E' accaduto, non lo sa ancora nessuno, solo io e non importa da quando, forse poche ore, da che ho messo sulle spalle quel telo e ho lasciato la spiaggia seguendo le orme sulla sabbia. Bianca e calda. Sono qua in questo mare d'inverno, mentre è difficile sentirlo come d'estate.
E vado incontro all'accaduto, quello che non sa nessuno, e che voglio dire. Non mi siedo affatto, cammino e poi mi fermo, sotto una palma e aspetto di poter parlare, a chi? Forse a me stessa che non si guarda mai per paura di scoprirsi. Eppure non ha senso, me stessa rivuole indietro il suo tempo. E' così che ho scoperto l'accaduto, e dopo un attimo so già cosa fare: raccontare tutto al primo che incontro.
Mi siedo allora, e quel muretto basso a mattoni rossi, penso sia adatto a me. E' vero, adesso so che siamo fatti l'uno per l'altra, so che nemmeno tutte le parole che ci siamo raccontati basta a costruirci come siamo esattamente in questo tempo.
L'accaduto... mi sono portata appresso quante borse piene di tutto che non è servito a niente, e quando non l'ho fatto più ecco... l'accaduto!
Tutti mi guardano adesso e non sto più bene, voglio ritornare sì, da quella me stessa che sa che cosa fare, magari potessi! Basta iniziare. E così ho fatto e l'accaduto si è rilevato. Ora con lui è come con me stessa, e cosa ho da dire, niente e tuttavia solo e soltanto questo.
