Mentre scrivo parole,
che cadono su un foglio
come gocce fredde
che bagnano la terra d’inverno,
sento nel mio cuore
voci silenziose, impedite, ammutolite.
E ricordo, quando da bambino,
potevo correre e gridare
la gioia del mio vivere misterioso.
E’ mentre scrivo parole,
nere di dolore, che
Penso a te, bambino mio fratello,
che il destino ti ha sbarrato, inerme,
la strada per la quale correvi, con affanno.
E’ mentre scrivo che penso
a te , fratello mio,
e ti racconto della mia terra
di cui hai solo sentito parlare e che,
agognando, hai sognato.
Fratello mio, ora ti scrivo da qui,
dove in pochi hanno conosciuto
la speranza nei tuoi occhi,
muti nel silenzio del tempestoso mare.
E tu bambino, che il tempo
non hai avuto di abbracciare la tua mamma,
a te bambino mio fratello,
in lacrime, rivolgo questa prece:
che tu non ti vergogni di me,
che tu comprenda,
che tu perdoni.
Perdona, fratello mio, l’egoismo
del mio cuore, che in mare
ti ha lasciato, spiaggiato e naufrago,
sui granelli di quella speranza
che ora realizzi nel Cielo.
Perdona bambino, fratello mio,
perdona.
Perdona.
Giuseppe Salvatore Sugamiele
