Una storia senza storia… storia mai consumata, voluta così da un destino che aveva continuato, comunque, a tenerci uniti fuori del tempo.
E il destino non ha qualifiche: non esiste un destino capriccioso; un “ destino cinico e baro”… E al destino non ci si può… anzi non ci si deve opporre, anche quando abbia dato inizio a una storia da non prendere in considerazione, ma che comunque, inevitabilmente, perseguiterà gli attori.
Una storia che doveva sopravvivere solo come leggenda: desiderio più che possesso; parole di pianto nel sentimento di una perdita senza rassegnazione; sacrificio per farla sopravvivere e volare alto con ali trasparenti in un cielo blu blu, blu… e da mai costringere a scendere a terra!
Sì!, ché tutti quelli che tornano indietro vivi da questo mistero hanno occhi scavati in profonde occhiaie e labbra arse… perenni reduci da una malattia.
Il destino!, la strana entità che, più spesso di quanto si creda, è già in noi prima che trovi l’occasione per raccontarsi. È in noi!, un po’ innato in germe, che prima o poi germoglia, e allora bisognerà accettarlo e vivere l’ineluttabile con dignità…
Da stupidi ribellarvisi… aggettivarlo, spregiarlo: “cinico e baro” sei tu stesso, e la vergogna (se vergogna dovrà esserci) devi tenerla tutta per te stesso!