Nella notte non c'è bisogno di coprirsi,ecco che svela il suo corpo e dona coraggio nell'andare nudi, in mezzo al proprio mondo fatto di una paura atavica e ancestrale come quella del primitivo in mezzo alla natura.
Ed è così che ci si muove lenti, passo felpato per ascoltare tutti i rumori, quelli di una coscienza che non sa più chi essere, quelli di un mondo esterno che si confonde al proprio e mescola le carte.
E' un gioco difficile quello di ogni volta, seduti al tavolo dell'ora che avanza, inesorabile come la paura di affrontarla. E si vorrebbe che lei finisse subito e poi anche le altre una dopo l'altra perché sono pesanti malgrado le apparenze, e il loro scorrere soffoca come un maglione di lana a collo alto.
Contarle una ad una serve solo a prolungarle, non resta dunque che assecondarle chiudendo gli occhi e sperando nell'avanzo perché altrimenti fissandole rimarrebbe tutto fermo come un sasso.