E lei sta dentro ad un tribunale in attesa di giudizio, passa e ripassa in mente i passi che ha compiuto, cosa le ha fatto male, perché si trova là. L'ansia divora il corpo, le mani s'intreccia e annoda, le fila ormai spezzate, uno sguardo nel passato. Di cosa è fatto il tempo, quello suo, quello che ha perso, non c'è la sua risposta la lacrima gliel'ha tolta.
E lei sta ancora là, quando tutto il resto se ne va, sta a metà tra il cielo ed una terra che non la vuole più, quella che lei ha ferito, quella che punta il dito, quella che ha combattuto e perso senza dignità. Quella è di un male che nemmeno lei sa, nessuno lo sapeva, nessuno lo poteva quando con gli occhi fissi cercava una via d'uscita.
E lei sta seduta nel suo dolore, a macerarsi il cuore con le ginocchia chiuse e i pugni dentro alle sue tasche spente.
Poi sente quella voce, s'alza in piedi senza la sua ragione e ascolta muta quella sola sensazione.