Ieri è stata la giornata del ricordo delle vittime delle Foibe.
La prima ondata di violenza esplode subito dopo la firma dell'armistizio dell'8 settembre 1943: in Istria e in Dalmazia i partigiani slavi si vendicano contro i fascisti e gli italiani non comunisti. Torturano, massacrano, affamano e poi gettano nelle foibe circa un migliaio di persone. Li considerano 'nemici del popolo. Ma la violenza aumenta nella primavera del 1945, quando la Jugoslavia occupa Trieste, Gorizia e l'istria. Le truppe del Maresciallo Tito si scatenano contro gli italiani. A cadere dentro le foibe ci sono fascisti, cattolici, liberaldemocratici, socialisti, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini. Lo racconta Graziano Udovisi, l'unica vittima del terrore titino che riuscì ad uscire da una foiba. È una carneficina che testimonia l'odio politico-ideologico e la pulizia etnica voluta da Tito per eliminare dalla futura Jugoslavia i non comunisti. La persecuzione prosegue fino alla primavera del 1947, fino a quando, cioè, viene fissato il confine fra l'italia e la Jugoslavia. Ma il dramma degli istriani e dei dalmati non finisce.
Ma perchè si arrivò a tanta crudeltà? Per capire si deve andare un pò indietro nel tempo, ai tempi dell'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe. Colui che fomentò l'odio contro gli italiani e l'italianità, colui che aizzò le etnie slave contro gli italiani facendo credere che fossero i colpevoli della loro condizione meno agiata, e infine colui che fu l'ideatore del genocidio delle nostre genti. L'italianità doveva essere cancellata dai territori della Corona in ogni modo.
".......È noto come il cosiddetto impero austro-ungarico abbia progettato la totale distruzione dell’italianità del Trentino, della Dalmazia e della Venezia Giulia. La verbalizzazione della decisione imperiale espressa nel Consiglio dei ministri il 12 novembre 1866, tenutosi sotto le presidenza dell’Imperatore Francesco Giuseppe. Il verbale della riunione recita testualmente:
“Sua maestà ha espresso il preciso ordine che si agisca in modo deciso contro l’influenza degli elementi italiani ancora presenti in alcune regioni della Corona e, occupando opportunamente i posti degli impiegati pubblici, giudiziari, dei maestri come pure con l’influenza della stampa, si operi nel Tirolo del Sud, in Dalmazia e sul Litorale per la germanizzazione e la slavizzazione di detti territori a seconda delle circostanze, con energia e senza riguardo alcuno”
Questo progetto, elaborato consapevolmente dalle più alte autorità dell’impero asburgico e per manifesta volontà di Francesco Giuseppe stesso, fu sviluppato contro gli Italiani con una pluralità di modi:
-espulsioni di massa
-deportazione in campi di concentramento
-immigrazione di Slavi e Tedeschi nei territori italiani
-germanizzazione e slavizzazione scolastica e culturale
-repressione poliziesca
-privazione o limitazione dei diritti politici
Già nel secolo XVIII era iniziato un declino della presenza italiana in Dalmazia, dovuto alla differente crescita demografica: tuttavia, ancora ad inizio dell’Ottocento gli italiani dàlmati erano circa il 30% del totale degli abitanti.
Il dominio austriaco determinò a partire dalla sua imposizione nel 1815 un rapido ed irreversibile tracollo della presenza italiana. Fu un genocidio silenzioso, documentato dagli stessi censimenti austriaci.."
fonte:
https://sarcastycon3.wordpress.com/2010/09/13/genocidio-in-dalmazia/ http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/storia-delle-foibe/397/default.aspx