quando non si accetta la contemporanea realtà quotidiana. Allora il passato viene mitizzato dal ricordo, forse non per tornare in un luogo ma come desiderio di tornare ad un periodo di tempo vissuto in quel luogo, pur nella consapevolezza che le persone, gli ambienti sono cambiati.

Allora

Allora... in un tempo assai lunge
felice fui molto; non ora:
ma quanta dolcezza mi giunge
da tanta dolcezza d'allora!

Quell'anno! per anni che poi
fuggirono, che fuggiranno,
non puoi, mio pensiero, non puoi,
portare con te, che quell'anno!

Un giorno fu quello, ch'è senza
compagno, ch'è senza ritorno;
la vita fu vana parvenza
sì prima sì dopo quel giorno!

Un punto!... così passeggero,
che in vero passò non raggiunto,
ma bello così, che molto ero
felice, felice, quel punto!


(Giovanni Pascoli)

La mia commedia continua e sul mio passato non calo il sipario.

Doxa

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Re:Primo amore
« Risposta #3 il: Settembre 19, 2017, 07:45:58 »
A volte i ricordi sono pesanti ed ingombranti come macigni, ci tengono ancorati ad un passato che non fa vivere serenamente il presente.

Se invece il ricordo è piacevole, spesso viene avvolto dalla nostalgia. Basta una frase, un’immagine, un profumo e la reminiscenza diventa tempo presente.

La nostalgia aiuta a mantenere il legame col passato che si vorrebbe rivivere, fa sognare ad occhi aperti,  provoca malìa, ci riporta a quel tempo, a quell’amore creduto il più importante nella propria vita. Ma è possibile avere amori di serie A e amori di serie B?
E' possibile re-innamorarsi dopo una storia davvero importante, ma non riuscire a raggiungere il livello più alto?
E' giusto che gli amori venuti dopo quello “più importante”, debbano  essere considerati “inferiori” ?
 
Ci sono storie d’amore che più di altre lasciano tracce profonde. E se una successiva storia  amorosa sembra di serie B  sarebbe  meglio interromperla ? Oppure non interromperla per timore della singletudine ?

Dopo una  relazione di coppia davvero importante si riesce  ad amare un’altra volta in modo soddisfacente, senza  nostalgia?

E’  possibile che dopo anni e nuove storie si provino ancora gli stessi sentimenti per un ex ?

Quante domande ! Le risposte non sono univoche. Ogni individuo dà risposte secondo le proprie esperienze.

Doxa

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Re:Primo amore
« Risposta #4 il: Settembre 20, 2017, 00:11:08 »
Effetto nostalgia suscitata dalla musica, da una canzone... Allora si gioca con la fantasia... e si pensa a quell’amore finito ma idealizzato da chi è rimasto innamorato.

L’idealizzazione induce a ricordare “perfetta” la persona amata, almeno fino a quando il “velo di Maya” fa da barriera alla realtà, ma se il velo cade arriva la delusione.

Ma cos’è il “velo di Maya” ? La frase fu ideata dal filosofo Arthur Schopenhauer ed è nel suo libro “Il mondo come volontà e rappresentazione”.



Nelle religioni che si autodefiniscono “ri-velate”, il metaforico velo impedisce la visione spirituale di Dio.

Il sostantivo māyā deriva dal sanscrito ed indica diverse dottrine filosofiche e religiose originarie dell'India.
Il significato originario di māyā è quello di "creazione", ma ha successivamente acquisito il significato di "illusione" che vela la realtà.

Questo «velo», di natura metafisica ed illusoria, separa gli individui dalla conoscenza/percezione della realtà.

Similmente alla metafora della caverna di Platone, l'individuo è presentato come un individuo i cui occhi sono coperti dalla nascita da un velo; quando se ne libererà, la sua anima si risveglierà dal letargo conoscitivo e potrà contemplare la vera essenza della realtà.

Doxa

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Re:Primo amore
« Risposta #5 il: Settembre 21, 2017, 06:52:17 »
Il percorso della vita si snoda in parvenze ed illusioni, rimandi e rilanci di attese, palpiti rinnovati e falsi segnali. Infine il traguardo è la rinuncia all’amore, a quell'amore. Arriva il tempo del ripiegamento, della nostalgia, ed il grande evento dell’amore svanisce dal proprio orizzonte, dalle proprie aspettative. Non è più quell'emozione cercata, è solo l'intuizione di cosa è andato perduto e che poteva dare un’altra prospettiva alla propria vita.

Rimane lo stratagemma di rilanciare il discorso su un piano letterario o poetico, per ricordare le intime risonanze.

La nostalgia è un’emozione con numerose varianti che permette di descrivere diversi stati d'animo tra presente e passato, permette alla fantasia di rivivere idealmente immagini a volte vivide, altre sfocate, lontane  nel tempo e nello spazio.

Sovente la giovinezza è rimpianta non tanto come periodo felice in se stesso, perchè non lo è mai come si crede, ma perchè si aveva tanto tempo davanti, tante speranze e progetti. Come nella poesia titolata “Un vecchio”, scritta da Kostantinos Petrou Kavafis

 

“Un vecchio”

Interno di caffè. Frastuono. A un tavolino
siede appartato un vecchio. È tutto chino,
con un giornale avanti a sé, nessuna compagnia.

E pensa, nella triste vecchiezza avvilita,
a quanto poco egli godé la vita
quando aveva bellezza, facondia e vigoria.

Sa ch’è invecchiato molto: lo sente, lo vede.
Ma il tempo ch’era giovane lo crede
quasi ieri. Che spazio breve, che spazio breve.

Riflette a come la Saggezza l’ha beffato.
Se n’era in tutto (che pazzia!) fidato:
“Domani. Hai tanto tempo”- la bugiarda diceva.

Gioie sacrificate…ogni slancio represso…
Ricorda. Ogni occasione persa, adesso
suona come uno scherno al suo senno demente.

Fra tante riflessioni, in tutta quella pioggia
di memorie, è stordito il vecchio. Appoggia
il capo al tavolino del caffè…s’addormenta.


Doxa

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Re:Nostalgia
« Risposta #6 il: Settembre 23, 2017, 04:19:23 »


T'aspetto nella mia casa sopra la scogliera erosa, in pensosa ricordanza.

La memoria e l'immaginazione forniscono materiale alla nostalgia  per le rappresentazioni mentali di quel tempo…,  “...era quello il tempo migliore della mia vita e solo adesso che m'è sfuggito per sempre, solo adesso lo so”. (Natalia Ginzburg, da “Inverno in Abruzzo”, nel libro: “Le piccole virtù”).



“Adesso lo so”, ripeté quell’uomo, solo, seduto davanti ad un tavolo con sopra un bicchiere di vino. Nella stanza, sulla parete che aveva di fronte, c’era uno specchio. Si guardava riflesso ed immaginava di essere in compagnia. L'unica immaginaria compagnia alla sua solitudine la sera di Natale.
 
Si guardò di nuovo nello specchio, alzò il bicchiere con dentro il vino per fare un brindisi, e con tono solenne disse: "brindo al bambino che fui. Egli ha solo me al mondo che possa ricordargli i suoi sogni”. Poi posò il bicchiere sul tavolo e pianse. Le lacrime rigavano le sue guance.

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« Ultima modifica: Settembre 23, 2017, 04:23:10 da dottorstranamore »

Doxa

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Re:Primo amore
« Risposta #7 il: Ottobre 23, 2017, 00:12:30 »
Primo amore. Non è possibile dimenticarlo quando ci si aggrappa al suo ricordo. Non è possibile se quel ricordo è un’intuizione di felicità mai messa alla prova con la quotidianità. Nel ricordo quella ragazza idealizzata, è bellissima. Il tempo non le ha segnato le rughe sul volto. Eppure sono trascorsi tanti anni. 

Il ricordo di lei, icona di perfezione,  ritorna prepotente. Ma è inutile dopo tanti anni cercare quella donna, pensando di poter riallacciare la relazione, specie se è stata lei a dire basta a quel flirt estivo durante le vacanze. Non ci sono metodi, specie se da parte sua  non era un grande amore ma soltanto un’infatuazione giovanile.

Riuscire psicologicamente a rinunciare a lei, a quell’illusione, significa qualcosa di più del lasciare, emotivamente per sempre, la ragazza a lungo vagheggiata, idealizzata ed abbellita nel ricordo. Significa accettare la realtà, e forse la mediocrità di una vita opaca.

Sull’abbandono emotivo definitivo del primo amore c’è un interessante scambio di lettere tra una donna di 36 anni, di nome Elena, e la professoressa Alessandra Graziottin, sessuologa e psicoterapeuta.

Elena: “Ho 36 anni e, nonostante la mia voglia di mettere su famiglia, non mi sono ancora sposata. Il mio problema è stato un grande amore: il primo della mia vita, incontrato durante un’estate al mare. Io avevo 15 anni, lui 18. A me sembrava straordinario: bello, dolce, tenerissimo, con lui ho fatto l’amore per la prima volta e sono stata felice come mai dopo. Una vacanza lunga, fantastica, un sogno. Per me è l’unica estate luminosa della mia vita. Poi il ritorno in città, due città lontane. Io gli scrivevo, gli telefonavo, mi sentivo un guizzo di felicità solo se sentivo a sua voce.  Lui è diventato sempre più freddo, mi ha detto che era troppo giovane per legarsi e di non cercarlo più. Sono passati 16 anni. Ho avuto altre storie, anche lunghe, ma ad un certo punto il suo ricordo esce fuori e il ricordo di quella felicità non ripetibile manda tutto all’aria. Nessuno sa far l’amore e farmi felice come lui. Cosa posso fare per vivere? Cancellare il suo ricordo? Da un lato lo vorrei, dall’altro mi sembra di rinnegare la parte più bella della mia vita… Elena”

Risposta di  Alessandra Graziottin:
“Non è possibile dimenticare, Elena, quando ci si aggrappa così visceralmente ad un ricordo. Non è possibile quando quel ricordo incarna un sogno, un progetto, un’intuizione di felicità mai messa alla prova con la tremenda verità del quotidiano. Quel ragazzo è diventato ancora più bello nel tuo ricordo: il tempo non ha segnato i suoi gesti, non ha appannato il suo sguardo innamorato, che è rimasto vivo come allora nei fotogrammi che tu conservi gelosamente nel cuore. Come si fa a separarsi da un ricordo che ci porta i colori della primavera, dell’estate, della felicità assoluta? Che si è cristallizzato nella fase scintillante di uno stato nascente, di perfetta corrispondenza di amorosi sensi, quando tutto il nuovo era anche sorprendentemente bello e travolgente? Onestamente, per ogni storia nata dopo, è difficile reggere il confronto con una “prima volta” così.

La rottura brusca, nella distanza, non ha tolto il velo dell'illusione a quegli aspetti del carattere che sono così difficili da accettare quando l'innamoramento tenta di diventare amore. Nessun uomo reale può reggere il confronto, oggi, con un'icona di perfezione come quel primo amore. Quel ragazzo ha indossato i tuoi desideri, ha danzato nei tuoi sogni perché di lui hai poi coltivato un'immagine lontana e seducente senza nessuna verifica nella realtà.

E quando gli uomini reali che hai incontrato dopo ti hanno per qualche aspetto deluso – a tutti succede, nel passaggio dallo stato nascente dell'innamoramento al progetto di vita che è amore ma anche capacità di accettare i limiti, le mancanze, i lati oscuri dell'altro – il ricordo di lui è tornato prepotente. Rinunciare a lui, e al sogno, significa qualcosa di più del lasciare, emotivamente per sempre, un uomo a lungo sognato. Significa accettare la realtà, e forse “la mediocrità di una vita meno vasta dei nostri progetti e più opaca dei nostri sogni”, come mirabilmente dice Marguerite Yourcenar nelle “Memorie di Adriano”. Un passaggio con cui tutti dobbiamo fare i conti, nelle nostre lillipuziane esistenze.

Torna alla vita, La scommessa grande, oggi che sei donna e non più ragazza al primo amore, è cercare di realizzare il tuo progetto di famiglia felice, con un uomo vero. Tenendoti quel bel ricordo, ma senza farne il metro di paragone di un amore adulto, che ti auguro di cuore: meno scintillante, forse, ma più vero e consapevole. E, soprattutto, un amore che sia davvero capace di tradursi in un progetto di vita appagante, con una bella famiglia, come desideri”.

Platino

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  • "Sempre caro mi fu quest'ermo colle..."
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Re:Primo amore
« Risposta #8 il: Dicembre 29, 2017, 17:56:51 »
Il primo amore non corrisponde a un modello proposto, indotto allora. Una maschera colorata, forte, molto bella posta sopra una persona, donna o uomo che sia. Poi, col tempo ci si adegua ai campioni...