Il paesaggio scorre veloce fuori dal finestrino. Sono seduto in una carrozza, un treno, una destinazione. Non penso a quest'ultima ho altrove idee, analisi, scopi. Come ogni volta, ogni viaggio fisico si trasforma in questo, quando l'attenzione e la concentrazione non sono obbligate altrove. Una sorta di introspezione continua, una riesumazione volontaria di quanto è stato, vissuto, provato. Recente o lontano non importa in quanto casuale si ferma la mente, dove il presente suggerisce attraverso strani messaggi. Una persona, un'edificio, una situazione bastano a volte per innescare una miriade di parole dentro di me A volte mi stupisco di tutta questa mia memoria, quasi infinita capacità di trattenere tutt'ora immagini, rumori, sensazioni, poche gioie ma tanti dolori accanto a me.