Guardavo dalla finestra La Sicilia.
Mio figlio mi stava accanto, mentre lo invitavo ad osservare con più attenzione i paesi che si affacciano sulla costa: Tremestieri, S.Teresa di Riva e più in là Roccalumera.
Lui, com’è comune nei giovani, guardava quasi senza vedere. Di fretta, senza apprezzare veramente la bellezza e l’incanto di quell’angolo d’Italia, che si mostrava davanti ai suoi giovani occhi, ed ai miei che avevano già potuto apprezzare nel corso degli anni e dei miei numerosi viaggi, l’incanto di una terra, la Sicilia, da sempre posta laggiù al centro del Mare Nostrum.
Era la prima volta che mi arrampicavo, con la mia famiglia, sulla parte alta di Reggio Calabria, con la speranza nel cuore che quella città potesse loro piacere. Non fu così.
Negli anni che seguirono, per necessità, fui un pendolare come tanti dello stretto o, per meglio dire, dell’”area metropolitana dello stretto”.
Ieri l’ho attraversato per l’ultima volta, da pendolare. Mi sarei aspettato maggiori emozioni nel farlo, eppure provavo soltanto una calma piatta dentro di me, piatta come il mare che stavamo navigando sulla nave che continua a far la spola tra le due sponde, quasi senza soluzione di continuità.
Molta gente, tra questi molti turisti, guardava insieme a me lo stretto e la sponda siciliana che via via si avvicinava. Mi chiedevo, mentre li osservavo, quali emozioni stessero provando, specialmente se per la prima volta stavano incrociando le sponde di ‘Scilla’ e ‘Cariddi’.
Per ben sei anni, lavorando a Reggio C., sono stato un “osservatore” che desiderava rientrare nella sua Sicilia. Per sei anni ho attraversato innumerevoli volte lo stretto, ogni volta immaginando che il rientro sarebbe avvenuto sempre troppo presto.
Tuttavia, so bene che tutto questo tra qualche tempo mi mancherà e, avendone nostalgia, probabilmente ripercorrerò a ritroso i miei passi, desiderando di rivedere quel mare ed i luoghi legati alla memoria.
La vita è un viaggio, il mio continua ora nella Sicilia occidentale: quella di cultura arabo-normanna.
Buon Viaggio, dunque, a chiunque avrà avuto la pazienza di leggere le mie riflessioni… ed anche a chi mi leggerà in futuro (forse!).
Faber