C'è un teatro in un paese lontano e da ogni dove arrivano persone. Non è piccolo e tuttavia profuma di altro, forse di ciò che viene rappresentato. Si dice sia Ofelia, donna ormai vecchia e piena di memoria, a suggerire agli attori ogni parola. E' lei che arriva con una macchina dai tanti colori, monta un lenzuolo bianco e si alza il sipario. Ecco la storia dei paladini di Francia, un nome a caso e tutto si anima. E i personaggi si muovono eccome, ma si sospetta siano solo ombre. Successe che Ofelia un giorno le prese, mentre era a terra e pensava alla sorte, quelle si fecero a lei più vicine e con rispetto le chiesero “prendici”. E da quel giorno le porta con sé, dicono tanto e le sono compagne, son di nessuno e nessuno le vuole, solo da Ofelia hanno trovato conforto. E mentre in lungo piuttosto che in largo la donna e le ombre portavano a spasso il loro spettacolo fatto di ore, la gente godeva e nessuno chiedeva. Ma fu in un giorno di neve e di freddo che Ofelia, la macchina e le ombre rimasero ferme sul ciglio di strada ecco che allora un'altra ombra apparve e le fu chiesto chi fosse e cosa volesse. Quella rispose di chiamarsi Morte e chiese in modo gentile se anche per lei che era di nessuno e a nessuno piaceva ci fosse un posto. Ofelia pensò e poi rispose “sì io ti accolgo sono qui che ti aspetto”. Quella l'avvolse e le diede calore e così Ofelia donna minuta e vecchina, finalmente fu di qualcuno, e in quello che prima era grande buio scorse una luce e ritrovò le sue ombre tutte cambiate con i volti e i sorrisi perché in qualche modo erano state anche loro amate.
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