La realtà virtuale che surroga quella fisica; l'idea (malsana) che tutto ciò che si scrive e si pubblica, anche se foriero di idee e/o atteggiamenti folli o inneggianti ad attività contro la legge, non abbia nè ripercussioni nè responsabilità morali e penali è, semplicemente, folle che ci trasloca tutti verso una società priva di limiti e regole. In pratica, anarchica ed irrispettosa della vita e degli esseri umani. Quando si scrive, quando si denuncia, quando si accusa condannando prima ancora delle sentenze in tribunale (ricordando che i gradi di giudizio sono 3) ci si deve assumere anche la responsabilità delle proprie azioni. La cosa andrebbe insegnata e ricordata sempre ai fruitori dei social e dei sistemi di comunicazione virtuale, sopratutto quando si agisce nell'anonimato. Anche le giovani generazioni devo ricordare ed avere ben presenti la valenza delle loro azioni, quando attuate attraverso la rete che, è bene ricordarlo, può avere ripercussioni nell'immediatezza e per un tempo illimitato, al di là quindi delle proprie intenzioni (pensando e sperando che quest'ultime possano e debbano essere limitate nel tempo). I giovani in particolare (in quanto maggiori fruitori del web) debbono rendersi ben conto delle potenzialità, anche negative, della rete e delle conseguenze nefaste che immagini, messaggi ed altro possono avere sulla vita del destinatario delle loro azioni "divulgatrici" via internet/social. Occorre, pertanto, che i sistemi educativi (dalle scuole, di ogni ordine e grado, all'informazione) prendendo coscienza del problema, si impegnino a divulgare un "messaggio educativo" indirizzato a tutti coloro che normalmente fruiscono della rete e dei suoi mezzi di divulgazione, ed in particolare alle giovani generazioni sempre più immerse nelle modalità di comunicazione "virtuale" che ha surrogato (purtroppo) quella fisica, sempre più spesso. In questo la società ha una ben precisa responsabilità riflessa e diretta: ogni volta che qualcuno azzera l'esistenza di qualcun'altro, o ogni qual volta che una persona decide, spinto dalla pressione mediatica, di togliersi la vita o negarlo a qualcun'altro. Si rifletta maggiormente, a livello legislativo e tra i responsabili dell'educazione e nel controllo di quanto passa attraverso i social via web!