La nostalgia ispira poeti e romanzieri. Viene suscitata da un’esperienza felice del proprio passato.
“La nostalgia è la sofferenza provocata dal desiderio insoddisfatto di ritornare”, disse lo scrittore Milan Kundera nel libro “L’ignoranza”. Questo romanzo narra la storia di una donna, Irena, e di un uomo, Josef, che, dopo aver vissuto per oltre vent'anni lontani da Praga in esilio volontario e con storie tra loro lontane, avendo in comune solo un dimenticato amore adolescenziale, ritornano nella loro città e, casualmente, si rivedono.
Tornare, significa ripercorrere nella mente nomi, volti e luoghi del passato. Ognuno, dice Kundera, ricorda solo momenti significativi del proprio vissuto. Di una storia d’amore possono restare solo alcuni attimi, poche immagini, qualche parola.
L'incontro tra Irena e Josef dura soltanto pochi minuti, ma fissano un successivo appuntamento ed altri incontri, dai quali nasce il feeling, la sintonia ed infine l’amore, con finale a sorpresa.
Questo romanzo di Milan Kundera mi riporta al 1995 e mi fa pensare al film “Prima dell’alba”, che racconta l’incontro tra un uomo, Jesse, venticinquenne statunitense, ed una donna, Celine, ventitreenne francese. I due si conoscono su un treno che da Budapest va a Vienna e Parigi.
Jesse, il mattino dopo, dovrebbe ripartire con l'aereo da Vienna per tornare a casa, mentre la ragazza dovrebbe proseguire, con lo stesso treno, verso Parigi. Tuttavia, poco prima di salutarla, Jesse la invita a sostare con lui a Vienna per una notte e la convince a scendere dal treno.
Trascorrono la notte in giro per la città. Dialogano, cercano di conoscersi, si confidano, espongono la loro idea dell’amore, le loro paure e titubanze, si baciano. Tra i due nasce il feeling.
All’alba i due si dividono, ciascuno destinato a proseguire il proprio viaggio in due diverse direzioni. Al momento del commiato Jesse e Celine esprimono la volontà di dare un seguito al loro incontro. Il finale resta aperto: Jesse e Celine si rincontreranno ?
Tornando a Kundera e all’amore adolescenziale tra Josef ed Irena, secondo gli esperti rimettersi con il primo amore non è mai una buona idea. Il primo amore tende a lasciare una grande impronta emotiva in ognuno di noi, spiega lo psicologo Cary Cooper della Lancaster University, e ci spinge a dimenticare le cose che allora non funzionavano per farci vedere tutto “ammantato di rosa”. E’ sbagliato pensare che il rapporto interpersonale possa essere lo stesso di 10 o 20 anni fa, perché le circostanze sono cambiate, ed anche le persone cambiano.
Il primo amore non si scorda mai ? La risposta è affermativa. Lo conferma anche un recente sondaggio. Alla domanda “Pensate mai alla prima fidanzata ?”, il 24% dei maschi ha risposto uno struggente sì, mentre il 14% ha ammesso di essere andato anche oltre il semplice pensiero, riallacciando i contatti con la vecchia fiamma, sebbene in gran segreto. Niente “scappatella” in ricordo dei vecchi tempi, ma una vera e propria storia, possibilmente più duratura rispetto alla volta precedente.
E’ “sbagliato” riprovare ad instaurare la relazione col “primo amore”, ma forse anche con il secondo ed il terzo…
Un amico virtuale mi ha inviato una mail per dirmi che ha avuto “diversi tipi di innamoramento: quelli brucianti, quelli a fuoco lento, quelli da bellezza, quelli da sensualità e quelli da amicizia. Poi le relazioni sono finite e col passar del tempo quella persona ti manca, ti vien voglia di raggiungerla e di baciarla, di regalarle un mazzo di rose, di andare da lei perché con lei stavo bene, e in quei momenti non avrei voluto nessun altra accanto a me.
Le persone che amo e che ho amato, me le porto sempre dentro,anche se non posso più averle vicino, sentirle o vederle. Questo mi produce uno stato melanconico quando ripenso a quei momenti che non potranno mai tornare, e alle volte è pesante da sopportare”.
Secondo il professor Constantine Sedikides, direttore del Centro di ricerca sull'identità personale dell'Università di Southampton, Regno Unito, la nostalgia è una risorsa psicologica, aiuta a rimettere insieme i frammenti del proprio passato e a far riflettere tra ciò che eravamo e ciò che siamo.