Ho voglia di scrivere una storia, ma non mi viene in mente alcuna trama... e allora mi domando: ma è necessaria avere una trama quando si pensa di metter nero su bianco? Rifletto, e infine penso che sì, che la trama occorra, e penso anche che esista ancora chi crede di poter dare un significato permanente a quanto pensa di dire.
Un significato!
È prodigioso, comunque, credere ancora possibile il significare in questa epoca di crisi d’ogni certezza, in questa epoca della instabilità anche individuale... epoca della impossibilità a tracciare anche solo per sé un qualsiasi percorso deciso!, nel bene o anche nel male... un percorso con un senso definitivo.
In letteratura è già da molto che si è rinunciato a disegnare personaggi a tutto tondo... quei personaggi analizzati psicologicamente e dal carattere stabile dei grandi romanzi, quelli, per dire, dell’ottocento. Ora non ci sono più esempi in letteratura... non più trame... e anch’io, se vado a rileggere le cose da me scritte anche solo pochi anni fa... provo il senso di non essere stato io a scriverle, e a volte, nella vita spicciola di ogni giorno, anche riesco a perdere del tutto il mio autocontrollo e la stabilità di un sicuro comportarmi (mi è successo di recente con uno stronzo, e mi sono lasciato trascinare al suo livello).
La politica?... evanescente!... non esiste politica, c’è solo amministrazione… ed è già tanto se si tratta di buona amministrazione… e la stessa Storia, quella con la maiuscola, sembra in balia di novità… a quando la riabilitazione di Hitler?
E mi chiedo: quali eventi hanno potuto determinare con tanta rapidità tanti radicali cambiamenti.
Certamente sono intervenuti, a gamba tesa, la scienza e la tecnica in caotico sviluppo e hanno modificato radicalmente mezzi di trasporto e di comunicazione, la politica, le guerre… Le guerre! Oggi è certo che non si può più parlare delle guerre come ai tempi di quella in Vietnam... o anche solo delle guerre in Iraq.
Ci stanno trasmettendo, in questi giorni, le immagini dell’accoglienza ai profughi in Germania tra gli applausi del popolo… sono bastate le immagini di un bimbo morto vomitato da quello stesso mare che ne ha inghiottito nel suo fondo qualche migliaio… ma presto vedrete che gli stessi che oggi applaudono all’accoglienza, già domani si scontreranno con la polizia perché li scacci, ‘sti poveracci... bimbi compresi.
E altro fenomeno: in letteratura, come non mai, c’è un gran rifiorire di diari, e allora ancora mi domando: ha ancora senso parlare della propria vita oggi, quando essa viene forzata ogni giorno al mutamento.
E invece sì, un senso ce l’ha! Chi si dedica a un diario, secondo me, lo fa per darsi una assicurazione di stabilità personale… darsi uno schema di trama di vita… per avere la certezza di esistere.
“Vedi, una notte ho fatto un sogno. Guardavo il mondo e il mondo si stava sciogliendo. Ero in La Cienega e da lì vedevo tutto il mondo. E si stava sciogliendo. Una scena davvero forte, e realistica, assolutamente. Be’, ho pensato, se il mio sogno si avverasse sarebbe un bel disastro. Cosa potrei fare per impedirlo, ho pensato. Capite?
Poi ho pensato che se mi facevo forare l’orecchio o qualcosa tipo se mi tingevo i capelli, cambiavo il mio aspetto fisico, insomma, be’, allora forse il mondo non si sarebbe più sciolto. E così mi sono tinta i capelli e questo è un colore buono, solido. Dura da un sacco. Mi piace. Adesso credo che il mondo non si scioglierà più”.
(B. E. Ellis)