In “Principio” era poi mica tanto male: si galleggiava nel tepore di una soffusa luminescenza amaranto... fosforescente soffusa di amaranto… e “Amarántos!” è ciò che non appassisce.
Poi un abbozzo di pinne, e un nuovo piacere: sguazzare senza peso né pena di pensiero in quel tepore liquido di silenzio denso e fatato, rotto solo da un rassicurante lontano tonfo ritmico, cuore di imprecisate certezze.
Ignoti!
Non ancora iniziati!
Fuori del tempo… Eternamente fuori del prima e del poi e in ogni istante smarriti e recuperati in una sequela di istanti.
Si sviluppano abbozzi di pinne, incontestabilmente ittiche pinne… e anche una coda… bifida… quattro moncherini che si allungano e perfezionano lo sguazzo, ed ora è possibile spingere e fare capriole senza peso.
Ma purtroppo oltre il tonfo e il lento sciabordio delle capriole, di quando in quando si possono percepire vaghi sfiniti rumori, ai quali comunque non si presta che solo una vaga attenzione… rumori misteriosi da un mondo misterioso… ignoto… un mondo parallelo che trasmette un vago, quasi impercettibile, senso di disagio… mondo solo oscuramente supposto, ma inquietante!
Comunque, prevale ancora l’abbandono alla pace di questo inizio mai iniziato ché l’eterno non inizia!... né finisce.
Materia eterna in movimento eterno… ecco!
Il moto eterno di Caos e Cosmo in imprecisata armonia…
Ma… Oddio!… cosa è successo?, che all’improvviso il lago si prosciuga… ci prosciuga!, e l’acqua ci è indispensabile… dobbiamo inseguirla!, imboccare il tunnel attraverso il quale con essa defluire.
E sfoceremo in un lago più ampio, più adatto alle nostre dimensioni.
Ma è faticoso il cammino… e doloroso, anche.
Doloroso?
Il dolore!
Scopriamo il dolore! Durante un cammino agevolato da intermittenti spinte che provocano una sensazione nuova e sgradevole intorno al capo… il dolore! Che precocemente, e da subito, è tra le prime cose che dobbiamo imparare a conoscere.
E anche si intravvede una luce nuova.
Anche questa insospettata, mentre forze sconosciute, mai ingiuriate, mai provocate, traggono e spostano noi che fino ad un attimo prima pensavamo d’esser mondo intero.
Ed ecco! È così che scopriamo l’esistenza di altro spazio e intuiamo il tempo.
Il tempo che continua ad accadere e toglie l’abbandono alla quiete.
É la fine!
La fine del “Principio” e la nascita del tempo.
Chiasso!
Una baraonda della madonna! Fuori dal centro, dal posto che era sembrato senza alternativa.
Baraonda!
Luce bianca! Accecante! Abbaglia!
É danno agli occhi… e all’udito, anche.
Gli occhi, almeno in fretta li possiamo chiudere… almeno gli occhi!, e serriamo le palpebre mentre ci invade il terrore della mancanza d’acqua.
Siamo nel nulla!
Ci appesantiamo!
Continua a ferirci le orecchie uno sbraitare…
Tintinnii! urla! evviva! risate!
Urlano ombre eccitate:
“E’ sano! E’ maschio!”
Alcool… Freddo!
Anche il freddo!… lo sconosciuto che ci fa tremare.
Serrano i piedi… Percuotono il sedere, e riconosciamo l’alto e il basso.
Il nostro capo è in basso e soffochiamo!
Agitiamo le pinne:
SOFFOCOooo!
E allora urliamo:
“Ahi!... Ahi!...”.
Stiamo meglio, ma continuiamo ad urlare
“Ahi! Ahiii!…”.
Piangiamo, ora che siamo sfociati nel luogo ostile senza comprendere il perché di questo naufragio nell’aria e nel tempo.
Una colpa… forse?
E poi cominciano a toccarci… mille grosse dita ci si torcono addosso e ci hanno messo in acqua calda… la testa fuori dall’acqua.
Non abbiamo più freddo.
Ci hanno asciugati e coperti.
Sfiniti
Dormiamo.