Autorealizzarsi o rimanere dove si è insieme ai rimorsi ed ai rimpianti ?
Provare ad essere felici è un diritto, ma soprattutto un dovere per non morire spiritualmente, lentamente….
Una caratteristica propria dell’essere umano è il suo bisogno di evolvere.
La persona che evolve si trasforma continuamente sul piano psichico, affettivo, artistico e spirituale.
Realizzarsi significa sviluppare le proprie attitudini, i propri talenti, per arrivare a compiere ciò per cui siamo destinati.
L’individuo con le sue azioni o reazioni “scrive” un capitolo della propria “storia” e quando riflette capisce di essere il risultato di un complesso intreccio di azioni compiute, di condizionamenti familiari o sociali, di influenze derivanti dall’esser nato e cresciuto in un determinato luogo, di appartenere ad uno strato socioeconomico.
Quando fa dei bilanci della propria vita, pensa al proprio passato e si pone interrogativi, rielabora, ricostruisce continuamente la propria “storia” personale, diventando “storico” di se stesso.
Raccontare di sé. Della propria vita, dei propri ricordi, dei successi e delle sconfitte, dei sentimenti, delle paure, degli amici e degli amori,… La letteratura è ricchissima di racconti autobiografici, di personaggi famosi o no. Ma in generale, si tratta sempre di una letteratura affascinante, perché davvero “ogni vita, è degna di un romanzo”. Leggendo un racconto autobiografico si possono capire spesso molte più cose di un individuo.
Ritornare con la mente su sentimenti vissuti tempo addietro, ci fa capire il motivo di scelte che forse oggi non faremmo più. Per i quali invece, sempre, esiste una spiegazione.
Ricordare cose lontane della propria storia per conoscerci meglio. Dare risposte a vecchie domande. Per questo, l’autobiografia è una forma di auto-formazione permanente, per qualunque età.
Scrivere la propria storia, o periodi della propria vita, o frammenti sparsi di essa, di persone che abbiamo incontrato, di momenti vissuti, ci aiuta a trovare spiegazioni fino a quel momento rimaste nascoste. E’ una forma di autoanalisi.
Riuscire a porre fuori da noi quello che può essere un problema che ci fa soffrire, può essere un modo per vederlo sotto luci diverse. A volte, la scrittura è sufficiente per farci vedere le cose in maniera completamente diversa. Con ironia, con meno pesantezza. Quasi con una nuova capacità di prenderci in giro da soli, o almeno, di prenderci meno sul serio.
Ci sono forse tanti ricordi belli che abbiamo dimenticato, gli esercizi della memoria, ci aiutano a ritirarli fuori.
Ricordare per narrare, per un proprio spazio di solitudine e silenzio, per dedicarci solo a noi stessi.
Narrare, e quando i nostri scritti sono condivisi con altri, significa offrire la possibilità di farci conoscere così come noi ci percepiamo.
Leggere di esperienze avvenute, scritte in prima persona, è infatti una grande fonte di insegnamento, per chi può trovarsi in situazioni analoghe (di malattia, di violenza, ecc).
Narrare di sé, aiuta ad acquisire sicurezza, a superare la paura del giudizio degli altri.