Storie di ordinaria amministrazione.
Lo vedevo giungere a cavallo della sua bicicletta, avanzava sicuro nella nebbia della provincia lombarda. Era giunto sino lì, lontano dalla sua terra natia, partendo dalle colline del suo Abruzzo, quand'era poco più che un giovane ragazzo, per un lavoro più sicuro, con qualche prospettiva in più per, la sua giovane moglie ed un figlio nato da poco. Quell'uomo che avanzava nel paesaggio sapientemente descritto da Cesare Pavese, sempre sorridente e disponibile, era mio padre. Indossava la divisa di Vigile urbano, quella che oggi tutti chiamano Polizia municipale, che comportava, ovviamente, il dovere di essere a disposizione dei suoi concittadini e di quella Amministrazione comunale, che ha servito per oltre vent'anni. Storie di ordinaria amministrazione, si potrebbe dire. Certamente è così! Ma, mi chiedo quando scorgo nell'Italia di oggi, anch'io nella posizione di "Cittadino al servizio della Repubblica", quindi dell'intera collettività, le molte cose che non funzionano, le amministrazioni che dilapidano e sprecano, negando spesso ai più un servizio dignitoso e puntuale, dove è andato a finire lo spirito di servizio, il senso dello stato e di appartenenza, che hanno caratterizzato appunto "le storie di ordinaria amministrazione" che hanno fatto crescere e sviluppare il nostro Paese. I cambiamenti, in positivo o in negativo, dipendono solo da noi cittadini. La capacità, la volontà di uscire da una crisi generale, che non è solamente economica, dipende anche da tute quelle di "ordinaria amministrazione" che mancano o che sono troppo rare perchè possano fare la differenza. Un grande esempio ci è stato dato dai nostri padri, i quali hanno saputo costruire, tra mille privazioni e sofferenze, un Paese grande e democratico. Una Nazione che si rimetteva in piedi, con grande fatica, dopo la fine del periodo bellico, che tutti noi ricordiamo per averlo studiato a scuola: ma non vissuto in prima persona! E' forse questa la condizione che ci rende così indifferenti e irriconoscenti, verso chi ci ha preceduto nel tempo, facendoci il dono più grande per il quale essi stessi, e a caro prezzo, avevano lottato, perdendo spesso il dono della vita: La Libertà in uno Stato Libero. Storie di ordinaria amministrazione, storie realizzate da uomini comuni, che hanno reso l'Italia pienamente in grado di sedere nel consesso mondiale, vicino e alla pari di altre grandi Nazioni. Concetti, questi, che a mio modesto avviso noi tutti, a cominciare dai politici, non dovremmo mai dimenticare: per non perdere definitivamente le nostre radici, la nostra cultura, insieme al senso delle cose. Torniamo a rimboccarci le maniche, cominciando dalle cose semplici: ad esempio Amministrando con senso dello stato la "Res publica" (che non è poco!). Torniamo ad essere un territorio con un popolo, una lingua ed una cultura comune fatta di "Storie di ordinaria amministrazione".