Non ho capito se il link indicatomi da Presenza andava letto o meno. No perché sono rimasta delusa, mi aspettavo chissà quale nobile ed elevato ragionamento, invece è alquanto banale. E' il solito argomentare furbesco dei sinistri che riesce ad abbindolare chi non possiede una sufficiente cultura e una capacità critica più approfondita. Delusa...
“Ma oggi più che mai bisogna...” BISOGNA CHE? A CHI LO DICE? Evidentemente i suoi bisogni sono diversi dai miei.
Mi spiace per l'autore di quell'articolo ma io, meridionale, mi sento molto più vicina ed affiatata con un lombardo, un piemontese, anche ortodosso (anzi ammiro molto la Chiesa ortodossa), protestante o con un ateo che con un beduino, o pachistano, o una donna musulmana che indossa il velo musulmano. Queste proprio sono fuori dalla mia comprensione, siamo su due mondi opposti. Checché ne dica l'intellettuale racconta frottole che si arrampica sugli specchi di cui sopra.
Le trasformazioni in atto ed il multiculturalismo attuale non sono un fenomeno spontaneo e naturale, ma politico. Ciò che stiamo subendo attualmente è una vera e propria invasione, pacifica (perché così e stato deciso) ma di invasione si tratta e che porterà al genocidio e alla scomparsa degli autoctoni attuali. In passato le invasioni sono sempre state combattute, si è sempre cercato di respingerle. Oggi no, la confusa e, sotto certi aspetti, debole Europa crede di saper fronteggiare con metodi democratici ed egualitari l'avanzata di altri popoli a noi lontani, specialmente quella più pericolosa, l'islamica che in passato fu respinta con forza e convinzione, con la spada, ma fu respinta totalmente.
Fin dal VII secolo, e per oltre un millennio, l’Europa aveva resistito alle armate jihadiste che dai territori islamici muovevano all’assalto delle sue isole e delle sue coste.
Ma a partire dal 1968, sotto la pressione del terrorismo palestinese, dell’attrattiva esercitata dall’oro nero e da uno strisciante antisemitismo, la CEE inaugurò una linea del tutto diversa, optando deliberatamente per una politica di integrazione con il mondo arabo, secondo una dottrina che prevedeva l’unificazione delle due sponde del Mediterraneo. L’Europa doveva riconciliarsi con un mondo che sperava poi di incorporare e che l’avrebbe portata ad espandersi in Africa e in Asia. Uno dei sintomi più evidenti di questa politica? Il culto per la causa palestinese. Politica con orientamenti imposti e diffusi dai vertici dell’Unione Europea in ogni stato membro, dagli strati più alti a quelli più bassi della scala sociale, tramite un potente apparato e una fitta rete organizzativa.
Oggi stiamo vivendo un disagio enorme e sono i normali cittadini a farne le spese. Non abbiamo alcuna possibilità né economica né d'altro tipo per fronteggiare un'invasione di questa portata. Sono troppi e noi non possiamo fare miracoli, non possiamo civilizzarli tutti, tanto meno in breve tempo. Bisogna chiudere le frontiere, rispedirne a casa molti e non accoglierne più per diversi anni. Altrimenti sarà inevitabile il conflitto sociale causato sia dall'incompatibilità culturale, sia per problemi economici. Lo so, non è facile, ma chi ha fatto la frittata ha il dovere di rimediare.
La posta in gioco noi autoctoni la stiamo già perdendo, perché è un gioco sporco, e chi gioca lo fa sulle nostre teste, esattamente come fanno le banche coi risparmi della povera gente, che vengono investiti in titoli spazzatura.
Il paradiso sulla terra ancora non è possibile realizzarlo, se mai potrà essere possibile. Non è certo l'Europa attuale che può realizzare questo miracolo. Siamo dei poveri illusi e la pagheremo cara!
