Autore Topic: Quell'incontro inaspettato  (Letto 1250 volte)

throughtmywords

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Quell'incontro inaspettato
« il: Settembre 10, 2016, 15:34:01 »
Questo spezzone è prodotto di emozioni e desideri comuni a molte persone, specialmente ragazze come me suppongo.
Non è nulla di che a dire la verità, ma vorrei ricevere opinioni che accetterò saggiamente. :)

Chiedo scusa per eventuali errori :)

"Ero a casa di un'amica per una festa quando mi precipitai in bagno in preda ad una crisi causata da un intero miscuglio di emozioni. Non so cosa successe esattamente, forse quando ti metti troppo a pensare finisci per scavare nella tua mente facendo riemergere ricordi, pensieri, idee che ti causano dolore. So solo che mi sentii incredibilmente patetica, mi guardai allo specchio e assistei allo spettacolo più pietoso di sempre. La faccia deturpata dalla tipica espressione che si assume quando ci si lascia andare al pianto, le lacrime si mischiavano al mascara che colò lungo tutto il viso. Chiusi gli occhi e abbassai la testa, non volevo più vedere la mia immagine riflessa nello specchio. Mi bastò sentire il rumore della porta che si apriva per coprirmi il volto e tentare invano di asciugare le lacrime, non mi andava giù l'idea che qualcun'altro mi vedesse in quello stato. “Ecco dov'eri.” Al suono di quella voce alzai lo sguardo incredula. Lì davanti a me c'era il ragazzo che da sempre avevo ammirato dagli ultimi banchi della classe fin dalla prima superiore. Quello che avevo sempre considerato irraggiungibile e al quale avevo rinunciato perché mai si sarebbe accorto di me. La ragazza silenziosa, sognatrice, non mi si poteva definire bella, no, al massimo carina. Una ragazza è bella quando attira l'attenzione di tutti i presenti nel momento in cui entra in una stanza. È bella una ragazza che riceve occhiate dai passanti anche se ha i capelli legati in una coda disordinata ed è senza trucco. E io non ero così. Tentai di uscire dal bagno, non mi andava di essere presa in giro, ma lui mi fermò.- “Per favore, fammi uscire.” Pronunciai quella frase quasi con un tono di supplica, evitando cautamente il contatto visivo. Lui mi mise due dita sotto al mento e girò il mio viso verso di lui, così da far incontrare i nostri sguardi . “Finalmente posso vederti senza maschere.” A quelle parole rimasi attonita, non avevo idea di cosa parlasse e diedi voce ai miei dubbi. -“Che intendi?” -“Intendo dire che per la prima volta vedo quello che nascondi continuamente dentro di te.Senza mostrarlo a nessuno.”- Continuavo a non capire.Trovarmi lì, con lui, in quella situazione mi creava un forte disagio e cercai nuovamente di andarmene sussurrando un flebile “scusa”. Ciononostante le sue parole mi bloccarono subito, quasi come se al suono della sua voce si fosse innalzato un muro ad impedirmi il passaggio. -“Il tuo dolore.” -Rimasi in silenzio e non mi girai, le lacrime ancora una volta minacciavano di sgorgare dai miei occhi. -“Forse non lo sai, non te ne sei mai accorta. Ma io vedo quando, in classe rivolgi il tuo sguardo sempre oltre le grate delle finestre. Precisamente al treno che passa più volte sui binari. Ovviamente non so per quale motivo lo fai, immagino perché desideri irrefrenabilmente di trovarti in uno dei vagoni per scappare.”- Strinsi le mani in due pugni e affondai le dita nella carne. La verità delle sue parole mi faceva quasi ingarbugliare lo stomaco. -“Noto anche i tuoi sospiri, quelli che tiri quando sei triste e il tuo sguardo è basso. Ti perdi tanto nei tuoi pensieri che nemmeno tu te ne accorgi.”- A quel punto alzai la testa verso il cielo, cercando di far fermare le lacrime che, per la seconda volta quella sera, scorrevano lungo gli zigomi. -“Vedo anche quando cerchi di ingannare chi ti sta intorno con i tuoi sorrisi, fingi di divertirti, ma non sei per niente convincente. È questo quello che intendevo quando ti parlavo di maschere.”- Decisi di prendere parola e mi girai con uno scatto. -“Se è vero tutto questo perché non ti sei mai avvicinato?Mi hai sempre ignorato!A malapena esisto per te!”- La voce era rotta dal pianto e rimproverai me stessa per non essere abbastanza forte. -“Io a volte mi sento..” - Il suo silenzio mi spronò a continuare. -“Io a volte mi sento in trappola in una bolla, lontana da tutti, sola, incapace di comunicare agli altri quello che sento.. Mi sento debole, perché vorrei essere abbastanza menefreghista da fingere che non m'importi. Ma io non sono forte… E la solitudine è ciò che più distrugge la mia finta indifferenza.. Se davvero ti sei accorto di tutto…perché non mi hai parlato prima?!”- Dopo aver sproloquiato per la prima volta così tanto con qualcuno che prima di allora non mi aveva mai rivolto la parola, mi arresi alla volontà delle mie lacrime e lasciai che mi bagnassero il volto. -“Non so dirti esattamente perché. So solo che mi piaceva guardarti da lontano. Probabilmente ero troppo vigliacco per avvicinarmi, ma che importanza ha ora?”- Mi meravigliarono le sue parole. Lui, che dall'esterno appariva imperturbabile, non aveva il coraggio di rivolgere la parola ad una come me? -“Se è possibile sei ancora più bella quando piangi.”- A quella frase il mio cuore perse un battito.E quella che la segui li fece triplicare. -“I tuoi occhi diventano ancora più chiari. Riflettono tutto quello che hai dentro. Il tuo volto non mima più un'espressione di gioia, fallendo miseramente. È come se le tue emozioni latitanti uscissero allo scoperto mettendoti a nudo, proiettando quella sofferenza che io vorrei calpestare e prendere a fucilate.”- Singhiozzi accompagnarono il mio pianto ora. Non riuscivo a credere a niente di quello che stava succedendo. Sembrava che una palla demolitrice avesse buttato giù tutte le mie difese. Mi sentivo estremamente vulnerabile. Le gambe erano molli e le mani tremavano. -“Se tu me lo permetti..” -Continuò senza smettere di fissarmi. -“Se me lo permetti vorrei aiutarti a sopprimere tutto il tuo dolore. Vorrei entrare con te in quella bolla di cui mi hai parlato, isolandoci da tutti, perché tanto degli altri non mi importa. Vorrei aiutarti a non avere bisogno più di maschere per vedere un sorriso sulle tue labbra. Se tu me lo permetti..vorrei essere io a riempire quella tua solitudine.”- Dalla mia bocca non uscì mezza parola. Ma non ne ebbi bisogno. Mi fiondai tra le sue braccia.Tra le braccia di quel ragazzo che nell'arco di 15 minuti riuscì a distruggere la mia armatura. Quel ragazzo che sembrava sapere tutto di me ma del quale io non sapevo nulla. Quel ragazzo che non esitò a circondarmi con quelle sue braccia e che affondò il naso tra i miei capelli. Lui non poteva saperlo, ma le mie labbra formano un sorriso vero, vero dopo tanto tempo.

Doxa

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Re:Quell'incontro inaspettato
« Risposta #1 il: Settembre 10, 2016, 17:38:52 »
Bene, brava. Sai elaborare compiutamente il tuo sogno ad occhi aperti.
Permettimi di entrare in questo tuo immaginario.

Citazione
Ero a casa di un'amica per una festa quando mi precipitai in bagno in preda ad una crisi causata da un intero miscuglio di emozioni. Non so cosa successe esattamente, forse quando ti metti troppo a pensare finisci per scavare nella tua mente facendo riemergere ricordi, pensieri, idee che ti causano dolore.

Emozioni collegate a cosa ? Al ragazzo che partecipava alla festa ? 

Citazione
So solo che mi sentii incredibilmente patetica, mi guardai allo specchio e assistei allo spettacolo più pietoso di sempre.
 
Compassionevole perché piangi ? Il pianto libera la tensione, è liberatorio, specie nell’età dell’adolescenza.
Citazione
“Ecco dov'eri.” Al suono di quella voce alzai lo sguardo incredula. Lì davanti a me c'era il ragazzo che da sempre avevo ammirato dagli ultimi banchi della classe fin dalla prima superiore. Quello che avevo sempre considerato irraggiungibile e al quale avevo rinunciato perché mai si sarebbe accorto di me. La ragazza silenziosa, sognatrice, non mi si poteva definire bella, no, al massimo carina. Una ragazza è bella quando attira l'attenzione di tutti i presenti nel momento in cui entra in una stanza. È bella una ragazza che riceve occhiate dai passanti anche se ha i capelli legati in una coda disordinata ed è senza trucco. E io non ero così. Tentai di uscire dal bagno, non mi andava di essere presa in giro, ma lui mi fermò.- “Per favore, fammi uscire.” Pronunciai quella frase quasi con un tono di supplica, evitando cautamente il contatto visivo. Lui mi mise due dita sotto al mento e girò il mio viso verso di lui, così da far incontrare i nostri sguardi . “Finalmente posso vederti senza maschere.” A quelle parole rimasi attonita, non avevo idea di cosa parlasse e diedi voce ai miei dubbi. -“Che intendi?” -“Intendo dire che per la prima volta vedo quello che nascondi continuamente dentro di te. Senza mostrarlo a nessuno.”- Continuavo a non capire. Trovarmi lì, con lui, in quella situazione mi creava un forte disagio e cercai nuovamente di andarmene sussurrando un flebile “scusa”. Ciononostante le sue parole mi bloccarono subito, quasi come se al suono della sua voce si fosse innalzato un muro ad impedirmi il passaggio. -“Il tuo dolore.” -Rimasi in silenzio e non mi girai, le lacrime ancora una volta minacciavano di sgorgare dai miei occhi. -“Forse non lo sai, non te ne sei mai accorta. Ma io vedo quando, in classe rivolgi il tuo sguardo sempre oltre le grate delle finestre. Precisamente al treno che passa più volte sui binari. Ovviamente non so per quale motivo lo fai, immagino perché desideri irrefrenabilmente di trovarti in uno dei vagoni per scappare.”- Strinsi le mani in due pugni e affondai le dita nella carne. La verità delle sue parole mi faceva quasi ingarbugliare lo stomaco. -“Noto anche i tuoi sospiri, quelli che tiri quando sei triste e il tuo sguardo è basso. Ti perdi tanto nei tuoi pensieri che nemmeno tu te ne accorgi.”- A quel punto alzai la testa verso il cielo, cercando di far fermare le lacrime che, per la seconda volta quella sera, scorrevano lungo gli zigomi. -“Vedo anche quando cerchi di ingannare chi ti sta intorno con i tuoi sorrisi, fingi di divertirti, ma non sei per niente convincente. È questo quello che intendevo quando ti parlavo di maschere.”


Quel ragazzo ti ha detto parole che tu avresti voluto sentirti dire da lui.  E’ comprensibile ma impossibile. E’ difficile incontrare un ragazzo coetaneo capace di tale empatia e proprietario di un lessico da vecchio letterato che ha passato la vita sui libri che narrano dei rapporti di coppia. E quel treno….mette le ali alla tua fantasia, al tuo desiderio di fuggire, ma da chi, da cosa ? Nell’adolescenza ci si sente incatenati, condizionati dagli altri, specialmente dalla famiglia.

Citazione
Decisi di prendere parola e mi girai con uno scatto. -“Se è vero tutto questo perché non ti sei mai avvicinato? Mi hai sempre ignorato! A malapena esisto per te!”- La voce era rotta dal pianto e rimproverai me stessa per non essere abbastanza forte. -“Io a volte mi sento..” - Il suo silenzio mi spronò a continuare. -“Io a volte mi sento in trappola in una bolla, lontana da tutti, sola, incapace di comunicare agli altri quello che sento.. Mi sento debole, perché vorrei essere abbastanza menefreghista da fingere che non m'importi. Ma io non sono forte… E la solitudine è ciò che più distrugge la mia finta indifferenza.. Se davvero ti sei accorto di tutto…perché non mi hai parlato prima?!”- Dopo aver sproloquiato per la prima volta così tanto con qualcuno che prima di allora non mi aveva mai rivolto la parola, mi arresi alla volontà delle mie lacrime e lasciai che mi bagnassero il volto.

Ecco cosa avresti voluto da lui !

La solitudine distrugge o nasconde l’indifferenza ?  La solitudine colpisce con diverse modalità. Quella che dà sofferenza nell’adolescenza di solito è quella che dura qualche ora. Ci sono anche casi di solitudine derivante da avvenimenti importanti o dalla difficoltà a stabilire contatti sociali, anche quando le condizioni sono favorevoli, ma in questo caso mi sembra solitudine fugace.

Citazione
“Non so dirti esattamente perché. So solo che mi piaceva guardarti da lontano. Probabilmente ero troppo vigliacco per avvicinarmi, ma che importanza ha ora?”- Mi meravigliarono le sue parole. Lui, che dall'esterno appariva imperturbabile, non aveva il coraggio di rivolgere la parola ad una come me? -“Se è possibile sei ancora più bella quando piangi.”- A quella frase il mio cuore perse un battito.E quella che la segui li fece triplicare. -“I tuoi occhi diventano ancora più chiari. Riflettono tutto quello che hai dentro. Il tuo volto non mima più un'espressione di gioia, fallendo miseramente. È come se le tue emozioni latitanti uscissero allo scoperto mettendoti a nudo, proiettando quella sofferenza che io vorrei calpestare e prendere a fucilate.”- Singhiozzi accompagnarono il mio pianto ora. Non riuscivo a credere a niente di quello che stava succedendo. Sembrava che una palla demolitrice avesse buttato giù tutte le mie difese. Mi sentivo estremamente vulnerabile. Le gambe erano molli e le mani tremavano. -“Se tu me lo permetti..” -Continuò senza smettere di fissarmi. -“Se me lo permetti vorrei aiutarti a sopprimere tutto il tuo dolore. Vorrei entrare con te in quella bolla di cui mi hai parlato, isolandoci da tutti, perché tanto degli altri non mi importa. Vorrei aiutarti a non avere bisogno più di maschere per vedere un sorriso sulle tue labbra. Se tu me lo permetti..vorrei essere io a riempire quella tua solitudine.”- Dalla mia bocca non uscì mezza parola. Ma non ne ebbi bisogno. Mi fiondai tra le sue braccia. Tra le braccia di quel ragazzo che nell'arco di 15 minuti riuscì a distruggere la mia armatura. Quel ragazzo che sembrava sapere tutto di me ma del quale io non sapevo nulla. Quel ragazzo che non esitò a circondarmi con quelle sue braccia e che affondò il naso tra i miei capelli. Lui non poteva saperlo, ma le mie labbra formano un sorriso vero, vero dopo tanto tempo.

Un bel colloquio con il tuo alter ego, la “seconda” personalità che ciascuno vorrebbe avere, connotata da caratteristiche che ci piacerebbe magicamente possedere per sintonizzarle con le nostre fantasie. 
Nelle relazioni con gli altri l’affermazione della propria personalità è spesso terreno di lotta perché si deve decidere e definire l’idea che  si vuol dare di sé, normalmente positiva e propositiva, con cui identificarsi nelle relazioni interpersonali. E’ un processo proiettivo, tipo quello di “Paperinik” alter ego di “Paperino”.

Debbo confessarti che il tuo bel racconto mi fa sentire inadeguato. Pensando alla mia giovinezza mi rammarico di non aver avuto l’eloquio che ha quel giovane da te agognato.

Un bel saluto.

throughtmywords

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Re:Quell'incontro inaspettato
« Risposta #2 il: Settembre 10, 2016, 18:29:34 »
Grazie tante per aver commentato, so che gli eventi raccontati sono quasi "impossibili", e so anche che non esisterà mai un ragazzo che, di punto in bianco, si offre di liberarti dal dolore.Ho, in un certo senso, descritto un evento altamente improbabile, che credo sia un po' il frutto di desideri di chi si sente come la ragazza del racconto.
Per quanto riguarda l'inizio, il "miscuglio di emozioni" che ha spinto la ragazza a rifugiarsi nel bagno, non è esattamente collegato al ragazzo, bensì, alle sensazioni seppellite nel proprio animo che ad un certo punto vengono fuori, mi scuso se non sono chiara.
So di dover migliorare per quanto riguarda numerosi aspetti, ma spero che il modo di scrivere risulti piacevole e scorrevole. :)

Doxa

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Re:Quell'incontro inaspettato
« Risposta #3 il: Settembre 11, 2016, 07:15:34 »
Citazione
so anche che non esisterà mai un ragazzo che, di punto in bianco, si offre di liberarti dal dolore. Ho, in un certo senso, descritto un evento altamente improbabile, che credo sia un po' il frutto di desideri di chi si sente come la ragazza del racconto.

La mia esperienza mi dice che invece potrebbe esistere il ragazzo da te descritto. E’ un giovane che ha empatia e lo spirito del buon samaritano. Le piace la ragazza,  e lei è infatuata di lui. Si presume che il "samaritano" sia libero da un altro vincolo amoroso, altrimenti son guai.

Citazione
Per quanto riguarda l'inizio, il "miscuglio di emozioni" che ha spinto la ragazza a rifugiarsi nel bagno, non è esattamente collegato al ragazzo, bensì, alle sensazioni seppellite nel proprio animo che ad un certo punto vengono fuori


Se ti va distingui e analizza quelle emozioni che inducono la ragazza a piangere.  Sono facili lacrime adolescenziali o altro ? L'adolescenza è un periodo particolarmente problematico dell’esistenza, specie per le risonanze psicologiche del mutato rapporto tra l’adolescente e il proprio corpo. 

Il tuo modo di scrivere è O.K. Complimenti !

nihil

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Re:Quell'incontro inaspettato
« Risposta #4 il: Novembre 13, 2016, 12:36:46 »
niente è impossibile, in realtà essere chiusi in una bolla significa essere protetti e solo noi decideremo chi potrà entrare. Basta aspettare, perchè aspettare produrrà la scelta giusta. Molte persone accettano tutti pur di non rimanere sole, poi si spezzano perchè hanno trovato ciò che non cercavano.

MCF

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Re:Quell'incontro inaspettato
« Risposta #5 il: Novembre 14, 2016, 12:21:26 »
Bello! Romantico, tenero, mi ha ricordato le prime emozioni. Non è chiaro che cosa ha determinato la crisi all'inizio, per il resto il racconto si svolge bene.