Tempo fa questo ho scritto a un amico che si definisce per la “vita”… qualunque vita? L’amico che non aveva accettato la mia dichiarazione quando mi auguravo che i miei figli non mi regalassero nipoti.
Io li amo i bambini!, scrivevo, checché tu abbia potuto superficialmente pensare alla mia incauta dichiarazione. Li amo tanto!, i bambini. Forse troppo?, se, per tanto troppo amore, mi auguro di non avere discendenza di nipoti, e questo per vari mptivi: primo, per il timore che esseri innocenti possano ereditare i miei geni inadeguati alla gioia(?) di vivere, alla felicità (?); poi perché non voglio che degli innocenti siano gettati in pasto alla vita in un mondo che si va facendo sempre più cattivo.
Tu, invece, sei orgoglioso che qualcosa di te possa sopravvivere, gli dicevo. E tanto più ti godi il nipotino che ti è stato regalato, quanto più scopri in lui qualche somiglianza con te.
Ma cos’è questo desiderio di sopravvivenza?, se non un ingiustificato ed esagerato concetto di sé?, e che può facilmente sfociare in insensibilità per la sorte di chi non ha mai chiesto di venire al mondo e di somigliarti? E anche è possibile che questa tua supponenza possa dare spazio, probabilmente, ad un sentimento di disprezzo per chi proviene da altra cultura ed esperienze; che possa sfociare anche, in somma, in sentimento di disprezzo per il prossimo che non si trovi in armonia con le tue convinzioni.
E ancora molti anni fa questo scrivevo quando ai semafori si usavano i bambini:
“Un bambino al vetro dell’auto. Non do un centesimo al bambino bello e malinconico le mani livide; i grandi occhioni sfruttati al semaforo!
Un bambino! Un altro bambino, infelice!, si è lanciato dalla finestra.
Ma sì!, solleva le spalle e mettitelo nel culo il tuo baricentro!
Alieno!!
Vorrei parlare. E so solo saturarmi di punti interrogativi e esclamativi”.
Questo mi è tornato in mente alla notizia della nascita surrogata del bambino voluto da Niki Vendola.
Eppure alla nascita di un essere innocente “bisogna” sempre felicitarsi… e io, che amo i bambini, non dovrei mancare. Ma non me la sento ora, in questo caso, anche se l’avvenire di questo bambino sarà un avvenire di amoroso benessere e al quale non sarà negata alcuna opportunità.
Non sarà colpa sua, ma a quanti bambini vengono negati benessere ed opportunità nella vita… quanti bambini sono condannati alla fame, alla sofferenza, alla negazione di ogni opportunità sociale?
E allora mi chiedo: non si è trattato, forse, un atto di egoismo questo del sedicente rappresentante della sinistra radicale, che non fa scrupolo del commercio umano?... Sì!, commercio di bambini per l’accattonaggio; commercio di organi da bambini, e anche da adulti poveri; commercio di carne da cannone… e chi ne sa più ne metta.
Avrà anche solo per un attimo pensato a tutto questo il Vendola?, in quest’epoca orribile per masse di diseredati della vita?; si è reso conto di aver dato col suo atto avallo ad altro turpe commercio?: quello di uteri poveri da prendere in affitto?