Accade che d'improvviso non trovi più le parole al loro posto, sembra come fissare il vuoto in cima ad un dirupo mentre ci si domanda “cosa ci sta là sotto”. Si scorgono le pietre, la terra, qualche ramo di albero e le radici e poi sempre più buio, verde più scuro e poi c'è il nero e poi si sta: fermi impauriti e incuriositi mentre quel tempo scorre e non lo vediamo.
Non occorre vedere sempre tutto, chi lo ha detto che dobbiamo, possiamo anche intuire, oppure non avere per nulla un'immaginazione. C'è l'aria intorno, e tanti rumori da contorno, insomma non c'è silenzio e se non c'è silenzio non c'è vuoto, il buio non è vuoto, è buio, ed è un colore.
Così pensavo mentre scalavo una montagna un giorno, e non sentivo la terra sotto i piedi e gli scarponi mentre la stropicciavano, era quello il silenzio, un'assenza della coscienza mentre il mio corpo avanzava verso l'ascesa e poi la discesa.