Taci, o cuore!
Che troppo chiedi a quest’uomo,
fragile e inerme.
Ascoltarti non voglio in quest’ora,
fatidica sorte del mio esistere!
Via da me, lontano!
Quasi che tu non abbia più a battere
tra questo petto,
loco tuo d’origine e dimora ai sentimenti.
Taci ti dico, ti scongiuro, non echeggiare!
Giammai vorrò sentirti,
la chiave, via, getterò della tua porta
e ne più mai verrò a trovarti.
Lusinghiero falso amico del viver mio!
Taci ti ordino, taci.
Giuseppe Salvatore Sugamiele