Passavano gli anni, ma il ricordo di Berenice rimaneva.
Un ricordo fisso nella sua mente: “Berenice, Berenice … perché te ne sei andata?”.
Ricordava i bei tempi trascorsi insieme: le lunghe passeggiate nel giardino di viole, il viaggio in Africa nella culla dei leoni, i tramonti ammirati sdraiati sull’erba.
Berenice rimaneva nei suoi pensieri. Non dormiva: quel ricordo, quella sua voce, gli parlavano ogni momento.
Lui, allora, la invocava e pregando in ginocchio un Dio clemente chiedeva il suo ritorno.
Ma dov’era Berenice? Lei che è sempre stata al suo fianco. La sua immagine rimaneva intatta, il tempo non la cancellava.
Lei era viva come ieri: voleva abbracciarla, tenerla stretta, accarezzarle i capelli, sfiorare la sua pelle e il suo viso, baciare le sue labbra.
Berenice era la sua vita e non poteva farne a meno.