- E se per caso scoprissi che sei lucida scarpa in mezzo a tante opache, ti porterei con me nel ballo senza tempo dove soltanto l’eleganza conta e un passo esperto da maestro.
- Hai forse chiesto a me per prima, se m’interessa sfidare il tempo con frac e lustrini?
- Perché? E’ poi così importante chiedere un parere prima a te che sei una scarpa e poi al piede?
- Certo che sì, mio caro, perché sono io che porto e non tu che sei portato.
Il piede per un attimo si fermò a pensare, quella prospettiva non aveva mai considerato, credeva da sempre di poter decidere del suo destino e di quello di qualche altra. Da piccolo lo avevano abituato a farne a meno, a camminare scalzo e poi da grande gli avevano detto che avrebbe sempre scelto.
La scarpa guardando il piede con la sua aria assorta provò per lui una profonda tenerezza, così si avvicinò e con dolcezza gli disse: suvvia staremo insieme fino a quando ognuno di noi vorrà, scegliendo per noi stessi e non per l’altro.
Il piede allora s’illuminò e da quel giorno rispettò il suo posto.