19.23
È sull'orlo di un precipizio, forse è un sogno.
"Non capisco. No. O forse non so."
Nikita doveva essere in dormiveglia, si sente viva nel suo stesso sogno.
Lui si avvicina e l'abbraccia forte, senza dirle una parola, solo un sorriso.
Attenti a non cadere.
Non si sveglia, Nikita.
Lui la accarezza e le sistema una ciocca di capelli che le scivola sul viso, e la guarda. Sei fragile, preziosa, Nikita.
Ci conosciamo noi due, perchè ci siamo guardati negli occhi ed abbiamo letto le nostre paure, senza spaventarcene.
Ora viviamo un mondo capovolto, e tutto un universo sembra scivolato via.
Noi, che ci conosciamo per le cose che ci siamo detti, ma molto di più per ciò che abbiamo condiviso senza dire una parola.
E lei ricorda una sera, c'era la mezzaluna.
E ricorda il suo sorriso.
Quella sera faceva freddo, e si sentiva la dolcezza del silenzio.
Lui le sembra triste, come se avesse un dolore invisibile persino a se stesso.
La guarda silenzioso, ed è imperscrutabile.
"Sento una mancanza, come se una parte di me fosse andata via.
Sento di aver perso qualcosa, Nikita.
un oggetto,
no, forse un attimo.
O addirittura tutta una vita".
Gli occhi di abisso che, come un oceano addormentato, dentro celano tutte le storie del mondo. E una lacrima.