In verità non c'è una risposta per ogni cosa, e le domande sono talmente tante che forse basterebbe solo ascoltarle. Si fa un gran chiasso a dirle a raffica una dopo l'altra come se fosse poi dell'uomo riuscire a rispondere a tutto. Non c'è, non c'è veramente un tutto, e sono più i vuoti che i pieni e non lo dico con amarezza, solo con franchezza perché così ci si possa riposare dalla fatica e dall'affanno di mettere tutto in ordine come fossimo davanti ad un comò.
E poi succede che chi da troppe risposte in genere ha solo paura di vivere, sì perché non accetta l'imprevedibile, si sente addosso un peso che non sa fronteggiare perché sconosce dove va e da dove viene. E' meglio chi resta senza sapere con quali vesti andrà e se con le scarpe o a piedi scalzi, tanto che importa se poi qualcosa non prevista accade e ridisegna la figura. E questo non significa smettere di domandare, semmai smettere di rispondere che è cosa ben diversa e darebbe a ognuno la misura di se stesso. Non siamo grandi menti, suvvia, e non lo saremo mai, è già gran cosa pensare d'essere qua su questa terra così come ci siamo arrivati e questa è già una risposta semplice sì e tuttavia di quelle che ne racchiude altre.
E' proprio vero allora che le domande sono una gran cosa perché ci rendono consapevoli d'essere noi tutti dei poveri ignoranti, mentre le risposte, ah quelle sono pericolose, perché distruggono l'umiltà e danno solo la “sensazione” di sapere.
