E' da tempo che in RAI, ma non solo, non si ha coraggio di "osare" con programmazioni nuove o che si allontanino dal già visto. Ogni anno, ad ogni nuova riproposizione dei programmi che verranno mandati in programmazione, come d'uso, dall'autunno all'estate successiva, quelli che prenderanno parte attiva nelle serate degli italiani seduti comodamente sul loro divani, sono sempre i medesimi. Tant'è che in coda al programma-fiction campeggia un numero distintivo, destinato a progredire con il passare degli anni. Anche il 66° Festival di Sanremo, pertanto, nel rispetto della tradizione della canzone italiana non poteva che essere quello che, nei fatti, per ben 5 serate è stato. Rassicurante, divertente a tratti o strappalacrime di quando in quando. Ma la canzone ed i suoi protagonisti? Tutto come previsto (e prevedibile): emozionante, noiosa, esaltante e .... rassicurante! Si, proprio come sopra detto. E così abbiamo avuto la presenza dei "soliti noti" che fanno tanto spettacolo e fanno alzare lo share, sempre e comunque a fronte di costi certamente non proprio economici (ma questo lo si sa da sempre!) ai quali ci si è anche rassegnati, al punto che non fa più notizia. E allora, cosa rimane di un festival della canzone, che come in tante altre edizioni passate ha visto la canzone italiana protagonista a tratti e, comunque, quando quella più blasonata straniera, di lingua quasi sempre inglese, le cedeva il posto. Ma solo sino all'arrivo del nuovo big straniero, tanto atteso e festeggiato sin dal suo arrivo all'ingresso, con tanto di autista e vettura ultra elegante (tanto tutto era compreso nel prezzo!!). Per concludere, il prossimo festival di Sanremo (il 67°!) sarà altrettanto emozionante, noioso e rassicurante. Ma, forse, è proprio questa la ricetta del suo eterno successo. Buon festival di Sanremo a tutti.