Il termine
dogma è di origine greca ed è di solito utilizzato per indicare un principio fondamentale di una religione, da credere come verità di fede, come tale non ha bisogno di essere dimostrato. I fedeli che non la credono verità di fede o di morale si autoescludono dalla comunità ecclesiale e vengono definiti eretici, da non confondere con gli agnostici o con gli atei.
La Chiesa emanò dei “dogmi” anche come opposizione alle eresie.
I dogmi mariani sono quattro: due sono conciliari (proclamati da concili ecumenici) maternità divina e verginità perpetua, due sono pontifici (emanati dai pontefici) Immacolata Concezione e Assunzione al cielo. I primi due sono cristologici, perché riferiti a Gesù Cristo, gli altri due sono antropologici, riguardano aspetti dell’umanità di Maria. Professando questi dogmi, la Chiesa crede che Maria:
1. sia la Madre di Dio, la Theotokos. Questa verità, professata ufficialmente dal Concilio di Efeso nel 431, è collegata al mistero dell'Incarnazione di Gesù, il Verbo di Dio che assunse in Maria la natura umana, unì ipostaticamente alla sua divinità la natura umana.
2. che concepì, generò e partorì il Figlio di Dio per opera dello Spirito Santo. Dopo aver partorito in stato di verginità il proprio Figlio, visse verginalmente anche dopo. Ovviamente la condizione divina del Verbo esige una concezione verginale….
3. che Maria fu concepita da sua madre Anna senza il peccato originale in previsione della sua maternità di Gesù Cristo.
4. che al termine della sua vita terrena Maria fu assunta in anima e corpo presso Dio, senza subire la corruzione del sepolcro.
Il dogma dell’immacolata concezione della vergine Maria ci viene ricordato dal calendario l’8 dicembre.
Nel 1858, quindi quattro anni dopo la proclamazione del dogma dell’immacolata concezione da parte di Pio IX, la “veggente” di Lourdes, Bernadette Soubirous, riferì che la Vergine le si era presentata con le parole "Que soy era Immaculada Councepciou" ("Io sono l'Immacolata Concezione", in lingua occitana). Tale affermazione è incredibile e risibile.
“Tota pulchra es, Maria, et macula originalis non est in te.” (=Tutta bella sei, Maria, ed in te non c’è la macchia originale del peccato): la frase è tratta da una delle melodie mariane più popolari, ma è la rielaborazione di un versetto del “Cantico dei Cantici”.
Un altro versetto divenuto celebre nella storia dell’arte sacra è nell’”Apocalisse”, scritta dall’evangelista Giovanni: “Nel cielo apparve un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di 12 stelle.”
Le due suddette ed altre frasi tratte da testi religiosi contribuirono a formare l’iconografia di Maria concepita senza il peccato originale. Ma la rappresentazione simbolica che si affermò fu realizzata nel ‘600 dal pittore spagnolo di corte
Francisco Pacheco, censore artistico dell’Inquisizione, suocero e maestro del pittore Diego Velàzquez.
Pacheco raffigurò l’Immacolata come un’adolescente dai lunghi capelli e per i dettagli trasse ispirazione dal citato versetto dell’Apocalisse:
- immaginò la Vergine in una visione celestiale (“nel cielo apparve un segno grandioso”…);
- con l’abito splendente (“vestita di Sole”);
- la luna in fase calante o crescente, a forma di falce, sotto i suoi piedi (“con la luna sotto i suoi piedi”);
- “e sul suo capo una corona di 12 stelle”.
Un altro interessante dettaglio è il cingolo o cordone che cinge ai fianchi la tunica della Madonna. Nei dipinti commissionati dai frati Francescani, questi spesso pretesero la riproduzione del cingolo con tre nodi in uso nel francescanesimo: indicano i voti di povertà, castità ed obbedienza.
Simbologia mariana e la bandiera d'Europa
La “corona di 12 stelle” oltreché simbolo mariano ispirato dall’Apocalisse dell'evangelista Giovanni è presente anche sulla bandiera d’Europa. Infatti raffigura dodici stelle dorate disposte in cerchio su campo blu.
Questa bandiera venne adottata dal Consiglio d’Europa nel 1955, l’8 dicembre, giorno in cui la Chiesa cattolica celebra l’Immacolata Concezione.
Le discussioni per la scelta iconografica dell'emblema cominciarono fin dalla fondazione del Consiglio d'Europa, istituito a Strasburgo nel maggio del 1949. Era un organismo in quel tempo privo di poteri politici effettivi ed incaricato solo di porre le basi per la costruzione di una federazione europea.
Nel 1950 quel Consiglio bandì il concorso per il bozzetto della bandiera della futura Europa unita.
Nel gennaio del 1955 cominciò la rassegna dei numerosi progetti presentati, al termine della quale scelse un disegno del francese Arsène Heitz. Il giovane alsaziano partecipò con un bozzetto che presenta 12 stelle su sfondo azzurro.
Lo scrittore cattolico Vittorio Messori disse che al devoto mariano Heitz l’idea gli venne dalla lettura dell’Apocalisse, ma di tale sua ispirazione non c’è traccia nei documenti ufficiali.
Il 25 ottobre del 1955 l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa approvò la scelta e, come sopra detto, la bandiera fu adottata dagli Stati membri l’8 dicembre dello stesso anno. Venne esposta per la prima volta a Parigi, dove fu issata sul pennone del castello de “La Muette” il 13 dicembre 1955.
Trent’anni dopo, nel 1985, i capi di Stato e di governo della Comunità europea decisero, col consenso del Consiglio d’Europa, di usare la stessa bandiera come simbolo dell’unione europea, istituita con il trattato di Maastricht nel 1992.
Questa è la bandiera di colore blu e di forma rettangolare del Consiglio d’Europa e dell’ Unione europea.
Il significato di perfezione è simboleggiato dal cerchio, entro il quale ci sono le 12 stelle d’oro a 5 punte che rappresentano idealmente l’unità, la solidarietà e l’armonia tra i popoli d’Europa. Il numero delle stelle è invariabile, non dipende dal numero degli Stati membri.
Numerose nazioni che fanno parte della “confederazione” europea raffigurano la comune bandiera sia sulle banconote e le monete sia sulle patenti di guida e targhe automobilistiche.