Autore Topic: Sono di un'altra generazione.  (Letto 881 volte)

Faber

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Sono di un'altra generazione.
« il: Gennaio 22, 2015, 19:55:25 »
Sono di un'altra generazione.
Di quelli che scrivevano con la penna, su di un foglio rigorosamente bianco.
Alla prima elementare, frequentata in un paesino dell'interland milanese (era il 1966) appena seduto nel banco (la parte superiore dove venivano appoggiate le varie cose per l'attivotà giornaliera) prendevano posto il calamaio, con l'inchiostro bleu, e la penna. La bidella, quindi, tutte le mattina passava per riempire di inchiostro il calamaio, per noi bambini era inevitabilmente motivo per far chiasso, felici nell'attesa di sporcarci le manine nel tentativo di scrivere qualcosa!!
Altri tempi, altra storia e, forse, un'altra Italia, e non solo per la sua posizione geografica!
Oggi, tutto questo è impensabile, oltre che improponibile: l'era digitale impera e non lascia più spazio neanche alla immaginazione, oltre che alla creatività.
La mia, successivamente, è stata la generazione dei possessori di un diario, sempre rigorosamente scritto su carta e con la stilografica o con una semplice biro! Ma alla attività di provetto "scrittore" non tutti vi si accostavano, non nel quotidiano, non con la dovuta continuità.
I tempi son cambiati!
Oggi, osservando quel che accade sui social network, in particolare su FB, se non altro perchè risulta essere il più diffuso nel pianeta terra (al momento l'unico abitato nel nostro sistema solare, ci assicura dagli schermi televisivi l'oramai arcinoto Dr.Piero ANGELA &Son) pare che tutti gli esseri umani in grado di pigiare una tastiera, si prendono la briga di scrivere, scrivere e scrivere.
Si scrive di tutto, si commenta di tutto e...si legge e si vede di tutto.
Non per questa ragione si può dire che tra le centinaia di pagine che si sfogliano si possa sempre "intravedere" la notizia del giorno o la pillola di saggezza che tutti, o forse molti, vorrebbero (finalmente!) poter intravedere. Quasi fossimo come dei novelli marinai appartenenti all'equipaggio di Cristoforo Colombo che osservano l'orizzonte, alla ricerca della terra (tanto agognata).
Mi chiedo, alle volte, se tutto questo scrivere o pubblicare (come se tutti noi fossimo dei piccoli giornalisti, o free-lance, o addirittura capiredattori di un quotidiano locale) ci aiuti a crescere, ad aumentare la qualità della vita, a rendere la società più informata, quindi più aperta, trasparente e, infine, democratica.
Tuttavia, siamo forse migliori per questo? Ci fermiamo mai a riflettere un momento, non solo prima di scrivere e pubblicare, su ciò che rendiamo disponibile o fruibile alla platea, spesso numerosa, che ci segue nelle nostre prodezze artistiche o, proditoriamente letterarie?
Lo scritto o meglio il pensiero fermato (un tempo sulla carta) su di un file che viene stoccato su di un server, chissà in quale luogo dei cinque continenti, dovrebbe aiutarci (se e quando riletto) a capire meglio cosa siamo o casa stiamo o chi stiamo diventando, nel corso della nostra evoluzione interiore personale.
Ma chi lo fa? Chi ha la pazienza (e a volte il tempo) per tornare a rivedere i propri pensieri, così come si faceva con i diari scritti sulla carta, che per la mia generazione, al pari di un libro scritto da un vero scrittore, ti aiutava a crescere, a riflettere e a migliorare, non solo come individuo, ma anche come cittadino consapevole.
La società che ci circonda, con i suoi pregi e difetti, è ovviamente il risultato della somma delle singole azioni che tutti noi realizziamo nel quotidiano.
Facciamo pertanto più attenzione a tutto ciò che scriviamo e pubblichiamo, consapevolmente e nel pieno rispetto "dell'altro", tenendo presente che la nostra libertà di divulgazione si deve limitare laddove inizia quella di chi ci segue.
Quando si scriveva nei quaderni, sui fogli o nei diari, appunto, prima di far conoscere qualcosa di più di noi stessi agli altri, si doveva scrivere, rileggere, imbustare e, infine, spedire. Oggi, tutto questo si realizza velocemente, troppo, perchè ci si possa rendere sempre conto delle nostre azioni.
Forse, sarebbe auspicabile un rallentamento delle azioni, soprattutto quando attengono alle attività divulgative. In barba a coloro i quali ci spingono ad essere ciò che non siamo per natura: sempre e comunque veloci.
L'era della digitalizzazione sta rendendo la vita più comoda, per alcuni aspetti, questo è innegabile. Ma trovo che l'esigenza di essere sempre e comunque informati, di dover comunicare tutto a tutti, qualunque cosa si faccia o si veda, spesso con la convinzione (errata) che possa risultare d'interesse comune, sia contraria ad uno stile di vita che viaggia nella direzione sbagliata: proprio perchè corre su di un treno troppo veloce, rispetto alla linea ferroviaria a sua disposizione.
"Tutte le anime sono immortali. Ma le anime dei giusti sono immortali e divine" Socrate

L'uomo non può creare nessuna opera che sopravviva ad un libro

presenza

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Re:Sono di un'altra generazione.
« Risposta #1 il: Gennaio 22, 2015, 22:44:50 »
Caro Faber, intanto ben tornato a scrivere. Quanto alla tua riflessione beh... ogni scelta è sempre nostra, nessuno c'impone d'essere in un modo piuttosto che in un altro, e non sono certo i mezzi ad essere giusti o sbagliati, siamo noi ad utilizzarli. E se oggi l'utilizzo di carta e penna è stato superato (non dico sostituito perché non sarebbe la verità) da pc e quant'altro, comunque dietro c'è sempre un uomo e ciò che è o sceglie di essere.

Annabel

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Re:Sono di un'altra generazione.
« Risposta #2 il: Gennaio 24, 2015, 19:44:13 »
Sono assolutamente d'accordo con Presenza.

Scusa Faber, ma parli di te? Visto che tu, se non sbaglio, scrivi articoli su un giornale online pur non essendo un giornalista o freelance. Internet offre solo l'opportunità a tutti di esprimere la propria opinione, giusta o sbagliata che sia, condivisibile o meno. Di certo ci aiuta ad essere più informati, credo che a molti aiuti anche a crescere se non ci si limita solo ad internet .  Più aperti, più democratici, più tranquilli non lo siamo perché non bastano soltanto le parole. Temo che ormai ci sia concessa la libertà di dire e scrivere tutto ciò che vogliamo anche con espressioni forti o volgari giusto per lasciarci sfogare e tenerci buoni, perché se poi si tenta di passare dal "dire" al "fare"...  temo che sia molto molto difficile, come in una qualsiasi dittatura; si veda l'enorme difficoltà che incontrano continuamente i rappresentanti del M5S nonostante cerchino di non essere troppo "estremisti" tentando una difficile diplomazia. Credo comunque che tutti (o quasi) facciano attenzione e pensino bene se è il caso o meno di rendere pubblico nel web quello che si scrive, allo stesso modo come avrai fatto certamente tu stesso prima di aprire questo topic. Il fatto è che molti di noi credono di essere dalla parte del giusto, pensando che sono quasi sempre gli altri a scrivere sciocchezze... ma semplicemente perché non le condividiamo affatto. Non ne parliamo poi se si vuole difendere, più o meno coscientemente, istintivamente,  una propria ideologia a tutti i costi. La società attuale è difficile, molti mali attuali non li abbiamo scelti noi cittadini e questo causa molto malcontento, ingiustizie e tanta insofferenza.Spesso le parole viaggiano su treni ad alta velocità e a sirene spiegate forse per avvsare che si sta sbagliando totalmente strada.

nihil

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Re:Sono di un'altra generazione.
« Risposta #3 il: Marzo 10, 2015, 18:39:15 »
hai ragione Faber, sta accadendo tutto troppo velocemente, ci lasciamo coinvolgere dalla prima impressione a discapito del ragionamento e delle valutazioni. FB in particolare è pazzesco, sembra che ci siano persone in attesa solo che venga gettato loro un osso da rosicchiare e che in questo modo possa sfogare la propria frustrazione azzannando tutti e tutti, quasi per principio. E' un modo come un altro per sentirsi migliori, poveri noi, come siamo diventati patetici. Non sappiamo più come fare per "esserci". Anche il più becero e stordito, crede di avere nel cuore perle di saggezze. E' cosa triste, ma fa tenerezza considerare quante persone cerchino di lasciare un segno, e poche lascino un segno intelligente.
Certi credono poi che quanti più vaff riescono a spendere, tanto più siano credibili.  :prtr:

Micio

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Re:Sono di un'altra generazione.
« Risposta #4 il: Aprile 04, 2015, 21:52:03 »
Questo tuo scritto che in parte ho letto, mi ha fatto pensare oltre allo scrivere anche alla fotografia, al tempo perso e che si perde nel fare centinaia e migliaia di foto tante e tutte uguali prive di valore, pensa ora che a fare una foto decente ne devi scattare prima decine e decine, io penso, e penso che lo farò userò una macchina fotografica a pellicola, per scattare qualche volta, al tempo opportuno, quella foto, quelle foto che non usciranno mai con una digitale, con una fatta col banalissimo click di un pulsante a ripetizione, meglio una espressa con modi e con tempi memorabili, che una del secondo, e così come il tempo per scrivere, la carta e la penna non ti danno la stessa velocità d'espressione dei pensieri pari a quella di una tastiera, e questo per quanto possa essere bella una scrittura a inchiostro, una scrittura beneventana, gotica, carolina, anglossassone, quella delicatezza e dettagli è  vero con la scrittura da tastiera scompaiono, ma tu ritieniti foturnato d'essere dun'altro tempo, pensa a noi giovani che sempre più ci sperdiamo, che sempre più viviamo in una velocità a cui è difficile tenere il passo, a una velocità che ci spreme e che non ci da tempo per respirare e per capire, per noi è dura è complicata vivere ora, o almeno secondo me e per me, ora è tutto troppo veloce, troppo, troppo anche solo per fermarsi e vivere un emozione che duri un anno o una vita, è troppo non perché il tempo scorre, ma perché quel che ci sta intorno cambia a una velocità incredibile, pensa si sta arrivando a dare diritti che be.. ti rendono omofobo, islamofobo, cristianofobo e quant altro senza che tu neanche te ne renda conto, all'improvviso hai un ettichetta e ti chiedi.. ma come? Perché? Che cavolo è successo?
Non c'è posto peggiore se non c'è posto dentro al tuo cuore
(Zucchero)

nihil

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Re:Sono di un'altra generazione.
« Risposta #5 il: Aprile 05, 2015, 08:03:20 »
riflessioni profonde Micio. Ci accade tutto se non molto, a nostra insaputa. Comunque anch'io ho notato che le persone stanno facendo indigestione di fotografie inutili e ripetitive, che poi mai guarderanno. Sembra che non si accontentino di vivere, ma tendano a fermare ogni attimo, anche il più banale, per paura di perderlo. Ecco, forse si tratta solo di paura.  :rose: