Autore Topic: Aiutiamoli a casa loro  (Letto 333 volte)

Birik

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Aiutiamoli a casa loro
« il: Agosto 30, 2015, 07:21:32 »
Aiutiamoli a casa loro.
I popoli della valle dell’Omo, in Etiopia meridionale, forse fra breve non esisteranno più. Vivono o meglio vivevano di agricoltura e pastorizia, e si avvantaggiano delle piene del fiume che alimenta un territorio di grande bellezza. Ma un progetto ambizioso e non del tutto chiaro sta mettendo a repentaglio la loro possibilità di sostenersi. E’ dagli anni ’70 che soffrono della perdita progressiva delle loro terre, prima a causa della recinzione di numerosi ettari adibiti a Parchi naturali dove il turista può cacciare (ma a loro la pratica atavica è interdetta), poi con l’affitto di vaste aree a società Malesi che stanno impiantando palmeti per la produzione di biocarburanti.
Il disastro più grande però lo stiamo compiendo noi Italiani attraverso la società Salini,      contractor di Impregilo, che nel 2006 ha messo in opera un progetto “vinto” senza gara d’appalto, in violazione delle severe leggi etiopi, per la produzione di energia idroelettrica, (finanziamento italiano di  220 milioni di euro) che sfrutta il forte dislivello del fiume il quale alimenta il lago Turkana in Kenia di cui è il maggior immissario e che rischia di fare la fine del lago d’Aral in Russia il quale ha visto ridotta del 90% la portata d’acqua grazie ad un’operazione molto simile.
Il progetto prevede la costruzione di cinque dighe ed un tunnel  per convogliare le acque.  Le prime tre e il tunnel sono già state costruite ma quest’ultimo, inaugurato nel 2010 dal ministro Frattini, è crollato dopo 15 gg dall’inaugurazione.
Le circa 200.00 persone a rischio sopravvivenza hanno saputo del loro destino, deciso  anche dalla Banca Mondiale, con il sopraggiungere delle ruspe.
Il governo etiope nel frattempo ha promulgato leggi ad hoc che impediscono a tutte le ong di occuparsi del caso.
L’unica organizzazione a contrastare il probabile sterminio  è Survival che da sempre lotta a fianco delle popolazioni tribali;  fornisce loro supporto legale e medico e produce prove indiscutibili sui soprusi subiti, che vengono poi  presentate alle Nazioni Unite.
Leggendo gli articoli sul sito di Survival, si può comprendere sia la portata dell’operazione che il danno sulle popolazioni.  Già nel 2010 si sono registrate morti per malnutrizione e, di fronte alle accuse mosse dall’organizzazione alla Salini, la stessa si è difesa imprecando contro chi, a suo dire, impedisce lo sviluppo di un’area depressa. La verità è che l’affare è enorme, sia per chi ha accesso a un mare di finanziamenti sia per il governo locale che venderà a caro prezzo al Kenia l’energia prodotta.
Il destino delle popolazioni tribali della bassa valle dell’Omo  è dunque segnato; i Kwegu che producono miele e lo usano come merce di scambio hanno visto distruggere i loro alveari  dalle coltivazioni di canna da zucchero e ora dipendono dalla carità delle tribù limitrofe. A maggio di quest’anno, di fronte al rifiuto delle genti Hamar alla svendita delle loro terre e conseguente deportazione in villaggi che danno l’idea di campi profughi, l’esercito ha sparato. Non ci è dato di sapere il numero delle vittime a causa della censura imposta dal governo, ma di sicuro l’evacuazione forzata è accompagnata da pestaggi, arresti e stupri.
Pensare che se dovessimo fare una graduatoria della felicità i popoli tribali risulterebbero primi, distanziando di molto qualsiasi plurimiliardario occidentale. Forse la cattiveria dell’occidente è causata da invidia?
Non si spaventino comunque i razzisti, xenofobi con la paura del diverso. Costoro non riusciranno mai ad emigrare e ad invadere l’Italia. Semplicemente si estingueranno sul posto.


« Ultima modifica: Agosto 30, 2015, 08:12:48 da Birik »

Annabel

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Re:Aiutiamoli a casa loro
« Risposta #1 il: Agosto 30, 2015, 12:18:51 »
Non si preoccupino i buonisti sinistroidi, razzisti verso gli italiani e la loro cultura... ché ben presto si estinguerà anche la popolazione autoctona degli italiani.
Nel giro di qualche centinaio d'anni l'Italia sarà diventata una provincia africana e l'Europa sarà Eurabia.

Ma questo è lo stesso post dell'altra sezione; se non erro il multipost è vietato.

Comunque, sempre accanita contro l'Italia e gli italiani eh? Mai una volta che sento o leggo ormai discorsi in difesa dell'Italia e degli italiani da parte dei sinistri di oggi (non a caso si usa definirli “sinistri”).
Non so cosa si vuole dimostrare con quanto diligentemente scritto nel post di apertura, ma, ripeto, di sfruttamento e di disastri ne abbiamo avuti e ne abbiamo anche in Italia: Si veda la TAV; il disastro del Vajont; senza parlare dei tanti disastri causati dai dissesti idrogeologici... In tutti i paesi del mondo purtroppo accadono questi drammi poiché di gente senza scrupoli se ne trova ovunque ed i paesi predominanti approfittano e sfruttano di più.

Si preoccupi innanzitutto dell'Italia e degli italiani se davvero ci tiene al suo “prossimo” e volesse aiutare con sincerità ed onestà.

 Ecco, ora mi viene in mente un altro disastro che abbiamo subìto senza ottenere giustizia, dove perirono 80 persone ed i cui responsabili non li abbiamo neanche identificati; quale? La tragedia di Ustica. Tragedia di un aereo di linea italiano, l'Itavia, che fu abbattuto molto probabilmente, a supposizione di alcuni,  per ripicca contro lo Stato italiano da militari statunitensi, francesi, inglesi (e forse anche israeliani) gli stessi che si son dati da fare per eliminare Gheddafi. Dopo 35 anni di indagini quali sono i risultati?

Perché l'aereo è precipitato?
Perché non sono stati dispiegati immediati ed efficaci soccorsi?
 Che relazione esiste tra l’aereo dell’Itavia e il Mig fatto ritrovare il 18 luglio sulla Sila?
Quali sono le responsabilità delle forze armate italiane, americane, francesi, israeliane, inglesi e tedesche? Se il disastro avesse avuto cause chiare (cedimento strutturale, bomba a bordo, o collisione) non sarebbe stato necessario occultare e distruggere prove di primaria importanza. 

 La vicenda è stata inquinata fin dall'inizio: le prove sono state cancellate (o quasi) e manomesse con il beneplacito dei vertici istituzionali dello Stato italiano a partire dal presidente del consiglio Cossiga.
 Ci hanno sempre detto che sulla vicenda non vi è alcun segreto di Stato.

 Insabbiamenti e depistaggi ci sono stati. Sono stati assassinati 21 testimoni scomodi. Naldini, Nutarelli, Boemio, Dettori, Marcucci, Parisi, Giorgieri, e così via, sono solo alcune delle vittime collaterali.
Quella sera, mentre i padroni USA trasferivano senza autorizzazione i loro cacciabombardieri nucleari F 111 sull'Italia per portarli in Egitto, due piloti italiani segnalarono anzitempo l'allarme generale nei nostri cieli.


…......

La nuova politica che si pensava potesse spazzare via gli intrighi degli apparati e le sottomissioni democristiane (solo democristiane?) ai poteri americani che allora parevano alla base di tutti i maneggi e strategie delle tensioni che annichilivano su molti fronti  il nostro Paese.
La speranza era in una nuova classe dirigente che si immaginava capace di rimuovere tutti i silenzi e i segreti che non solo su Ustica si manifestavano imperiosi, ma anche sulle stragi precedenti, da quella di Milano alla banca dell’Agricoltura all’altra di Peteano, dagli attentati ai treni agli assassinii eccellenti di uomini politici, magistrati, giornalisti. Vicende che parevano tenere l’Italia sotto uno strapotente tallone di ferro e dal quale ci si voleva assolutamente emancipare.
Le cose sono andate in maniera diversa. E se le stragi sono rimaste impunite e le pagine più brutte della storia dell’Italia recente ancora coperte da vergognosi silenzi, inutile dirlo, la colpa è proprio della politica, sì, di quella “nuova classe dirigente” sulla quale i giovani (ma anche i meno giovani) di allora avevano riposto grandi aspettative.

Quella nuova classe dirigente che allora aspettavamo. Negli anni l’Italia l’ha poi partorita. E si è rivelata nelle sembianze di gente come Craxi, De Mita, Berlusconi, D’Alema, Prodi, Monti, Letta, Renzi. Ciascuno ha promesso, con gli slogan più diversi, di modernizzare, innovare, cambiare l’Italia. I risultati li stiamo vedendo. Dell’economia e della qualità della società civile meglio non parlare, i problemi che avevamo e che facevamo ricadere sulle spalle della vecchia Democrazia cristiana, dallo strapotere della mafia all’arretratezza del Mezzogiorno, dalla questione morale alle prepotenze delle caste e delle consorterie (salotti buoni e meno buoni) più svariate, sono ancora lì, intonsi quasi, se non addirittura ingigantiti.

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(di Primo Di Nicola | 27 giugno 2015)