Un gruppo di vecchie case e donne pronte a raccontare, nelle sere d'estate sotto la luna, storie di vita e di sogni ad occhi aperti. Tra una porta e l'altra aste di legno a tendere il filo per stenderci su i panni lavati con l'argilla all'abbeveratoio, col pezzo di sapone passato da una mano all'altra mentre qualche canzone si cantava. Le sedioline di legno impagliate, i bimbi sui gradini, gli uomini a fumare il sigaro e tutti a immaginare grandi destini, grandi storie future di se stessi come degli altri in mezzo al lume. Poi qualche fetta di pane un buon caffè bollente e tutti alle loro faccende come non fosse successo niente. Qualcuna a lamentarsi e qualche altra a vantarsi, le gonne lunghe fino ai piedi ad intralciare i passi. Però eccola che arriva la locomotiva, si abbassava il passaggio a livello e tutti ad aspettare chissà cosa di vedere. Poi l'ultimo fischio ormai in lontananza vedeva tutti sparsi da una parte all'altra. La strada lastricata con grandi mattoni neri e spessi, qua e là aghi di pino e ghiande con le foglie, divertimento di bambini.
Il pozzo è sempre in mezzo, anche se non ha niente, un tempo ci raccoglievano l'acqua per tutta quella gente.
Solo questo è rimasto, il resto è nella mente.