Il giovane e la strega non vivono lo stesso tempo, l’uno è contento mentre l’altra vive di stento.
Si affacciano alla vita entrambi in un solo momento e poi la fortuna prende il sopravvento.
E se va bene, all’uno dona un talento, all’altra ahimè solo tormento. Sorte avversa per chi non è creduto nonostante i suoi sforzi eterni, perciò la strega è strega e al rogo la manda solerte il fato.
Il giovane invece cammina per la sua strada, da tutti è ben curato, nutrito e anche spronato perché nelle mani sue ha un futuro che sfida il tempo. Così quello procede guardando di qua e di là senza capire dove, e forse nemmeno il perché.
Sono pochi, tra i giovani, quelli che al passo cedono davvero il loro passo, si accomodano di lato e ascoltano in silenzio. Questi sanno veramente chi è quella strega lì, quella che col suo passo spazza la polvere, il vento, e le nuvole di passaggio. Quella che il fiato suo lo dona per salvare, nasconde il volto a chi non la sa guardare e parla a chi la capisce e basta.
Quei pochi allora, giovani di grandi speranze, talenti e senza mancanze, sanno dove sta il bosco, scelgono se entrarci, e vedono oltre le sembianze. Non giudicano loro, perché sanno che potrebbero essere giudicati, perciò vivono beati nelle circostanze di vita e di pensiero, ognuno è loro amico compresa una strega di passaggio.
