Autore Topic: Viaggio d'altri tempi  (Letto 1948 volte)

ectobius

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Viaggio d'altri tempi
« il: Aprile 24, 2014, 10:21:00 »
Sì!… è un tempo vuoto che voglio!, da riempire!
Una miriade di sussulti… e odori... e fugaci pensieri, abbozzati vaganti e bizzarri… sogni stravaganti e labili, dissolti in fiocchi di cirri rosa cangianti.
Un lungo viaggio di stanchezza a favorire il rilassamento dei pensieri.
La cinquecento ha la forma di un uovo… un utero!
Mi ci accoccolo… mi imbozzolo… mi in-feto.
Rotolerò per sedici ore, minimo… e tutto d’un fiato Arriverò in Meridione e saranno le cinque del mattino… alle cinque sguscerò nell’alba livida con l’angoscia di un parto.
È’ in viaggio anche il pensiero corre veloce… come la cinquecento fracassona In moto il mio io corpo e il mio pensiero che a tratti mi precede… poi mi segue… mi sorpassa… sbanda, e di botto si perde correndo a cavallo di uno sguardo nel paesaggio che gira e fugge là, oltre il finestrino Pensieri in libera uscita che vado a riacciuffare e lo ritrovo sempre altrove.
Pigio sull’acceleratore sulla strada tortuosa del lago ed effettuo azzardati sorpassi scalando di frequente le marce, e poi pigio a tavoletta: fracasso sobbalzi… rischi calcolati. 
Mi chiedo:
“Ma perché rispettare i tempi previsti?… non alcun momento giusto per l’arrivo alla meta”.
E questo è “…quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene ininterrotte di monti, tutto a seni e a golfi…”, e lo sto fiancheggiando… ma mi viene un dubbio: è questo il ramo che volge a Mezzogiorno? E non riesco a raffigurarmelo nella esatta posizione geografica, questo ramo.
Ci ripenso: forse è proprio questo… ma se invece fosse quellochevolgeadoriente?… Non lo so! E bravo l’ignorante!... e  superficiale e pigro anche, ché non andrò mai a controllare sulla carta stradale… e che s’è visto s,è visto!

Per imboccare l’autostrada dovrò raggiungere il casello di Melegnano e sfiorerò Milano sul lato Est: da qui mi fionderò veloce sulla pianura padana.
Melegnano!, fossa di nebbie nella stagione invernale!, ma questa è una giornata d’estate luminosa e c’è solo la tensione della guida di una cinquecento su strade strette e trafficate prima di giungere all’autostrada.
Avventurarsi in inverno da queste parti?: pneumatici che non girano su asfalto, d’inverno, ma volano sulle nuvole. Ricordo quella volta che non vedevo a mezzo metro, e sono sceso levitando sulla nebbia Disperato alla reale prospettiva di un’intera notte nella notte traslucida… nel buio lattiginoso gli alberi russavano ignari della mia angoscia.
Non sapevo dove mi trovavo Ero scosso da brividi.
Ma ecco il miracolo!
Una voce senza volto e piccole luci rosse da seguire da presso:
“Mi segua, conosco bene la strada… Lei dove va?… io sono diretto a Milano!”.
“E io la seguirei anche in capo al mondo!”.
Quasi piangevo per la commozione.

E rieccoci!
Autostrada del sole.
Il motore della cinquecento va al massimo dei giri… assordante.
Le cascine lombarde… alcune in abbandono… afrore di stalle, e io aspiro questi odori forti da mandarli giù giù oltre agli alveoli mentre mi viene una gran voglia di latte appena munto.
Stranamente allora penso:
“Chissà come è buono il latte di donna… da neonato dovevo esserne ghiottissimo… ero infatti un bel bambino in carne”.
Mia madre lo dice ancora:
“Era speciale il latte di Agatina, la balia”.
Agatina fu la mia balia!
Agatina, la mia mamma di latte!
Allattava, Agatina, me e una sua bambina che quindi è mia sorella di latte… ed è grande e grossa e florida.
Accidenti quanto latte produceva l’Agatina!
Eppure, se in questo momento mi dessero da scegliere tra un bicchiere di latte di mucca e uno di donna non avrei esitazioni: sceglierei quello di mucca! Anzi quello di donna lo rifiuterei anche se fossi arido assetato.
Latte di mucca, sì!… Latte di donna, no!
OOOooh!… ma che idee sono queste?
E se ne vola via il pensiero imbarazzante… imbarazzzante chissà poi perché?
Però!, il senso di sete è reale.
L’autogrill!
Luogo eccitante, l’autogrill: bar, ristorante, self-service… luci, folla cangiante… per prima cosa mi reco al cesso… non molto ben tenuto, in verità… puzza di latrina.
E un donnone staziona fuori della porta dietro un piattino di monetine… e anche qualche banconota da richiamo: come a dire:
“Si accettano anche banconote! Non siate timidi!”.
Ma forse dovrebbe provvedere,‘sta donna, anche a tenere la latrina accettabilmente pulita… ma ho l’impressione che badi soprattutto a non lasciare incustodito il suo piattino.
Mi guarda all’uscita… uno sguardo allenato a intimidire, che promette disprezzo in risposta a mance poco generose.
Mi frugo nelle tasche, non ho che due monetine da cinque lire… ma sono deciso!, metterò nel piattino le misere monetine… figurarsi se una banconota da cinquecento lire!
Le due leggerissime monetine cadono tintinnando sul mucchietto, e mi becco il previsto sguardo feroce, carico di disprezzo.
Al bar bevo il mio bicchiere di latte freddo e poi un caffè.
Mi avvio all’uscita, e sono obbligato ad un percorso accanto a tutti gli scaffali del supermarket… Obbligato!,eppure non resisto, e così me n’esco con una gran busta colma di cose che altrimenti avrei mai acquistato.
Sul piazzale siamo in tanti con le scorte del supermarket, e trasferiamo rumorosamente… freneticamente… compulsivi… trasferiamo nei nostri pancioni patatine fritte e pop-corn, frastornati dal vorticoso carosello vacanziero:
“Tutti in coda e cià, cià, cià…!”
Auto stracariche parcheggiate con le radio a tutto volume Gruppi di famiglie riunite in cerchio… chi seduto sui sedili delle auto a portiere spalancate, chi seduto per terra… si ingozzano giganteschi panini, bottiglioni di Coca-Cola… si mangia in movimento… Siamo un treno in corsa!
A momenti mi travolgono ragazzi schiamazzanti e sgranocchianti… travolgono tutto… mettono a rischio il mio sacchetto di patatine… qualcuno li sgrida e prima o poi quasi tutti saranno picchiati… i metodi d’un tempo delle “mazze e panelle” che fanno i figli belli!

(Fine prima parte)
« Ultima modifica: Aprile 24, 2014, 15:59:46 da ectobius »

Birik

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Re:Viaggio d'altri tempi
« Risposta #1 il: Aprile 24, 2014, 19:09:06 »
Mi è molto piaciuto, attendo con ansia il seguito.

presenza

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Re:Viaggio d'altri tempi
« Risposta #2 il: Aprile 24, 2014, 22:49:55 »
E' proprio un viaggio che riporta ad un... altro tempo!

ectobius

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Re:Viaggio d'altri tempi
« Risposta #3 il: Aprile 25, 2014, 06:31:04 »
Grazie per avermi letto, e felice di ritrovarvi.

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Re:Viaggio d'altri tempi
« Risposta #4 il: Aprile 25, 2014, 08:41:39 »
finalmente sei tornato! e con quale bellissimo pezzo. Mi hai pure commossa, perchè conosco quelle strade sia d'inverno con la nebbia che con un sole schiacciante. E l'autogrill, la donna dei gabinetti...io mi rifiutavo di lasciare le monete, proprio perchè minacciosa! Aspettiamo il seguito.  ;)

ectobius

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Re:Viaggio d'altri tempi
« Risposta #5 il: Aprile 25, 2014, 11:10:28 »
Buona giornata a tutti... e grazie per la riaccoglienza.
Eccovi la seconda parte.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Sul nastro autostradale sfrecciano con assordante fracasso le auto e sputano furibonde ventate d’aria fetida Mi siedo su un guardrail, orologio alla mano, ché voglio calcolare il numero di passaggi di auto al minuto.
Una impresa!
Ma insisto per un po’ prima di rinunciare.
Sono al centro di una frenesia di rumori e passaggi: venditori di orologi falso Rolex e falso oro si aggirano con fare sospetto Sussurrano alle orecchie facendo schermo alla bocca con la mano
“ Cocaina… Stupefacenti? ”… e sorridono.
Hanno denti guasti.
Un gruppo di capelloni!
Fumano e confabulano… Ragazze vertiginose minigonne… Musica dei Beatles a tutto volume… Nani che fanno capriole… La donnona dei cessi…
Escono da ogni buco operai… un fragoroso martello pneumatico… lampi di sole… accecanti riflessi dai cristalli delle auto che passano… passano… passano… davanti e dietro… fiati terrificanti… scorte di esistenze accatastate… rumori… colori…
Il circo dell’autostrada fa girare la testa…
Gli operai issano un maxischermo, e sono applausi.
Tutti sotto seduti… si affollano.
Sul maxi le donnine giovani, cosce al vento… gomme americane… patatine… Coca-cola… tutti masticano… migliaia di mandibole in movimento sotto lo schermo e sullo schermo.
La partita internazionale di calcio… urla… agitarsi di braccia e gambe… inni nazionali.
Le auto lasciano l’autostrada e vengono a fermarsi sul piazzale. Si affollano… si incastrano.
Inno nazionale!
Tutti sotto… capelloni, minigonne… mamme… bambini… urla e canti demenziali.
Raggiungo barcollante la cinquecento… rischio l’incastro.
Faccio appena in tempo…a passare… a fatica… suonando, disperato, il clacson.
Il circo dell’autostrada. Mi fa girare la testa.
Lascio il piazzale dell’autogrill.
Ce la faccio!… Via!!!
E non c’è quasi più traffico ora… sono tutti fermi sui piazzali strapieni.
Auto accatastate… urla… fracasso della cinquecento.
Stento a ritrovarmi… i pensieri non arrivano più!
Vengo dal piazzale?
Uno scossone… ha staccato la presa… continuo a fare il punto:
“… sono su una cinquecento… ho appena lasciato il piazzale…”, e di nuovo perdo il senso della mia identità…in questo istante.
Ritorno a fare il punto, stupito di trovarmi qui e altrove… in un non so dove… sconcertato… forse spaventato.
Non è la prima volta che improvvisamente mi perdo… si tratta di schizofrenia?, e mi spaventa un po’ anche il sospetto… ma no!… è poi sempre passato e tutte le volte mi sono ritrovato.
Ed è l’odore acre delle porcilaie che mi riporta alla realtà.
Sono in Emilia!
Il pensiero corre abitudinario veloce all’indietro, al rito dell’uccisione dei maiali nel mio paese delle Puglie… Oh, ma insomma! Ora dico basta!… basta col romanticume dei ricordi d’infanzia!, di ‘sti primi dieci anni di vita. Possibile che siano così importanti?… ne ho vissuti molti di più dopo, e .sempre molto lontano dal paese!… ma quelli!…
Da quel breve viaggio dei primi dieci anni di vita non c’è più ritorno… e dire che non sono stati nemmeno i migliori, quegli anni. Comunque è un fatto che tu continui a restare in quel luogo, e nemmeno te ne accorgi… Condizionato per sempre perché sono gli anni che ti hanno “programmato” una volta per tutte, e sarai sempre quei dieci anni… sempre in quei profondi solchi tracciati su un terreno vergine… e vi rimarrai, ché c’è sempre qualcosa che risorge da quel solco, e si sviluppa in modo oscuro: l’ironia della mamma, ad esempio… e sì!, c’è sempre qualcosa che si intrufola, elemento di disturbo, di tensione.
Sono i primi circuiti attivati Come autostrade a rapido scorrimento e, se non compi degli sforzi per cercare di uscirne è sempre lì in fine che vai a viaggiare. Occorrono sforzi sovrumani per viaggiare su strade altre, diverse, strette, quasi sconosciute e con più ampi orizzonti… ma non appena ti rilassi…
E via!
Non voglio pensare ai maiali!!… Cazzo!!
Un incidente!… un colpo in testa da perdere la memoria dei ricordi d’infanzia Ritrovarti che non sai più chi sei pur sapendo ancora parlare… e leggere e scrivere… naturalmente… per rifarti una nuova rete a rapido scorrimento.
Ma nemmeno nei romanzi succede!
E io ritorno ai luoghi dell’infanzia… Perché?
E se non tornassi?
Questo viaggio è fragile!

( fine seconda parte )

(continua)
« Ultima modifica: Aprile 27, 2014, 06:32:50 da ectobius »

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Re:Viaggio d'altri tempi
« Risposta #6 il: Aprile 25, 2014, 14:26:20 »
questa seconda parte è molto profonda, il viaggio intorno ai dieci anni, la sua mai fine...è proprio così! O forse non è questione di programmazione altrui, ma di disco vergine che eravamo, poi a furia di scriverci sopra, un poco si è rigato e confuso.  :rose:

ectobius

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Re:Viaggio d'altri tempi
« Risposta #7 il: Aprile 29, 2014, 07:22:46 »
E ho sollevato lo sguardo alla immensa coppa d’azzurro e ho visto un uccello volare molto alto… un grosso volatile azzurro sospeso nel silenzio azzurro… Ci siamo!
Lo vedo scende verso di me… poi si allontana come spaventato dall’avermi messo a fuoco oltre il parabrezza, lasciando una fenditura nell’azzurro.
Ho fatto in tempo  a notare che aveva qualcosa di particolare quell’uccello: ali enormi distese ferme… e… ecco cosa ho notato!: non aveva zampe.
Mi fermo in corsia di emergenza… scendo dall’auto.
Frattanto si è fatto un gran silenzio mentre io mi allontano nell’azzurro con l’uccello che veloce va perdendosi trasparente nell’azzurro. Ad ali distese e ferme sale sulle correnti ascensionali… lo portano su.
Traspare!
Senza zampe non può scendere in terra… ma allora di cosa si nutre?
Si nutre di fluido azzurro… di manna del cielo… di cirri rosa incontaminati… di musica e poesia che giungano fin lassù… di polvere di stelle cadenti…
Ora è un ciottolo d’opale che sprofonda… sprofonda in acque trasparenti, dove anch’io mi perdo.
Che non scenda mai in terra!

Una voce dietro di me:
“Ha bisogno di qualcosa?”.

Mi giro… guardo smarrito negli occhi azzurri di un uomo che mi viene in soccorso… generoso e assurdo.
“Non si sente bene?”.
“No!… tutto bene, grazie!”.

Ha prima girato uno sguardo perplesso, l’uomo, verso la signora che l’accompagna nell’auto ferma sulla corsia di emergenza, in coda alla mia. Poi ha alzato le spalle, ha leggermente allargato le braccia ed è risalito in macchina ed è ripartito… veloce.
Io ho abbassato gli occhi.
Sono sulla terra!
Ai margini dell’asfalto ci sono fili d’erba e vibrano. Su uno di essi, il più alto, si è posata una coccinella… una ventata improvvisa la spazza via e i fili d’erba si piegano allo spostarsi dell’aria da un autotreno.
Ho perso la coccinella!

Sono dentro un viaggio fragile!… ma voglio che duri.
Loro corrono… hanno fretta di arrivare… ma perché?
Io procedo lento su ali distese… ferme.

Il tratto appenninico!

Il sole scende e mi colpisce da dietro e allunga l’ombra della cinquecento.
Il colore dell’aria è arancio… gli alberi in alto ne sono avvolti… le cime in alto più luminose… di oro, là più in alto.
E l’oro sfuma gradualmente scendendo nelle gole profonde che in fondo sono già nell’ombra.
I viadotti scavalcano intrepidi fosse buie vertiginose Si impennano, balzano in alto… mi colpiscono quasi, in viso. Prendono il colore rosso del tramonto archi e colonne e mura… acquedotti e mura… poi sprofondo nel buco nero di una galleria… riemergo nel sangue rutilante e voglio inseguire il sole che abbaglia e rimescola la tavolozza di un pittore folle… magma di sogni perduti che non si riacciuffano… montagne alberi archi.
La tempesta di colori si distende… si contrae… è un respiro che va a spegnersi nella morte del buio.
Spaventosamente solo… esisto!
Senza sogni… senza turbini… con l’enigma di questa tavolozza nata sul nulla di una vita trascorsa tra il paese, una stanza, un’aula d’esami… Tutta una vita da recuperare…
E mi entusiasmo per un viadotto!


(continua… se volete)

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Re:Viaggio d'altri tempi
« Risposta #8 il: Aprile 29, 2014, 07:31:25 »
grande poeta il nostro ectobius, che scopre la vita in un viadotto, come chi ne ha vissuta una, perdendo di vista tutte le altre possibili.  :rose:

ectobius

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Re:Viaggio d'altri tempi
« Risposta #9 il: Aprile 30, 2014, 10:30:07 »
Ed è già buio… io stesso sono divenuto sogno: su una leggera vertigine tutto si è spento… pochi secondi senza me stesso nella piacevole perdita di sensi… e di identità.
La cinquecento non ha perso la giusta traiettoria.
Mi scuoto Giro il deflettore L’aria fresca mi investe gradevolmente il viso Canticchio che presto è solo un mormorio. Infati perdo nuovamente coscienza… solo un secondo! … piacevole, non c’è che dire, ma… meglio fermarsi.
È sempre il buon senso che impera!
Ancora due caffè… aria fresca sul viso dal deflettore.
Macché!
Dieci minuti e ci risiamo.
Mi fermo.
Mi sdraio sul sedile posteriore, gambe in alto… mica tanto comodo!, e non ho più sonno… ma meglio star fermi, non agitarsi.
Però le gambe alte… sto meglio… vuol dire che evidentemente sono giù di pressione.
Cerco qualcosa che la tiri su, la pressione… l’analettico in gocce lo porto sempre nel cruscotto… qualche goccia sotto la lingua.
Ancora pochi minuti… riparto e sto bene, e non perdo più coscienza.

E’ così che si vive… Ostinatamente!

Uno svolazzo di luci rosse sono le innumerevoli lucciole dei fari di posizione… i pensieri sono leggeri come lucciole: si abbozzano, brillano nell’aria lieve, e veloci volano via palpitanti come i fanalini ad ogni tocco di freno… Sbucano… si attenuano… strani confusi… onirici… leggeri volano: sono sogni che passano, si allontanano, e lasciano una traccia evanescente… e si dimenticano.
Mi sforzo di ricostruire… altri ne arrivano a sostituirli, i sogni… come in gara… e anche loro non lasciano traccia.

(continua)

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Re:Viaggio d'altri tempi
« Risposta #10 il: Aprile 30, 2014, 11:05:24 »
come in gara? certo, i sogni gareggiano con la realtà e Vincono!  :rose:

ectobius

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Re:Viaggio d'altri tempi
« Risposta #11 il: Maggio 02, 2014, 09:34:52 »
Tri!… trac!… pim!… pac… vengono a schiacciarsi sul parabrezza miriadi di esserini… si riducono a macchie multicolori… un arcobaleno.
SPLASC!… questo è più grosso e contiene sangue, questo… è una bella macchia vermiglia proprio all’altezza del mio unico occhio buono.

Mi fermo ad una stazione di servizio:
“Il pieno e una pulita al vetro!”, ordino con fermezza al ragazzo della stazione di servizio.

Una voce alle mie spalle:
“Cazzo che strage!”, è un ragazzo capellone con la barba.
Anch’io ho i capelli lunghi… sfiorano la spalla… e anche la barba… anch’io.
“Dagli un passaggio!… a ‘sto tipo che non accetta passaggi dai macchinoni… ed è qui già da due ore…”, è il giovane alla pompa che me lo consiglia… e non ha i capelli lunghi.
“Cazzo che strage!!”, ripete il capellone…e:
“Ma vi rendete conto di quanti danni fanno ‘ste automobili… Che ammazzano anche i ricci… tutto quello che si avventura su questo asfalto… anche gli uomini…”.
“E tu vuoi venire con me?… Non c’è da fidarsi!, ché io corro Ho la guida spericolata, Io!… E ne ammazzerò ancora a migliaia di moscerini… e anche ricci... per non dire che potremmo rimanerci anche noi… spiaccicati… SPLASC!... Dove sei diretto?”.
“Debbo arrivare in Calabria… che ci ritroviamo tutti lì, tutta la compagnia Viaggiamo tutti in autostop… ma da indipendenti”.
Dopo una breve pausa, aggiunge:
“Che ne dite? Ce lo facciamo uno spinello?…”.
“Sì… magari…”, dice il ragazzo alla pompa, “ma poi chi mette la benzina… Che già così, senza spinelli, a qualcuno gli darei un calcio in culo al posto della benzina… Pensateci un po’?… “Mettimi la benzina!”… Nel culo te la metto!… Oh!… Mica a te… a quello della ‘mercedes’… Cazzo!… e con che gusto!”.
“Cazzo ci fai qui anche tu… Dai! Molla tutto… facciamoci uno spinello e andiamocene tutti in Calabria colla cinquecento di questo qui…”.
“Facciamoci piuttosto un caffè…”, dico io
E rivolto al ragazzo alla pompa
“ Vieni anche tu… lascia la pompa!”.
“Di notte non posso allontanarmi nemmeno per una pisciata”.
“E vabbè, te lo serviamo noi a domicilio il caffè… Dai andiamo!… ma tu guardami la cinquecento, però!”.
“Cazzo vuoi che se la prenda ‘sta carretta?… che sarà anche di seconda mano, per giunta!”.

Gli abbiamo portato il caffè in un bicchiere di carta!

“Beh, io dopo il caffè me lo faccio lo spinello… dopo il caffè non resisto… Hai una sigaretta?”.
Ha raccolto in una cartina il tabacco… ha tirato fuori da un involucro di carta un piccolo pezzo di Hascisc… insomma ha confezionato da vero esperto lo spinello, gli ha dato fuoco e voleva passarmelo:
“Sì… e poi chi guida?”, faccio io, e aggiungo:
“Sai che non l’ho ancora mai provato, uno spinello… ma prima o poi lo farò!… giuro!”.
“Ma va!… Non ci proverai mai… per certi non è mai l’ora…”.
“Io solo una boccata”, fa il ragazzo della pompa.
E l’autostoppista capellone se n’è tirato mezzo, di spinello, poi lo ha spento e ha chiuso la cicca in una scatoletta.
Ha gli occhi da pesce fritto, ora, e debbo condurlo barcollante alla cinquecento… lo zaino e tutto.
Il ragazzo alla pompa ci segue con sguardo malinconico mentre ci allontaniamo.
Ci saluta agitando la mano.
Appena sul sedile lo spinello s’è addormentato farfugliando qualcosa che non sono riuscito a cogliere… fa un fracasso infernale ‘sta cinquecento!

“Oeh!… Sveglia!… Sono due ore che dormi…”.
Si stira… sorride disorientato.
“Perché non hai accettato il passaggio in “mercedes”… sai che bella dormita comoda ti saresti fatto!”.
“Macché! Non m’avrebbero fatto chiudere occhio… Sai mica come sono quegli stronzi?… Interrogatorio di terzo grado… poi si passa agli insulti e ti lasciano lì sulla strada… in un punto qualsiasi… Ma cazzo! dove vivi?… al paesello?”
Sbadiglia che sembra gli si lussi la mandibola.
“Ehum!…”.
“Dai, andiamocene in Calabria!… vieni con me… fatti una vacanza. Magari qualcuno c’è già arrivato laggiù… dai! che ci divertiamo… Fumiamo… e parliamo anche… a volte anche di cose serie…”.

“Ma ci credete sul serio alla vostra rivoluzione?… Come questi insetti vi schiacceranno… trac… trac… splasc…”.
“E chi se ne frega… nascere e morire nel paesello… Puah!… Dai… vieni con me!”.
“No, non vengo!… Ti lascerò a un distributore a Caserta… lì le nostre strade si dividono…”.
“Fanculo!… Muori democristiano!!!”.

Ci sono altri ragazzi e ragazze con lo zaino sul piazzale della stazione di servizio a Caserta.
Si riconoscono:
“Iuhuuuu!…”.
Mi si è piazzato di fronte e fissa i suoi occhi chiari nei miei.
Siamo immobili!
Sono io a muovermi per primo… una pacca sulla spalla e un sorriso triste… poi un saluto con la mano dalla cinquecento che si allontana col fracasso.
Mi asciugo gli occhi.

Qui finisce… anche l’autostrada.
E sono strade strette dissestate… qualche autotreno, ed è difficile sorpassarli ‘sti bestioni… mi accodo e respiro gas di scarico.
Mi prende un’inquietudine… tormentosa… e azzardo lunghi sorpassi. Attraverso paesi abbandonati, deserti, sbrecciati… scarruffati… nemmeno un cane randagio… nemmeno un gatto… sterpaglia che rotola al vento… Lividi ‘sti paesi sotto la luna dalla luce parassita.
Li attraverso da parte a parte… castelli incantati.
Un bacio!
Macché non si svegliano… non si sveglieranno mai più.
La malinconia cresce… e anche la stanchezza!
Un senso spaventoso di solitudine… buio, cielo e terra si sono fusi.

E sono quasi trascorse le sedici ore previste.
Finisce il viaggio!
Quindici ore e trenta, per l’esattezza… ancora mezz’ora ed è finita la storia Sarò arrivato, puntuale al minuto, come un orologio svizzero.
La luce livida dell’alba è desolante… il paese là in fondo è come sospeso su una vaga foschia che inghiotte la striscia d’asfalto sconnesso e rappezzato.
“Cosa ci vengo a fare?”.
Ritorna la domanda di ogni volta: retorica falsa ipocrita me la rivolgo ogni volta... questo è il quieto sepolcro dove non v’è mai stato posto per ribelli.
Eppure ritorno in questo paese dalle energie risucchiate ove sono rimaste solo tombe calcinate e dimenticate di tanti grandi umili esseri che seppero patire e conservare intatta la loro dignità di uomini e donne in inaudite sofferenze... e forse “io solo so che vissero”.
Vi porto un fiore.

FINE
« Ultima modifica: Maggio 05, 2014, 06:56:04 da ectobius »

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Re:Viaggio d'altri tempi
« Risposta #12 il: Maggio 04, 2014, 09:51:26 »
splendido, splendido, splendido, sempre grande ectobius. C'è amarezza ovvia in una storia che racconta ciò che potrebbe ancora essere, se decidessimo di cambiare strada e alla fine fumare pure uno spinello, ma non si può, è tardi. Ma poi chi l'ha detto che abbiamo camminato su una strada obbligata in partenza? Abbiamo semplicemente scelto la strada adatta a noi, quello era il destino.  :-*

Birik

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Re:Viaggio d'altri tempi
« Risposta #13 il: Maggio 04, 2014, 13:53:14 »
Un racconto bellissimo, specie per chi come me è cresciuta a pane e autostrada. Il mio papà è stato il progettista di svincoli e cavalcavia dell'Autostrada del Sole prima, della Napoli Bari poi e in ultimo della Caserta Salerno. Sono molto selettiva nelle letture, ma questa mi è davvero piaciuta. Complimenti.

ectobius

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Re:Viaggio d'altri tempi
« Risposta #14 il: Maggio 05, 2014, 06:57:36 »
Amici miei!, grazie per i commenti, e sono felice che il racconto abbia suscitato in voi qualche emozione. Del resto il tema del viaggio offre una ampia gamma di sfumature metaforiche ed allegoriche nella quali il lettore trova sempre qualcosa di sé… anche lui, il lettore, si è messo in viaggio.